MaBasta, la startup più giovane d’Italia guarda al futuro

Daniele Manni, il prof-imprenditore mentore della startup a impatto sociale MaBasta, vincitrice di Open-F@b Call4Ideas 2018, l’open call promossa da BNP Paribas Cardif, racconta il valore del premio per la giovane impresa contro il bullismo fondata da studenti. “E’ una grandissima occasione crescita e di formazione”, dice.

Pubblicato il 26 Mar 2019

Concetta Desando

Giornalista

startup più giovane d'italia

Una competition che vale più di una exit. Daniele Manni non ha dubbi: la vittoria di Open-F@b Call4Ideas per i ragazzi di MaBasta è una grandissima occasione. “Non solo un trampolino di lancio verso il mondo delle aziende, ma la possibilità concreta per i miei ragazzi di confrontarsi con esperti e di essere formati da loro” dice il professore che ha guidato i suoi studenti alla vittoria della call lanciata da BNP Paribas Cardif.

MaBasta è la startup pugliese che ha messo a punto un sistema per contrastare il bullismo e il cyberbullismo: con questo progetto si è aggiudicata il primo posto della call lanciata dalla compagnia assicurativa e dedicata alla positive impact innovation. Un’occasione che darà ai fondatori di MaBasta la possibilità di essere supportati da BNP Paribas Cardif nello sviluppo e nella concretizzazione del loro progetto.

MaBasta è una startup nata tra i banchi di scuola dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce e i suoi fondatori sono studenti diciassettenni guidati dall’unico membro adulto del team: il professore di informatica Daniele Manni. Un nome ormai noto sia nel mondo della scuola sia nell’ecosistema italiano. Perché Daniele Manni è un Prof-imprenditore: oltre alle materie standard, infatti, dedica il 40-50% delle ore di lezione a materie non convenzionali quali innovazione, creatività e cambiamento, al fine di incentivare i suoi studenti nell’ideazione e gestione innovativa di micro e piccole attività imprenditoriali. Un’intuizione per la quale nel 2015 è stato candidato al “Nobel” per l’insegnamento, il “Global Teacher Prize” e l’anno scorso è stato l’unico italiano tra i 12 finalisti al mondo agli “Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards”, ossia il premio dedicato all’eccellenza didattica proprio in tema di innovazione e imprenditorialità.

Oltre al risvolto concreto, per alcuni alunni, di un possibile lavoro creato con le proprie mani (“alcune startup nate tra i banchi di scuola sono diventate piccole imprese che assumono persone” dice), questa particolare didattica con la vocazione all’auto-imprenditorialità under 18 contribuisce a instaurare nei suoi studenti una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità, una maggiore resilienza e una più radicata fiducia nel futuro.

Come nasce MaBasta, la startup anti-bullismo

MaBasta nasce dopo un fatto di cronaca: “Due anni fa a Pordenone una ragazzata bullizzata si è suicidata lasciando un biglietto ai compagni di classe. ‘Ora sarete contenti’ ha scritto. Un fatto che mi ha molto turbato” racconta Manni. Ne parla con i suoi ragazzi a scuola invitandoli a segnalare eventuali azioni violente di cui fossero a conoscenza. Un’idea che si concretizza in un’impresa che viene fondata il 6 febbraio 2016, data non casuale: il 6 febbraio, infatti, è la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. In quell’occasione i ragazzi hanno presentato un vero e proprio protocollo in punti che ha l’ambizione di entrare in tutte le scuole italiane, dalle elementari alle superiori, per sconfiggere bullismo e cyberbullismo.

Nel primo punto gli studenti di MaBasta propongono la scelta in ogni classe di un docente referente per il bullismo. Il Ministero dell’Istruzione aveva già proposto la stessa idea ma chiedendo la scelta di un prof per istituto. “I ragazzi chiedono, invece, che la scelta di un professore referente avvenga per classe perché una figura più vicina a loro può aiutarli nella denuncia di atti di bullismo” continua Manni. Il secondo punto riguarda la compilazione in ogni classe di un questionario attraverso il quale il docente referente può valutare la presenza di bulli e bullizzati. C’è poi l’introduzione di una Bulli-Box in ogni scuola, dove gli studenti possono lasciare segnalazioni in forma anonima (la stessa possibilità è offerta sul sito di MaBasta con una Bulli-Box digitale); l’individuazione di una “bulliziotta” e di un “bulliziotto”, ragazzi che all’interno della classe hanno il compito di segnalare eventuali azioni di bullismo al docente referente. “L’obiettivo finale è permettere ad ogni classe di raggiungere lo status di classe debulizzata” spiega Manni.

Il progetto pilota è partito in alcune scuole medie del circondario; ora è già stato approvato in due scuole della provincia di Lecce.

L’impatto sociale di MaBasta e la vittoria di Open-F@b Call4Ideas

L’impatto sociale di una startup come MaBasta è evidente: è un’impresa sociale che opera principalmente attraverso l’uso consapevole e positivo della rete internet e della tecnologia, la cui mission è contrastare in maniera concreta un fenomeno di disagio diffusissimo tra i giovani. Un progetto nato dal basso, cioè dai ragazzi, e rivolto ai ragazzi: è la prima volta che ad occuparsi di bullismo e cyberbullismo sono i giovani stessi, ossia coloro che sono direttamente coinvolti e protagonisti (dalle vittime ai bulli agli spettatori).

Un dettaglio che non è sfuggito alla giuria di Open-F@b Call4Ideas. “Il tema di Open-F@b Call4Ideas ci sta particolarmente a cuore – ha dichiarato Isabella Fumagalli, CEO di BNP Paribas Cardif e Coordinatore di BNP Paribas International Financial Services (IFS) per l’Italia – perché per noi l’innovazione non è più solo una questione tecnologica. Vogliamo innovare per prevenire, assistere e proteggere meglio i nostri clienti, migliorando la qualità della vita delle persone”.

open-f@b 2018

E pensare che MaBasta ha partecipato al contest di BNP Paribas Cardif solo per “un esercizio”. “Ho invitato i ragazzi a rispondere alla call perché potessero imparare a prendere dimestichezza con bandi e gare” continua il docente di Lecce. Che ricorda con emozione la telefonata con cui i suoi ragazzi gli hanno annunciato la vittoria. “Pensavo fosse uno scherzo. Ho capito che era vero dalla voce spezzata dalle lacrime” puntualizza Manni, senza nascondere un pizzico di orgoglio: “Hanno fatto qualcosa di buono che è stato riconosciuto fuori dall’ambiente scolastico, addirittura da esperti in un contest internazionale”.

Gli studenti di MaBasta, infatti, sono partiti da soli, senza il loro prof, per Milano, in occasione della finale della call lo scorso novembre: “Erano nervosi, avevano paura. In fondo, sono solo studenti abituati a confrontarsi con altre scuole. Questo invece è un contest internazionale aperto a vere e proprie aziende. Ci sembrava già un grande traguardo essere arrivati tra i primi dieci” racconta ancora Manni.

Perché Open-F@b Call4Ideas è importante per MaBasta

A legare la startup fondata dagli studenti di Daniele Manni a Open-F@b Call4Ideas è proprio la vocazione sociale che BNP Paribas Cardif ha attribuito alla call del 2018. “L’anno scorso soggetti pubblici e privati hanno iniziato a proporre contributi per MaBasta. Eravamo a un punto importante nella storia di questa startup: decidere se creare un’associazione o un’impresa sociale. Abbiamo optato per quest’ultima” continua Manni. Una scelta importante perché, sottolinea il docente, MaBasta non è un’associazione di volontariato ma “un’impresa che deve garantire uno stipendio a chi ci lavora e l’utile che si ricava va poi investito nella causa sociale che è il cuore stesso dell’impresa. In questo passaggio l’aiuto di BNP Paribas Cardif è fondamentale: chi meglio di loro potrà spiegare ai miei ragazzi come muoversi sul mercato?” conclude il docente.

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Concetta Desando
Concetta Desando
Giornalista

Due menzioni speciali al premio di giornalismo M.G. Cutuli, vincitrice del Premio Giuseppe Sciacca 2009, collaboro con testate nazionali.

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