Neuron Guard, startup innovativa che sviluppa un sistema integrato di protezione cerebrale per pazienti con ictus, trauma cranico grave e arresto cardiaco, ha appena chiuso un round di finanziamento di 656mila euro con A11 Venture e alcuni investitori privati. La cifra si va a sommare ai 250mila euro derivanti dal commitment dei soci fondatori e ai 96mila del Bando Start-Up Innovative Regione Emilia Romagna (con il contributo della Fondazione Democenter e di UniCredit). I capitali raccolti, spiega la startup in un comunicato, andranno ad alimentare la produzione dei primi device in partnership con aziende italiane ed estere, e lo studio pilota con l’Università di Cambridge.
Fondata nel 2013 da Enrico Giuliani, attuale Ceo, e Mary Franzese, Cmo, la startup sta sviluppando un sistema integrato di protezione cerebrale per il trattamento in emergenza di danno cerebrale acuto (Abd) direttamente sul luogo dell’evento.
Come conseguenza di ictus, arresto cardiaco e trauma cranico, il danno acuto sta diventando una delle sfide più importanti della moderna Medicina d’Emergenza con costi diretti e indiretti che potrebbero non essere sostenibili in un prossimo futuro. Sono sufficienti otto minuti affinché una parte del cervello sia irreversibilmente compromessa. Il trattamento precoce sul luogo dell’evento è la chiave per proteggere il cervello.
L’ipotermia, ovvero l’abbassamento della temperatura corporea al di sotto dei 37°C, è una delle strategie più efficaci per ridurre i danni acuti. Il sistema di protezione cerebrale integrato di Neuron Guard si compone di un collare refrigerante monouso e un’unità di controllo esterna, in grado di raggiungere e mantenere un livello di ipotermia terapeutica del distretto cerebrale compatibile con i tempi di soccorso extra-ospedaliero. Infatti un rapido raffreddamento del cervello riduce significativamente l’estensione del danno.
La mission della startup è posizionare inizialmente il dispositivo su tutte le ambulanze e nelle strutture ospedaliere più avanzate. La vision è avere un kit Neuron Guard in tutti i luoghi pubblici, proprio come il Dae (defibrillatore automatico esterno), per consentire ai bystander di reagire immediatamente in caso di emergenza. Sulla base di questa previsione, la soluzione si presenta come un dispositivo collegato intelligente che non solo si prende cura del paziente, ma collega anche la scena dell’evento con l’Emergency Response System, trasmettendo i dati vitali per migliorare la prontezza e l’efficacia di intervento.
A novembre 2014 Neuron Guard ha vinto l’Intel Global Challenge 2014 (Berkeley, USA) nella categoria Internet of Things Hardware, e prima ancora si è classificato al secondo posto alla Intel Business Challenge Europe (Vilnius, Lituania).
Queste competition, unite ad altrettante sfide vinte in Italia quali ad esempio il Premio Gaetano Marzotto “Dall’Idea all’Impresa” 2013, Smart & Disruptive Companies 2013 MIT Technology Review Itala, Premio Best Practices per l’Innovazione uP sTart Paolo Traci 2015 – solo per citarne alcune – hanno permesso alla società di incrementare la visibilità a livello internazionale e creare preziosi contatti commerciali in Europa, Stati Uniti e Israele. Inoltre l’hanno aiutata a stabilire una forte relazione con partner scientifici chiave come l’Università di Cambridge (Cambridge, UK) e l’Humanitas Research Hospital (Rozzano, IT), la prima delle quali aiuterà la startup nella progettazione e realizzazione del primo studio pilota.
Nel 2015 Neuron Guard ha completato con successo uno studio preliminare su modello animale che ha dimostrato la fattibilità dell’approccio rispetto all’ipotermia terapeutica. I risultati di questa sessione sperimentale sono in fase di valutazione per la pubblicazione da parte di un giornale medico internazionale.
Il brevetto italiano è stato ottenuto nel mese di gennaio, e successivamente esteso a diversi mercati di interesse (Usa, Europa, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Cina, Russia, Brasile, India, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Giappone, Israele) tra aprile e maggio del medesimo anno.
Neuron Guard ha sede a Modena (Italia), in prossimità di Mirandola, primo distretto biomedicale in Europa e secondo al mondo. Il finanziamento totale necessario per raggiungere il mercato in 24 mesi, sottolineano gli startupper, è 2,5 milioni di euro. (L.M.)