Nterilizer è una startup che ha trovato una soluzione a un problema dell’industria farmaceutica e non solo. Ma anche investitori on line molto interessati. La capacità di lavorare a temperature estremamente basse ha reso l’azoto liquido una sostanza ormai fondamentale in molti processi, dalla conservazione dei cibi alla lavorazione di materiali per l’industria medica o farmaceutica. Dietro alle tante potenzialità rimane però un problema di fondo: abbassando le temperature, l’azoto congela immediatamente anche i virus e i batteri con cui entra in contatto, rischiando quindi di contaminare i campioni.
È qui che entra in gioco Nterilizer, startup bolognese che ha sviluppato uno speciale sistema di sterilizzazione dell’azoto liquido basato sulle radiazioni ultraviolette. Per finanziarsi, Nterilizer ha avviato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma BacktoWork con cui ha già raccolto 279 mila euro: quasi tre volte l’obiettivo minimo, fissato a 100 mila.
EconomyUp ha parlato con Lodovico Parmegiani, esperto in embriologia e Ceo di Nterilizer, per capire meglio come funziona il processo di sterilizzazione e quali sono le sue applicazioni più interessanti.
Nterilizer, ecco i rischi di un azoto contaminato
“L’azoto liquido viene prodotto con un alto grado di purezza dai produttori di gas. Il problema è che non può essere ‘impacchettato’ in modo ermetico” spiega Parmegiani. La contaminazione può quindi avvenire in qualsiasi passaggio della filiera, “dal trasporto fino all’utilizzo finale”.
Con l’arrivo della pandemia di Covid-19 il tema è diventato ancora più rilevante per la vita di tutti i giorni: il Sars-CoV-2 è infatti un virus “airborne”, che viaggia nell’aria. Il solo contatto con l’azoto liquido rende immediata la contaminazione e, una volta scongelata la sostanza infetta, anche il virus può risvegliarsi.
La soluzione sta quindi nella sterilizzazione dell’azoto tramite radiazioni ultraviolette UV-C, una procedura per la quale Nterilizer detiene il brevetto mondiale: “Chiunque voglia utilizzare la radiazione ultravioletta per sterilizzare l’azoto liquido ricade sotto le rivendicazioni dei brevetti di Nterilizer” ricorda Parmegiani.
Un traguardo raggiunto dopo anni di studi, test e miglioramenti costanti, che hanno assicurato alla startup anche la certificazione per i dispositivi medici CE 93/42 di classe IIA.
Nterilizer, i vantaggi per la procreazione assistita
Il primo campo d’interesse di Nterilizer è la fecondazione assistita, dove la sterilizzazione dell’azoto liquido può aiutare a rendere più efficiente il processo di vitrificazione (cioè il congelamento di embrioni e ovociti). Come spiega il Ceo, però, la vitrificazione prevede il contatto diretto fra cellule e azoto liquido: “Questo ci mette di fronte a un grande problema, perché l’azoto congela immediatamente anche i virus e i batteri con cui va in contatto”. Per essere utilizzato in maniera sicura, quindi, l’azoto deve essere sterile: “Noi di Nterilizer abbiamo finalmente risolto questo problema”.
Oggi diverse linee guida internazionali citano la tecnologia di Nterilizer come requisito anti-Covid per le pratiche di fecondazione assistita, e la startup bolognese è in grado di soddisfare la richiesta di azoto sterile per la vitrificazione e lo stoccaggio: “Siamo pronti a far ripartire il settore nel mezzo di questa pandemia” ha detto il Ceo.
La Food Business Unit e il campo farmaceutico
A giugno 2020 Nterilizer ha avviato la Food Business Unit, un ramo pensato appositamente per l’industria alimentare guidato da Marco Sorrentino, già Senior Manager di Ferrero e De Cecco. Secondo Parmegiani, in questo campo “la parola è solo una: sicurezza alimentare”.
Altri ambiti promettenti sono quello farmaceutico, ma anche l’industria chimica o la lavorazione dei metalli. Il mercato mondiale dell’azoto liquido è infatti in forte crescita, e si stima raggiungerà i 22 miliardi di dollari entro il 2026.
L’equity crowdfunding
La campagna di equity crowdfunding su BactoWork ha già permesso di raccogliere circa 279 mila euro, quasi il 300% dell’obiettivo minimo fissato a 100 mila. Parmegiani ha spiegato a EconomyUp che metà del ricavato finale sarà utilizzato per sviluppare gli impianti industriali, mentre la parte restante sarà divisa tra operazioni di marketing mirate al settore della fecondazione assistita e attività di ricerca e sviluppo, soprattutto per quanto riguarda la vitrificazione delle cellule staminali.
Già nel 2019, poi, la startup ha collaborato con BacktoWork per una prima campagna di equity crowdfunding, con la quale ha raccolto quasi 400 mila euro: “Ormai il nostro rapporto è simbiotico, ci capiamo al volo. Ci piace collaborare con aziende dinamiche” ha commentato Parmegiani.
Una tecnologia game changer
Come ha detto il Ceo Lodovico Parmegiani, in molti settori la tecnologia sviluppata dalla startup bolognese “può essere game changer”. Nel futuro infatti Nterilizer vuole rafforzare la propria presenza nel settore della procreazione assistita, ma non solo: “Sappiamo che possiamo essere un valore aggiunto per le aziende farmaceutiche e del food and beverage. Inoltre, per le grandi aziende che producono gas medicali e alimentari possiamo rappresentare un servizio esclusivo da offrire ai clienti”.