L’emergenza Coronavirus è e sarà, nostro malgrado, il grande protagonista del biennio 2020-2021. In questo contesto di radicale e drammatico cambiamento, in cui le imprese tradizionali e le istituzioni sono apparse spesso disorientate, l’ecosistema startup ha mostrato alcune vie per fronteggiare la nuova quotidianità imposta.
L’effetto startup nell’anno del Covid
Il Covid-19 non ha di fatto frenato la nascita delle startup italiane e molte si sono messe in gioco, collaborando e contribuendo fattivamente ad affrontare gli effetti della pandemia, principalmente pro-bono. Questa prodigiosa capacità di reazione al cambiamento e di contributo all’emergenza, questo “effetto startup”, è stato colto anche da molte imprese che hanno riscontrato durante l’emergenza sanitaria maggior stimolo a collaborare con attori esterni in ottica di Open Innovation e a collaborare con le startup stesse per affrontare la situazione di emergenza.
La pandemia ha fatto rivedere marginalmente i budget in innovazione digitale nel corso del 2020 e anche per il 2021 gli investimenti nelle tecnologie ICT e digitali non diminuiranno nel complesso, pur riducendosi il trend di crescita che si è registrato negli ultimi tre anni.
Com’è variato il budget 2020 per l’innovazione con l’emergenza Covid-19?
Il convegno online del 3 dicembre
Questi sono i principali risultati delle Ricerche Innovation 2020 degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy che saranno presentati il 3 dicembre, durante il Convegno gratuito online del Politecnico di Milano “L’Innovazione Digitale non va in lockdown: alle imprese cogliere l’effetto statup”, insieme ai risultati dell’Osservatorio Startup Hi-tech.
In un anno caratterizzato da estrema incertezza e complessità, il digitale ha giocato un ruolo indubbiamente centrale come leva per garantire continuità a tutte le organizzazioni. Il digitale è stato infatti una condizione essenziale di resilienza e i gap di digitalizzazione, ove presenti, hanno inciso persino sulla possibilità di sopravvivenza. Dalla ricerca emerge quindi il motto “mai più senza digitale” per le imprese italiane. Gli investimenti in Innovazione Digitale si focalizzeranno nel 2021 sulle priorità imposte dall’emergenza Covid-19: Security e Smart Working.
Open Innovation, il raddoppio delle PMI
Cresce la percentuale di imprese che adotta azioni di Open Innovation, sia nel comparto delle grandi imprese che in quello dello PMI, percentuale che in questo caso quasi raddoppia, se paragonata al dato rilevato lo scorso anno. L’Open Innovation è un fenomeno destinato a tutti per sviluppare la collaborazione e l’unione di intenti. In momenti di crisi la velocità è cruciale e il tempo diventa quindi il driver principale e “aprirsi” diventa una strategia che può determinare la sopravvivenza dell’azienda stessa. È anche la conferma della tendenza sempre più concreta di voler instaurare partnership, forniture e progetti pilota con attori meno tradizionali, più agili e a volte capaci di maggior collaborazione.
Chi partecipa al convegno del 3 dicembre
Il Convegno ospiterà le testimonianze di autorevoli esponenti di importanti realtà nazionali, tra cui Acea, ACI, Agos, BNP Paribas Leasing Solutions, Bper Banca, Bticino, Credem Banca, Edison, Enel, Enercom, Eni, Esselunga, Gruppo Hera, Gruppo Tea, Janssen, Parmalat, Poste Italiane, Prysmian Group, Saipem, Siram, Snam, Sparkasse, Terna, Vivigas, e alcune delle startup che si sono distinte in questi mesi, tra queste Aidexa, FrescoFrigo, Glovo, iGenius, Indigo.AI, Isinnova, Narvalo, UFirst, WeSchool.
Non sappiamo ancora come sarà il prossimo futuro, ma la nuova normalità, il new normal, dovrà essere affrontato con la consapevolezza che nessuno si salva da solo. Le armi vincenti saranno la capacità di adattarsi e la piena valorizzazione dell’ecosistema in cui si opera. Unitevi a noi e partecipate al convegno online del 3 dicembre!