Per chi avesse ancora dubbi sull’utilità, anzi sulla strategica necessità delle startup, ci sono adesso diverse risposte fatte di numeri, non opinioni.
- Dal 2012 al 2023 le startup hanno generato 63.519 nuovi posti di lavoro, pari al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale nello stesso periodo.
- Le startup ed ex startup innovative italiane hanno generato un fatturato totale di 12, 8 miliardi di euro al 2023.
- 126.605 persone abilitate solo nel 2023 (ed è un numero sottostimato visto che non tiene conto dei soci, dei venture capitalisti e altro)
Sono questi solo alcuni dei dati contenuti nel ricco rapporto “L’impatto occupazionale della filiera dell’innovazione italiana” realizzato da InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I), con il contributo dell’Unione Industriali di Torino e di Confindustria Genova e presentato in occasione della Italian Tech Week a Torino.
Il rapporto “legge” insieme i risultati di tre studi che evidenziano una fase di robusta crescita per l’imprenditorialità innovativa in Italia, sottolineando il ruolo cruciale che queste imprese svolgono per lo sviluppo economico del Paese, la creazione dei posti di lavoro del futuro e, di conseguenza, la produttività e la competitività nel medio-lungo periodo dell’Italia (qui è possibile scaricare le schede di sintesi)
La fotografia dell’ecosistema italiano dell’innovazione
Mettendo a fattor comune le varie ricerche e fonti emerge:
- Dal 2012 ad oggi le startup italiane hanno raccolto 7,2 miliardi di euro di finanziamenti di venture capital
- Il mercato dei servizi professionali di Open Innovation, nel 2023, si muove in
una forbice tra i 700 milioni e i 3 miliardi di euro. - Il Fondo Centrale di Garanzia ha garantito, dal 2012 ad oggi, 24.154
operazioni di startup e PMI innovative per un controvalore di 6,2 miliardi di
euro. - Le startup innovative ed ex-startup innovative – 30.230 – hanno prodotto
12,8 miliardi di fatturato e coinvolto 150.619 persone (soci e dipendenti);
- Le PMI innovative – 2.459 – hanno prodotto 7,7 miliardi di fatturato e dato
occupazione a 51.000 persone. - Gli incubatori e acceleratori – 262 cui si potrebbero aggiungere 55 PST –
hanno prodotto, dal 2016 ad oggi, 2,6 miliardi di fatturato e occupato 9.289 dipendenti. - 210.908 persone coinvolte nella filiera (senza considerare i dipendenti dei fondi VC, il personale non dipendente che collabora con le startup e il personale di PST)
- 39,7 miliardi di euro abilitati da questo settore.
Le startup e l’occupazione in Italia dal 2012 e il 2023
Il rapporto “L’impatto occupazionale delle startup innovative italiane tra il 2012 e il 2023”, curato dai centri studi di Assolombarda, Unione Industriali di Torino e Confindustria Genova, conferma che, anche in Italia, le startup innovative, 30.230 passate dal registro dal 2012 ad oggi, di cui 23.537 ancora attive, sono una forza propulsiva per l’occupazione.
Dal 2012 al 2023, queste imprese hanno coinvolto 87.100 soci e generato 63.519 nuovi posti di lavoro, pari al 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale nello stesso periodo.
Una crescita costante e robusta che, dal 2017, si è stabilizzata tra il 20% e il 30% annuo, con un aumento occupazionale del 126%, nei primi 5 anni di vita, superiore a quello delle nuove imprese nel complesso (117%). Tra le realtà più dinamiche spiccano le cosiddette “Gazzelle”, aziende ad alto tasso di crescita, che nel solo 2022 hanno generato 4.609 posti di lavoro.
Le startup ed ex startup innovative italiane hanno generato un fatturato totale di 11,7 miliardi di euro nel 2022, cifra che sale a 12,8 miliardi aggiornando i bilanci disponibili al 2023. Parallelamente, il valore aggiunto prodotto è stato di 2,4 miliardi di euro nel 2022, che diventano 3 miliardi nel 2023.
Inoltre, dall’analisi emerge come le regioni del Nord Italia, con Lombardia, Liguria e Piemonte in testa, si confermino protagoniste dello sviluppo economico e tecnologico del Paese. Ospitano, infatti, oltre un terzo delle startup italiane e danno
lavoro a 25.237 dipendenti, il 43,4% del totale nazionale.
Identikit delle startup italiane, finanziamenti e fatturati
Secondo il rapporto “Identikit delle Startup Italiane 2024”, condotto da InnovUp, l’Associazione che riunisce e rappresenta l’ecosistema italiano dell’imprenditorialità innovativa, tra giugno e settembre 2024, il 40% delle startup italiane ha ottenuto finanziamenti compresi tra 100.000 euro e un milione, mentre il 10% ha superato il milione.
Tuttavia, tali risorse restano ancora insufficienti rispetto al potenziale di crescita in termini di fatturato e posti di lavoro che queste imprese possono generare.
Nonostante le difficoltà legate all’accesso al capitale, alla burocrazia e al costo del lavoro, il settore mostra una crescita straordinaria. In particolare, il 50% delle startup ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25%, mentre il 62% ha incrementato la propria forza lavoro di oltre il 25% nell’ultimo anno.
Inoltre, il 16% delle aziende ha visto una crescita esponenziale delle risorse, superando il 50%.
Il valore del mercato dell’innovazione in Italia: 3 miliardi
Infine, dallo studio annuale sul mercato dei Servizi Professionali di Open Innovation realizzato da Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I) in collaborazione con SRM (Centro Studi del Gruppo Intesa Sanpaolo), emerge il valore di mercato diquesto settore, stimato attorno ai 3 miliardi di euro.
Nonostante le sfide poste dalle tensioni geopolitiche e dal rallentamento dell’economia globale, si prevede che il comparto manterrà un tasso di crescita annuo del 2%, confermando la sua centralità nel sostenere la maturazione imprenditoriale delle idee innovative.
I commenti: startup, un fattore di crescita per l’Italia
Federico Chiarini, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Startup, Federico Chiarini
“La rilevanza del settore, documentata dai dati e dai trend, impone a tutti noi di continuare a lavorare per favorire lo sviluppo delle start-up, quale motore per la crescita e la sostenibilità del nostro Paese nel medio-lungo periodo.
Come recentemente sottolineato da Draghi nel suo report sulla competitività europea, nel quale ha messo al centro l’innovazione quale leva fondamentale per recuperare il gap di crescita e produttività con US e Cina, solo attraverso significativi investimenti in questo settore potremo ambire ad un ruolo di leadership nel futuro.
Se già oggi, con solo lo 0,06% del PIL investito in Venture Capital (7,4 miliardi dal 2012), le nostre startup e PMI innovative hanno creato 210.000 posti di lavoro e 23,1 miliardi di fatturato, i risultati potrebbero più che raddoppiare se raggiungessimo la media europea di investimenti in questa asset class (0,25%-0,30% del PIL). Per farlo, però, è fondamentale che i nostri ampi risparmi privati – oltre 5.000 miliardi – siano investiti nell’economia reale del Paese e che questo sia accompagnato da politiche ambiziose per il settore”
Barbara Graffino, presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali Torino
“Il settore delle start-up innovative rappresenta oggi un fattore di crescita fondamentale per il futuro del Paese: nel dinamismo e nella capacità di visione di questa nuova imprenditoria risiede l’energia vitale in grado di muovere il motore di quella trasformazione creativa di cui avvertiamo tutti il bisogno.
In essa risiedono le capacità per aumentare la nostra competitività, generare nuovi posti di lavoro di qualità e promuovere uno sviluppo sostenibile. Ma per far sì che tale potenziale si realizzi pienamente, è necessario alimentare un ecosistema che sostenga e valorizzi gli attori del cambiamento, in particolare, investendo nell’educazione all’imprenditorialità e fornendo alle nuove generazioni gli strumenti e le opportunità per dare vita alle proprie idee e contribuire alla costruzione dell’Italia di domani”.
Vittoria Gozzi, Vicepresidente di Confindustria Genova con delega a Start Up e Formazione
“Genova e la Liguria si confermano protagoniste nell’ecosistema dell’innovazione italiano. I dati dimostrano come le startup della nostra regione siano un motore cruciale per la creazione di occupazione e lo sviluppo economico, generando valore e nuove opportunità per i giovani talenti. Confindustria Genova continuerà a sostenere iniziative che facilitino l’accesso a risorse e competenze per le nostre imprese innovative, con l’obiettivo di rendere Genova un polo di riferimento nazionale ed europeo per l’innovazione e la formazione imprenditoriale.
Crediamo fermamente che investire in formazione e nella cultura dell’innovazionesia la chiave per garantire un futuro di crescita sostenibile e competitivo”
Cristina Angelillo, presidente di InnovUp
“La nostra analisi evidenzia l’importanza del settore per il futuro del Paese. Futuro a cui guarda con positività il 70% delle startup intervistate, che si dichiarano soddisfatte del proprio percorso di crescita, un dato incoraggiante che offre prospettive positive per lo sviluppo del settore.
Tuttavia, restano fondamentali politiche mirate a facilitare l’accesso ai finanziamenti e a introdurre agevolazioni fiscali sugli investimenti. Allo stesso modo, è cruciale supportare la ricerca e sviluppo, oltre alle nuove assunzioni, per dare slancio agli innovatori del nostro Paese. In questo contesto, ribadiamo ‘importanza di mantenere un dialogo costruttivo con il Governo, a partire dal miglioramento, in fase di conversione, delle misure dedicate alle startup contenute nel cosiddetto DDL Concorrenza e attraverso il completamento del cosiddetto Startup Act 2.0 nei prossimi veicoli normativi, al fine di assicurare al settore innovativo un ruolo sempre più centrale all’interno dell’economia italiana”
Antonio Perfetti, Consigliere Delegato Fondazione R&I
“L’ultima edizione dello studio condotto dalla Fondazione R&I, insieme a SRM- Centro Studi e Ricerche, pone l’accento sul valore delle transazioni e dei servizi messi a disposizione dell’Open Innovation e del Technology Transfer dai diversi operatori economici nell’ecosistema nazionale.
Lo studio, infatti, mette in evidenza non solo le dimensioni quantitative, ma anche le caratteristiche peculiari che fanno dell’Open Innovation e del Technology Transfer un mercato di elevato valore assoluto, ma ancora poco aperto e selettivo.
Inoltre, il fatto che la probabilità di vita delle startup italiane è del 60% alla fine del periodo quinquennale, un dato superiore a quella delle altre imprese censite dall’Istat che è invece del 46% nello stesso arco temporale fin dalla loro nascita, ne dimostra la vitalità e le caratteristiche propulsive nell’economia nazionale, ma anche la necessità di interventi mirati a sostenerle ancor più in termini qualitativi nel periodo di transizione verso lo scaleup” .