Nouscom ce l’ha fatta: nonostante l’industria delle biotecnologie in Italia sia ancora piccola e con scarse risorse, la startup biotech italiana, con headquarter in Svizzera, ha ottenuto 12 milioni di euro di finanziamento. La dimostrazione che il nostro biotech è in costante crescita e brillante per competenze e creatività, sebbene non riesca ancora ad attrarre un adeguato venture capital. Il quadro, ricco di luci e ombre, è emerso da BioInItaly, report 2016 realizzato da Federchimica-Assobiotec in collaborazione con Enea. Qualche dato per capire il problema: nell’elenco delle fonti di finanziamento il venture capital è al quinto posto con appena il 4%. Nel 56% dei casi i progetti biotech sono autofinanziati. Su 11 operazioni in Italia nel 2015 sono stati investiti 7,3 milioni di euro, nonostante si stima che nel corso degli ulti tre anni startup biotech abbiano generato un valore di oltre 5 miliardi di euro a fronte di investimento per poche centinaia di milioni.
Nouscom – che ha annunciato la chiusura di un round d’investimento da 12 milioni di euro, realizzato da LSP e Versant Ventures, entrambi fondi d’investimento attivi nel biotech e scienze della vita – risulta quasi in controtendenza. La startup sta sviluppando un innovativo vaccino per il cancro. Per continuare a leggere l’articolo su Nouscom clicca qui