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OsVehicle, quando la startup fa il pesce d’aprile

L’azienda italo-orientale dell’automotive, fornitrice di una piattaforma open source per l’auto elettrica “fai-da-te”, è stata acquistata da Google: lo dice un comunicato sul sito aziendale a firma del Ceo Tin Hang Lui. Ma è uno scherzo. E anche un’abile operazione di marketing. Perché a questo punto BigG potrebbe notarla…

Pubblicato il 03 Apr 2015

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Tabby, l'auto elettrica "fai-da-te" di OsVehicle

Google si prende OsVehicle, startup innovativa italo-orientale ideatrice di una piattaforma hardware open source per veicoli elettrici destinata alle startup, co-fondata da Francisco Liu, originario di Macao ma fortemente legato all’Italia, dal figlio Tin Hang Liu, torinese doc e attuale Ceo, e dall’italiano Ampelio Macchi.

Per leggere questa notizia era necessario andare sul sito dell’azienda, cliccare sul titolo in homepage sotto la sezione “Latest news and events” e leggersi il lungo e dettagliato comunicato in inglese intitolato “Welcome Aboard” e sovrastato da “OsVehicle” scritto nei caratteri usati da Google per il suo logo. Comunicato a firma di Tin Hang Liu e tuttora visibile.

Inizialmente il testo era leggibile solo per metà e per visionare la seconda e ultima parte occorreva regalare all’azienda un “mi piace” su Facebook (al momento è leggibile per intero). Tutto molto chiaro e semplice. Peccato che fosse un pesce d’aprile, come è specificato nell’ultimissima riga del comunicato in un post scriptum sotto la firma dell’amministratore delegato: “ps. even if it seems very realistic, it’s just an April fools”.

In molti ci si sono caduti, almeno in un primo momento. Gianluca Dettori ha (maliziosamente?) rilanciato la notizia su blog e social, lamentando che non fosse “stata la Fiat ad aver acquistato una delle startup più ambiziose fondate in Italia negli ultimi anni” (poi, però, in fondo all’articolo, ha citato il postscriptum di Tin Hang Liu). Anche noi all’inizio abbiamo avuto qualche tentennamento, tanto più che la notizia troneggia ancora sul sito dell’azienda. Invece era sostanzialmente un’operazione di marketing travestita da scherzo.

Però “realistic”, come scrive il Ceo. Tanto che il comunicato si dilungava sulle ragioni per cui OsVehicle avesse accettato l’offerta di Google con affermazioni piuttosto convincenti. “Non abbiamo voluto fare partnership con i grandi e tradizionali marchi dell’automotive perché ritieniamo che un player dell’industria IT come Google ci sarà maggiormente d’aiuto per realizzare in pieno la nostra visione di una mobilità più smart e ci consentirà di cambiare il mondo in modo più rapido di come avremmo fatto noi da soli”.

Ma chi è questa startup che ha così voglia di scherzare (e magari di attrarre l’attenzione di Google?).

La rivoluzione portata da OsVehicle nell’automotive con il modello lanciato l’anno scorso, “Tabby”, è l’auto “fai da te”, che si può costruire con le proprie mani e nel proprio garage. La società mette a disposizione una piattaforma hardware open source per veicoli elettrici destinata alle startup, costruibile e migliorabile, utilizzabile tranquillamente perché legale su strada e a basso impatto ambientale. L’hanno anche ribattezzata l’Arduino delle auto.

OsVehicle è nata intorno al 2008 dall’idea di Francisco Liu, che per oltre 30 anni con la sua azienda Italchina ha lavorato nel settore automobilistico. Obiettivo della company: “portare una nuova visione nell’industria dei trasporti” giudicata “antiquata, non sostenibile, lenta, poco innovativa e troppo complicata e chiusa”. Dopo aver lavorato per 8 anni con il padre al progetto di un veicolo elettrico in collaborazione con Giugiaro Design, Tin Hang Liu ha incontrato in Silicon Valley alcuni pionieri dell’Open Source Hardware (Oshw), riflettendo sul modo di unire i due mondi: auto elettriche e hardware ‘aperto’. Nel frattempo cominciava la crescita delle startup, così si è chiesto: “Come possiamo far diventare gli startupper imprenditori seriali nel campo dei veicoli elettronici?”.

Da lì è nato l’OsVehicle, a cui ha sempre lavorato anche la figlia di Francisco, Yuki Liu. Presto si è unito al team Ampelio Macchi, uno degli ingegneri più noti per lo sviluppo dei motori da motocross e founder di “Motor Company”. Nell’estate 2013 è arrivato Carlo De Micheli, oggi responsabile dell’innovazione.

Il fatto che Google fosse interessato alla startup dell’automotive era comunque credibile. Il colosso americano è interessato a questo settore e sta lavorando da tempo alla Google Car. Svelato l’anno scorso, il prototipo è un’auto elettrica senza controlli tradizionali dotata di innumerevoli sensori, in grado di funzionare grazie al software. I test vanno avanti spediti negli Usa e i prototipi hanno percorso oltre settecentomila miglia su strada. Chissà se un giorno vorrà contattare i burloni di OsVehicle. (L.M.)

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