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Lovethesign, online il design made in Italy per gli italiani

A un solo anno dalla nascita, l’azienda che vuole vendere il design tricolore agli italiani ha ricevuto un milione di euro di finanziamenti. Merito – spiega uno dei tre founder – della scelta di puntare sulla qualità e sul mercato nostrano. E così ogni mese il fatturato cresce a doppia cifra

Pubblicato il 23 Set 2013

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I co-fondatori di Lovethesign: Vincenzo Cannata, Simone Panfilo e Laura Angius

Vendere il design italiano agli italiani: è l’uovo di Colombo di Lovethesign, piattaforma di e-commerce dedicata all’home design. Nata un anno fa da un’idea di Vincenzo Cannata, Simone Panfilo e Laura Angius, la startup ha deciso di scommettere tutte le sue carte sull’Italia. “Ci siamo resi conto – spiega Panfilo – che l’home design italiano non aveva lo spazio che meritava nel canale e-commerce. Ai tempi, se un amante di un certo tipo di arredamento voleva arredare casa, doveva per forza rivolgersi a e-commerce operanti dall’estero: in pratica se un italiano aveva intenzione di comprare design made in Italy doveva farlo attraverso un e-commerce statunitense o inglese. Paradossale no?”.

Un settore piuttosto affollato, quello delle vendite online di oggettistica per la casa. Ma per cercare di sbaragliare la concorrenza i tre founder, provenienti da precedenti esperienze in Privalia (grande piattaforma di flash sales, vendite scontate a tempo), hanno deciso di puntare sulla qualità. Se infatti la maggior parte degli e-commerce che propongono design sono focalizzati solo sull’aspetto “sconto” o sul termine design in generale (includendo quindi anche moda, gioielli, ecc. ecc.), questa azienda ha preferito concentrarsi sul design per la casa e sulla qualità del prodotto, senza che questo sia necessariamente scontato. Il motto è: “Design esclusivo ma accessibile”. Per la verità anche Lovethesign offre vendite scontate a tempo – 4 LovePromo a settimana – ma è solo una parte del suo business, che propone in catalogo permanente più di 6.000 prodotti.

I fondatori ci hanno creduto, gli investitori anche. Alla vigilia dell’estate la startup del design ha ricevuto un finanziamento da 1 milione di euro per il proprio sviluppo. L’operazione societaria, chiusa di recente, prevede l’ingresso di United Ventures (noto fondo di venture capital italiano), Novus Ventures (fondo di venture capital tedesco) ed alcuni membri della famiglia Barberis Canonico.

Del resto Panfilo sbandiera ottimi risultati. “Il nostro giro d’affari cresce ogni mese a doppia cifra e ci aspettiamo che, grazie alla prossima apertura agli altri mercati europei, cresca ulteriormente. Ogni giorno Lovethesign comunica a centinaia di migliaia di persone, non solo architetti e design addict ma anche moltissimi neofiti che si appassionano ai prodotti e seguono i consigli giornalieri dei nostri cool-hunter sui nostri canali di comunicazione sui social network”.

I tre sostengono di non sentirsi in alcun modo uno spin-off di Privalia e non temere la concorrenza di analoghi competitor, perché “crediamo nell’unicità di ognuno”. Di sicuro, a un certo punto della loro esistenza, da manager di grandi aziende hanno deciso di fare il salto e mettersi in proprio. Cosa ha significato un passo del genere? “Creare una startup in Italia è rischioso e difficile” spiega Panfilo. “Abbiamo preso coraggio e, senza ascoltare più di tanto i consigli negativi di amici e parenti, abbiamo creato Lovethesign apportando una prima iniezione di capitale per procedere al set-up del business model ed ai primi test di mercato. Le nostre vite sono sicuramente cambiate in meglio. Lavoriamo tantissimo ma sempre divertendoci”. E anche questo potrebbe essere l’uovo di Colombo per arrivare al successo.

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