“Investirò in startup, aziende, iniziative di impatto sociale e imprese fondate da migranti e rifugiati”. L’annuncio è di George Soros, imprenditore, attivista e filantropo ungherese naturalizzato statunitense nonché uno dei 30 uomini più ricchi del mondo. Che, rispondendo alla Call to action lanciata dal presidente USA Barack Obama affinché le aziende giochino un ruolo maggiore nella sfida posta dal problema migranti, ha deciso di mettere a disposizione 500 milioni di dollari “per investimenti che specificamente incontrino i bisogni dei migranti, dei rifugiati e delle comunità che li accolgono”. E ha spiegato che, benché l’obiettivo primario del suo intervento sia quello di “aiutare migranti e rifugiati che giungono in Europa”, è anche alla ricerca “di buone idee di investimento che apportino benefici ai migranti di tutto il mondo”.
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Le aziende e le startup nelle quali la fondazione di Soros intende investire spaziano “in diversi settori, tra i quali la tecnologia digitale emergente, che sembra particolarmente promettente per risolvere problemi che spesso gli emigrati si trovano ad affrontare. Le innovazioni in questo campo possono aiutare la gente a comunicare più facilmente con le autorità governative e ad accedere a servizi legali, finanziari e medici: diverse aziende private stanno già investendo milioni di dollari per sviluppare servizi simili per le comunità di non-migranti”. È attraverso questi servizi, spiega l’imprenditore, che “ad esempio i soldi passano istantaneamente da un portafoglio all’altro, gli autisti trovano clienti semplicemente utilizzando un cellulare e un medico in Nord America può visitare un paziente in Africa: personalizzando ed estendendo queste innovazioni a favore dei migranti migliorerà la qualità della vita di milioni di persone in tutto il mondo”.
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Il filantropo specifica anche chiaramente che gli investimenti saranno solo nelle idee che possono avere successo, “perché voglio mostrare come il capitale privato possa giocare un ruolo costruttivo nell’aiuto ai migranti, e ogni profitto andrà a finanziare i programmi della Open Society Foundations (cioè la sua fondazione nonprofit). In tutto ciò, conclude il magnate, “spero che il mio intervento possa ispirare alti investitori che vogliano perseguire lo stesso obiettivo”.