L’INTERVENTO

L’Italia può diventare una Startup Nation? Sì, ma con gli investitori istituzionali e il risparmio privato



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Davide Serra, CEO di Algebris ha proposto di obbligare i fondi pensione italiani a investire una quota del loro capitale nell’economia del Paese. Probabilmente non si potrà fare. Ma “convincendo” investitori istituzionali e private banker si potrebbero mobilitare 50 miliardi da investire sulle startup nei prossimi 10 anni

Pubblicato il 28 giu 2024



STartup Nation

Quando Davide Serra di Algebris, nei giorni scorsi, ha avanzato la proposta di obbligare i fondi pensione italiani a investire una quota del loro capitale nell’economia del Paese non ho potuto fare a meno insieme a molti amici venture capitalist di apprezzarne la coraggiosa visione.

Serra, founder e CEO di Algebris, è un banchiere italiano che ha fatto fortuna nella City londinese e adesso guarda al suo Paese da un orizzonte molto più ampio. In un’intervista a Class-Cnbc è stato assai duro sull’impiego del risparmio in Italia. “Gli italiani non credono all’Italia. Investiamo nel nostro Paese meno del 2% dei nostri risparmi. È un dramma per il futuro. Fondi pensione e casse previdenziali non sanno investire. Adesso basta. Il Governo deve imporre una quota minima di investimenti nelle nostre imprese», ha detto. E ha aggiunto: «Sono per la libertà di mercato, ma il paradosso che viviamo è ormai insopportabile: il nostro risparmio, il quarto al mondo, viene investito ovunque tranne che nel nostro Paese. È come se fossimo un militare che, anziché utilizzare le sue munizioni per la battaglia, le offre al nemico e gli dice: sparami. Se fossimo stati più intelligenti prima non servirebbe un intervento così forte. Dobbiamo fare come in altri Paesi europei, Francia, Germania, Svezia, dove i gestori della previdenza devono dedicare una quota percentuale minima agli investimenti nel Paese, almeno il 5%».

Come alcuni di voi sanno, nel mio libro L’Occhio della Tigre” ho delineato un piano dettagliato di proposte finanziarie, e non solo, per sviluppare la startup economy, un sistema dell’innovazione che possa portare l’Italia al livello di nazioni come Francia, Inghilterra e Germania. Un sistema che, in un decennio, potrebbe finanziare 5.000 startup e scaleup e creare 1.000 PMI innovative e 200 campioni nazionali.

Il piano prevede un totale di 100 miliardi di euro di investimenti in 10 anni, di cui 50 miliardi provenienti da investitori privati e istituzionali, 5 miliardi dalla Cassa Depositi e Prestiti e 45 miliardi da investitori esteri, che già oggi rappresentano quasi il 50% della raccolta delle startup e scaleup italiane.

Ma come mobilitare i primi 50 miliardi?

La soluzione è a portata di mano. Il patrimonio degli investitori istituzionali, come casse professionali, fondi pensione e fondazioni bancarie, ammonta a circa 300 miliardi di euro. Basterebbe destinare lo 0,5% ogni anno nei fondi di venture capital per investire 15 miliardi in 10 anni.

Allo stesso modo, il patrimonio degli “high net worth individuals” (con almeno 1 milione di euro investibili) è di 600 miliardi di euro. Anche in questo caso, basterebbe destinare lo 0,5% ogni anno per investire 30 miliardi in 10 anni sulle startup.

Questa proposta rappresenta la giusta risposta al numero sempre crescente di imprenditori coraggiosi e investitori lungimiranti che vogliono cambiare l’Italia, per farla diventare una Startup Nation.

Probabilmente non sarà possibile, come dice Serra, obbligare per legge investitori istituzionali e private banker a tale impegno: è necessaria invece una determinata azione di moral suasion da parte del nostro Governo nei confronti di questi investitori come accaduto in Francia ed Inghilterra, oltre ad avviare una politica efficace di incentivi fiscali, prevista nella bozza del nuovo Startup Act proposto collegialmente dalle associazione del settore che rappresentano startup, fondi e business angel.

Al momento purtroppo azioni di moral suasion non se ne vedono e lo startup act è in via di approvazione oramai da molti mesi. E pensare che per mobilitare 100 miliardi in 10 anni lo stato dovrebbe spenderne in incentivi solo 7.5.

Quindi l’Italia può diventare una Startup Nation ? Si, ma…

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