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Open innovation, Inguscio: troviamo una via italiana al corporate venture capital

Incontro con il fondatore del venture accelerator Nuvolab: le aziende si devono riappropriare della titolarità dell’innovazione. In Italia si può fare con forme di venture capital aziendale partecipativo che riescano a coinvolgere le Pmi

Pubblicato il 08 Apr 2016

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Chi sono i principali investitori in startup? Le aziende. Lo dicono i dati del 2015 sugli investimenti di corporate venture capital a livello globale 28,4 miliardi di dollari, con un balzo del 70% rispetto all’anno precedente. In Italia siamo ancora agli inizi. Perché? E come è possibile recuperare il ritardo? Si, se riusciremo a trovare una via italiana al corporate venture capital, che riesca a coinvolgere le piccole e medie imprese che sono il nerbodella struttura economica del Paese. È l’idea di Francesco Inguscio, fondatore del venture incubator Nuvolab, ospite del VideoCorner di questa settimana.

Open innovation, una via italiana al corporate venture capital

Open innovation, una via italiana al corporate venture capital

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Le aziende che investono in startup fanno open innovation. La competitività delle imprese dipende sempre di più dalla capacità di gestire e promuovere la trasformazione digitale e l’innovazione imprenditoriale. Ecco perché cresce e diventa sempre più rilevante anche in Italia, l’attenzione e l’interesse per il modello dell’Open Innovation. Ma non sempre le buone intenzioni riescono a tradursi in azioni coordinate e continuative.
Digital 360 ha affrontato in modo originale il tema attraverso un approccio multi-culturale che deriva dalle diverse anime che compongono il Gruppo: media, comunicazione, advisory, incubazione. Da questo presupposto nasce la piattaforma di servizi «Digital & Open Innovation» che supporta le imprese su due fronti, tra loro integrati.

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