Il personaggio

Lorenzo Thione debutta a Broadway: «Produrre un musical? È come sviluppare un software»

L’ingegnere italiano che ha conquistato il mondo hi-tech con il motore di ricerca Bing di Microsoft, ha esordito come produttore di Allegiance. «Nello spettacolo l’idea originale non basta. Bisogna saper cambiare. È come quando un venture capital decide di investire in una startup: deve capire se l’imprenditore ha la capacità di riciclarsi e rispondere agli stimoli dell’ambiente»

Pubblicato il 10 Nov 2015

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Lorenzo Thione

In tutto il mondo è conosciuto come “l’italiano da 100 milioni di dollari”: tanto fruttò la sua exit da Powerset, startup comprata nel 2008 dal gigante Microsoft a cui faceva gola, per il proprio motore di ricerca Bing, la tecnologia semantica sviluppata dall’azienda. Oggi Lorenzo Thione, 37enne ingegnere di origine comasca trasferitosi oltreoceano nel 2000, dopo aver conquistato la ribalta del mondo hi-tech, ha lasciato la Silicon Valley per conquistare le luci di un altro tipo di ribalta: quella di Broadway, dove ha esordito come produttore e coautore con Allegiance (musical che racconta la storia dei giapponesi internati negli Usa dopo Pearl Harbour), il cui protagonista è nientemeno che George Takei, il famosissimo signor Sulu di Star Trek che è tornato a essere una star del web grazie all’intensa campagna di promozione sui social.

In un’intervista esclusiva a Italiani di Frontiera, progetto multimediale di Roberto Bonzio, Thione racconta di riconoscersi – con le dovute differenze – nella storia raccontata dal musical: “Io sono arrivato come studente, ho avuto una determinazione mirata nel voler restare. E a dire la verità lì non ti rendono la vita facile: arrivi col visto da studente, devi trovare il modo di fermarti con visto di lavoro… nel mio percorso ci sono voluti quasi otto anni e mezzo. Ti sembra che da un momento all’altro possa succedere qualcosa per cui tutto quello che hai costruito, per cui hai lavorato possa svanire. C’è sempre una voce di sottofondo che dice: ma sei effettivamente completamente riconosciuto come parte della società? È una sensazione latente che ha avuto un ruolo nello scegliere questa storia”.

Guarda l’intervento di Roberto Bonzio a EconomyUpTV

E se restare in America è stata una sfida, per l’ingegnere italiano lo è stato anche passare dal mondo del software a quello dello spettacolo. Anche se, spiega a sorpresa, il percorso di sviluppo di un musical “ è molto simile a quello del prodotto software: richiede anni di impegno non solo della squadra che lo realizza, ma pure feedback dal pubblico. Il copione oggi ha forse uno o due dei brani e delle scene dell’originale, tutto il resto è diverso. Hai uno percorso interattivo, di crescita, analisi, sviluppo… come se stessi facendo una scultura, ci vogliono anni e ogni volta che ritocchi all’improvviso capisci che devi rimodellare tutto in modo diverso”. Si tratta, sottolinea Thione, “della stessa cosa che venture capital e angels mi dicevano riguardo a come decidevano di finanziare o no un imprenditore. Vieni con un’idea, ma l’unica cosa di cui devi essere certo è che non la seguirai alla lettera. L’importante per i finanziatori era riconoscere se quella persona aveva la resistenza e l’abilità per cogliere queste svolte ed essere flessibile e motivata per andare nella nuova direzione scoperta. Riciclarsi, cambiare direzione in risposta agli stimoli dell’ambiente è molto più importante dell’idea iniziale”.

E come per il mondo hi-tech, anche per lo spettacolo è ormai “fondamentale il valore economico dei social media. Oggi la mia The Social Edge è in forte crescita, azienda social media influencer con 50 dipendenti. È nata quasi per caso, quando ci siamo resi conto promuovendo George Takei del valore dei suoi follower in termini economici per il mondo pubblicitario. Abbiamo capito che dovevamo sostenne questa crescita e tre anni dopo abbiamo lanciato la società”.

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