L’onda lunga della pandemia, insieme con l’avanzare di una crisi planetaria, sta colpendo le startup di tutto il mondo e causando una quota anomala di licenziamenti. Secondo i dati di Layoffs.fyi, a maggio 2022 17mila persone impiegate a livello globale in startup hanno perso il lavoro, il 350% in più rispetto ad aprile. Il dato peggiore dall’inizio dell’emergenza da Covid19. Quali sono le ragioni del fenomeno?
Licenziamenti nelle startup: cosa succede nel mondo
Secondo un’analisi di Quartz, se è vero che l’emergenza sanitaria ha accelerato la digitalizzazione, probabilmente gli investitori hanno sovrastimato l’utilizzo da parte dei consumatori di alcuni strumenti e prodotti digitali. Durante la pandemia, le quotazioni di diverse startup high-tech hanno raggiunto livelli record, e parallelamente gli investimenti sono stati eccezionali. Il ritorno alla normalità ha frenato alcuni trend. L’analista di Quartz cita il caso di Peloton, la indoor bike pensata per essere una mini-palestra casalinga, molto ricercata durante i lockdown, ma meno desiderata con il ritorno alla vita sociale.
Un’altra ragione per i licenziamenti nelle startup internazionali riguarda l’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Diverse imprese stanno facendo più fatica a chiedere, e ottenere, danaro in prestito. E, notoriamente, le startup innovative hanno bisogno di tempo e iniezioni di denaro per diventare redditizie.
Di conseguenza, i titoli tecnologici sono crollati e gli investimenti nelle startup sono bruscamente scesi. Gli investitori stanno adottando maggiore cautela nell’erogazione di capitali, mentre esortano le società presenti nel loro portafoglio a preservare la liquidità. D’altra parte, con il galoppare dell’inflazione all’orizzonte, anche i consumatori stanno cominciando a limitare le loro spese. Peraltro, con l’aumento dei licenziamenti nelle startup, anche grandi aziende tecnologiche come Meta, Twitter, Microsoft, Snap e Salesforce hanno congelato o rallentato le assunzioni.
Questa la fotografia a livello internazionale. E in Europa cosa sta succedendo?
Quali startup europee stanno avviando licenziamenti
Il colosso del fintech Klarna, la società di quick delivery, Gorillas, la piattaforma per eventi online, Hopin, e la società di digital health, Kry, sono tra coloro che hanno annunciato licenziamenti.
A stilare un elenco, in costante aggiornamento, ci ha pensato Sifted. Eccolo.
-Nuri, la banca digitale con sede a Berlino, ha annunciato che sta licenziando parte del suo team: 45 dipendenti, il 20% della sua forza lavoro. Il CEO Kristina Walcker-Mayer ha dichiarato che l’azienda ha bisogno di “spostare i piani strategici verso una redditività più precoce per adattarsi alla nuova realtà nei mercati finanziari”
-Klarna, il gigante del “Buy now, pay later”, prevede di licenziare il 10% della sua forza lavoro globale. La maggior parte degli interessati è nella sede a Stoccolma, all’interno dei team di acquisizione di talenti e ingegneria.
-Uncapped, la startup di revenue based financing, ha licenziato 29 persone, il 26% dell’organico. La maggior parte erano ingegneri di prodotto.
-Cazoo, il rivenditore di auto online di seconda mano, sta progettando di ridurre il numero di dipendenti del 15%. Si tratta di 750 posti di lavoro. Sta anche congelando le assunzioni per “ruoli non essenziali”.
-Getir, pioniere nel settore delle consegne veloci di generi alimentari, sta tagliando circa il 14% del suo personale a livello globale, ovvero 4.500 posti di lavoro.
-Gorillas, altra startup di quick delivery concorrente di Getir, sta lasciando a casa circa 300 dipendenti della sua sede di Berlino.
-Zapp (sempre q-Commerce) ha comunicato al personale in una e-mail, che il team è in sovrannumero. Il testo citava l’aumento dell’inflazione, la guerra in Ucraina e l’interruzione della catena di approvvigionamento (supply chain) come fattori alla base dei licenziamenti.
-Domestika, una piattaforma per corsi online ed e-learning, ha licenziato circa 150 dipendenti su 800 persone.
-Kry, la scaleup della salute digitale, ha confermato il licenziamento del 10% della sua forza lavoro (circa 100 persone)
-Hopin, piattaforma di eventi online un tempo estremamente apprezzata, lascerà a casa 138 dipendenti (12% del suo personale).
Licenziamenti startup, e in Italia?
Per il momento nell’ecosistema italiano non sembra registrarsi alcune “fenomeno licenziamenti”. Va ricordato che la nostra è una scena startup molto piccola, sia per numero e dimensione delle imprese, sia per l’ammontare degli investimenti in venture capital.
Secondo lo Startup Ecosystem Rankings stilato da StartupBlink, l’Italia è 31esima a livello globale, ed è scesa di due punti nel 2021 rispetto agli anni precedenti, mentre in Europa occidentale figura al 15esimo posto. Il venture capital circolante è estremamente ridotto rispetto a quello delle altre nazioni europee più avanzate in questo campo, ed enormemente lontano dalle dimensioni degli Stati Uniti. I posti di lavoro, di conseguenza, sono di meno e soprattutto sono diverse sia le valutazioni delle startup sia le loro aspettative di crescita e successivi finanziamenti. Vedremo se, e quando, l’onda internazionale di licenziamenti arriverà sui nostri lidi.