Investimenti

Mogees, un milione di sterline per la startup che fa suonare gli oggetti

La società padovana, con sede a Londra, ha chiuso un round di finanziamento al quale ha partecipato Italian Angels For Growth insieme ad altri investitori privati. Con questa nuova immissione di capitale la tecnologia sviluppata dal vicentino Bruno Zamborlin potrà essere ampliata al settore ludico e a quello industriale

Pubblicato il 05 Giu 2017

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Trasformare qualsiasi oggetto in uno strumento musicale. È l’obiettivo di Mogees, startup padovana con sede a Londra fondata e guidata dal giovane vicentino Bruno Zamborlin, che ha da poco ottenuto un finanziamento di un milione di sterline. Mooges è un’app per smartphone che riconosce le proprietà acustiche degli oggetti e li trasforma in musica. In che modo? Attraverso l’utilizzo di algoritmi di machine learning, in grado di convertire tutte le vibrazioni prodotte dalle cose in informazioni di controllo attraverso tecnologie smart. Tra gli investitori di questo round c’è Italian Angels for Growth (che già aveva scommesso sulla startup di Zamborlin a gennaio 2016) che ha puntato 100mila euro, oltre a una serie di singoli finanziatori tra cui: Elio Leoni Sceti (ABInbev), Haim Perry (Hotels4U), Eric Nobili (CBE). Anche A. I. Music Group ha partecipato al round.

«Siamo lieti – ha dichiarato Bruno Zamborlin, CEO e fondatore di Mogees – che un gruppo così esperto di investitori privati e di imprese ci abbia rinnovato la sua fiducia partecipando a questo round di investimenti. Ognuno dei sostenitori vanta un background di grande successo nel business e un enorme bagaglio di conoscenza. Sono orgoglioso dei risultati raggiunti fino ad ora e dell’opportunità per questa tecnologia di rivoluzionare alcuni settori che sono la forza trainante di questa espansione». Oggi applicata al settore della musica, in futuro Mogees – si legge in una nota della società – potrebbe rivolgersi ai settori dell’IoT, dei videogiochi, dei sistemi di realtà virtuale e della realtà aumentata, oltre che a progetti rivolti all’educazione musicale per bambini e al mondo industriale.

Il nuovo investimento si aggiunge a quello che Mogees aveva raccolto a gennaio 2016 di 500mila euro solo dal network di IAG. La tecnologia messa a punto da Zamborlin, oltre a catturare le vibrazioni che provengono dalla superficie degli oggetti, attraverso un microfono-sensore, è in grado di riconoscere i gesti che il “musicista” fa sulle superfici per “suonarli”. Tutto è nato nel 2013, a Londra, quando il fondatore, durante una serata in discoteca, si mise ad osservare un dj che muoveva le mani su una consolle. In quell’attimo realizzò che quei movimenti avrebbero potuto produrre a loro volta dei suoni. E così, dopo appena sei mesi di ricerca sul progetto, prese vita il primo prototipo di Mogees. In meno di un mese Zamborlin fonda la sua startup spendendo meno di un pound. Trovati altri compagni di avventura, lancia poi due campagne di crowdfunding, nel 2014 e nel 2015, per finanziarsi. Proprio in Italia ha trovato i primi investitori: il fondo dell’incubatore padovano M31 ha finanziato Mogees con 1,2 milioni di euro in due round tra 2014 e 2015.

«Mogees è un progetto fortemente innovativo e originale – ha dichiarato Giuseppe Visentini, champion dell’investimento per IAG – e riteniamo che questa immissione di capitale possa portare ad ampliarne l’utilizzo, oltre che nell’ambito musicale, in quello ludico ed industriale».

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