OFootball, il Fantacalcio di Bangbite che vale un milione e mezzo di euro

La startup italiana di Sassari ha creato un gioco che consente a tutti di diventare manager di calcio, gestendo tutti gli aspetti di una società: dal calciomercato alle formazioni, dagli stipendi al merchandising. E con più di 900mila utenti registrati si appresta a sbarcare all’estero

Pubblicato il 06 Mag 2013

Di videogiochi manageriali (dal progenitore Lemonade Tycoon all’intramontabile RollerCoaster Tycoon passando per i vari Airport Tycoon, Cruise Ship Tycoon, Zoo tycoon e via dicendo) è pieno il web. Ma non sono certo molti quelli che hanno creato il proprio successo puntando sulla passione numero uno degli italiani. E visto che, si sa, quello tricolore è un popolo di santi, navigatori e allenatori di pallone, Bangbitestartup italiana di Sassari specializzata nei social games – ha creato un gioco che consente a tutti di diventare manager di calcio, gestendo tutti gli aspetti di una società: dal calciomercato alle formazioni, dagli stipendi al merchandising. E ha riscosso un successo tale (più di 900mila utenti registrati) che ora si appresta ad esportare OFootball anche all’estero. Con quali risorse? Un finanziamento di 1 milione e mezzo di euro del fondo di venture capital Principia.

Il fondatore e ad di Bangbite, Gianpaolo Cattenari, 42 anni, ha raccontato a Tiscali.it che l’idea è nata “per caso, qualche anno fa con un amico. Abbiamo deciso di provare una nuova tecnologia, io ho un background tecnico, e come obiettivo per il test abbiamo deciso di fare un gioco che riguardasse il calcio. Una volta messo online, ha iniziato ad avere i primi utenti affezionati che, attraverso una serie di segnalazioni e richieste, ci hanno aiutato a svilupparlo sempre di più”.

Il gioco è stato lanciato alla fine del 2008, e l’anno successivo i due amici hanno costituito una società perché il grande successo di OFootball richiedeva una gestione dedicata. Lo scorso anno, quindi “abbiamo deciso di fare un investimento per vedere se c’erano delle ulteriori possibilità di crescita”, e dato il riscontro positivo “siamo andati alla ricerca di un venture capital” trovando un fondo che ha creduto nel progetto. Oggi quei due amici che hanno iniziato con una sola idea sono diventati una società di dieci persone, cinque delle quali reclutate nell’ultimo mese, dimostrando che anche in un periodo di profonda crisi è possibile crescere. Anche (inizialmente) senza soldi: “Per mettere online la piattaforma – sottolinea Cattenari – l’unico investimento fatto è stato quello del tempo mio e del mio socio iniziale. L’anno scorso invece l’impegno finanziario per fare un ulteriore salto di qualità è ammontato a più di 100mila euro”.

La strada per il successo, avverte però l’ad di Bangbite, è tutta in salita: per una startup è fondamentale “la voglia di fare, intesa come predisposizione a fare sacrifici e a dedicarsi all’iniziativa al 100 per cento. Qualunque investitore ti chiede questo prima di puntare su di te”. E spiega che per far decollare il proprio progetto è necessario saper ascoltare. “Uno dei difetti degli startupper – sottolinea – è spesso quello di non riuscire a relazionarsi con un possibile investitore. L’approccio, infatti, è quello di non voler accettare indicazioni dall’esterno perché convinti di conoscere meglio di tutti il proprio business. Bisogna invece avere le orecchie ben aperte perché ogni informazione aiuta a crescere, e bisogna essere pronti ad afferrarla prima che siano altri a farlo”.

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