L’APPROFONDIMENTO

L’ecosistema dell’innovazione e delle startup in Austria: i protagonisti, le organizzazioni, i fondi



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L’Austria vanta oltre 3400 startup, di cui la metà nate a Vienna, e nel tempo ha prodotto unicorni come Bitpanda, GoStudent, refurbed e TTTech Auto. Cosa le attira? Investimenti in ricerca, fondi governativi e VC, possibilità di sperimentazioni. E tanti appuntamenti: il più importante è ViennaUp. Ecco le varie voci dell’ecosistema

Pubblicato il 11 giu 2024

Luciana Maci

Coordinatrice editoriale EconomyUp



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Gli austriaci credono nell’innovazione, la coltivano, la finanziano. Nonostante l’Austria abbia solo 9,1 milioni di abitanti, vanta oltre 3400 startup, di cui circa la metà sono nate a Vienna. Una su tre è attiva in campo ICT, ma ne nascono molte anche nel Life Science. Tra le startup austriache ci sono unicorni come Bitpanda, GoStudent, refurbed e TTTech Auto, che hanno superato la valutazione di un miliardo di dollari. Nel 2023 sono stati conclusi 184 round di investimento pari a 700 milioni di euro e quattro transazioni hanno superato i 50 milioni. Il 25% di tutti gli investimenti sono stati in green-tech e imprese a scopi sociali.

Ma perché questo piccolo Stato europeo con un passato da grande impero è diventato un ecosistema ben strutturato per le realtà innovative? Le ragioni sono varie. Innanzitutto l’Austria fa parte della DACH, la regione che comprende i Paesi europei di lingua tedesca, dunque anche la Germania e parte della Svizzera. Per questo motivo è in grado di attirare imprese innovative provenienti da mercati di dimensioni più grandi che la vogliono utilizzare come una sorta di test per i loro prototipi e le loro soluzioni.

Un’altra motivazione è la grande scommessa su ricerca e sviluppo: il governo austriaco investe in R&D il 3,22% del PIL (prodotto interno lordo), una media superiore a quella dell’Unione europea. In particolare, nei dintorni di Vienna, sorge l’Ista (Institute of Science and Technology Austria), un istituto di ricerca di eccellenza che fa trasferimento tecnologico e ospita società innovative di alta qualità, tra cui alcune costituite da italiani.

Ad attirare le startup sono anche i programmi di finanziamento governativi e la presenza di investitori e venture capitalist quali Speed Invest, società di venture capital focalizzata sul finanziamento di startup tecnologiche europee nelle prime fasi, riconosciuta come il miglior fondo Seed d’Europa del 2023.

Al centro dell’ecosistema innovativo austriaco c’è la capitale, che è anche città universitaria, perciò attrae studenti dal resto del Paese e da tutto il mondo.

Vienna, e in generale l’Austria, grazie alla posizione geografica, sono una sorta di ponte tra Ovest e Est. “In sintesi – dice a EconomyUp Marion Biber della Austrian Business Agency, l’agenzia governativa che aiuta le aziende estere a esplorare le possibilità offerte dal Paese – qui da noi le imprese innovative possono trovare stabilità e sicurezza, protezione dei brevetti, una buona qualità della vita e ulteriori benefit, come per esempio il costo non elevato degli uffici”.

“L’Italia è il secondo partner commerciale per l’Austria” ricorda Susanne Mayr, Direttrice Italia di INVEST in AUSTRIA, sottolineando la presenza di incentivi diretti e indiretti per le aziende, tra quelli a fondo perduto (fino al 30% del totale) e quelli a tasso agevolato con un premio fiscale. Inoltre da alcuni mesi è stata introdotta Flexco, una nuova forma societaria che promette maggiore agilità rispetto alle tradizionali Srl, per esempio consentendo di trasferire le quote senza la presenza di un notaio.

ViennaUp: cosa significa per l’ecosistema delle startup austriaco

L’occasione per analizzare l’ecosistema austriaco arriva da un recente evento, ViennaUP, festival internazionale per startup diventato punto di riferimento per fondatori e imprenditori interessati a conoscere le opportunità commerciali della capitale austriaca. Organizzato dall’Agenzia per lo Sviluppo Economico di Vienna a partire dal 2021, quest’anno si è svolto dal 3 al 9 giugno portando 80 eventi in 11 distretti viennesi, coinvolgendo 44 partner, occupando 33 location in tutta la città e registrando 10.000 partecipanti da oltre 90 paesi.

Al suo interno, il “Connect Day”, l’appuntamento appositamente pensato per far incontrare startup, aziende e investitori. Una delle sue particolarità: far fare il pitch alle aziende invece che, come avviene di solito, agli startupper. Ai dirigenti è stato chiesto di salire sul palco e illustrare brevemente l’attività della loro corporate, esplicitando a quale tipo di realtà innovative potrebbero essere interessati.

QUI il video

Numerose le startup accorse da tutto il mondo per ViennaUp. Tra queste anche alcune italiane, come Fybra, attiva in ambito climate-tech, che sviluppa e commercializza un dispositivo per monitorare la qualità dell’aria all’interno degli edifici e segnalare quando è il caso di aprire o chiudere le finestre per evitare infiltrazioni di umidità.

Le startup sono arrivate all’evento da ogni parte del mondo grazie anche al “Vienna Startup Package”: un “pacchetto” di iniziative che prevede alloggio, spazi di coworking, consulenze e accesso ad opportunità di networking per le startup internazionali selezionate come le più promettenti nel loro settore.

Diverse startup straniere hanno scelto l’Austria come propria base. Tra queste la giapponese Godot, una DeepTech fondata nel luglio 2022 a Kobe. L’azienda si concentra sul “cambiamento comportamentale per il bene”, utilizzando la sua intelligenza artificiale di iper-personalizzazione chiamata NudgeAI. Godot GmbH opera come centro di ricerca e sviluppo in Austria, collaborando con Ars Electronica Futurelab e l’Università di Vienna. “Abbiamo scelto l’Austria – spiega a EconomyUp il suo Managing Director Go Suzui – per la sua posizione centrale in Europa, il forte supporto alla ricerca e sviluppo e perché è un settore che favorisce lo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale”.

Startup dell’intelligenza artificiale in Austria

L’Austria ha deciso di scommettere sull’AI: un think tank indipendente, AI Austria, è dedicato proprio alla promozione dell’intelligenza artificiale nel Paese. L’ha fondato Clemens Wasner, CEO di EnliteAI, startup austriaca focalizzata sulle soluzioni di intelligenza artificiale. Wasner è anche co-fondatore e attualmente presidente della Applied AI Conference (AAIC), la più grande serie di conferenze B2B sull’IA in Europa. Ricopre inoltre la posizione di Vice Presidente presso ADRA, la partnership per l’IA, i dati e la robotica della Commissione Europea. “Ho vissuto a lungo in Giappone e Cina prima di rientrare in Austria – dice a EconomyUp – e ho potuto constatare il diverso approccio di quei Paesi all’AI. Il Giappone, che è produttore di automobili, si è subito interrogato su come utilizzarla nel settore, in Cina si sono immediatamente chiesti come avrebbe cambiato il business. L’approccio europeo è invece di cautela, se non di preoccupazione. Io voglio portare un approccio concreto nel settore”.

Altri dati sulle startup in Austria

Tornando ai numeri relativi alle startup austriache, ABA e l’Austrian Startup Monitor 2023 hanno fornito un quadro dettagliato dell’ecosistema: sono 30mila le persone che lavorano presso le startup, il 41% delle startup austriache è già profittevole, il 30% delle startup austriache ha team di fondatori con sia uomini sia donne, mentre il 17% delle startup austriache ha fondatori che provengono dall’estero.

I principali settori di attività di queste realtà innovative sono l’Information Technology e il Software che pesa per il 30%, il Life Science che vale il 14% del totale, il Consumer good per il 10%, le Tecnologie industriali per il 9%, il comparto Energia e mobilità per il 7%.

Il 13% delle startup ha progetti green impact, il 14% di social impact, il 26% è sia green sia social impact. Questo avviene anche grazie alla crescente attenzione degli investitori verso lo sviluppo di innovazioni a impatto ambientale e sociale: infatti almeno il 25% degli investimenti nel 2023 è andato a favore di startup di questo tipo, rispetto al solo 3% del 2022.

Gli investitori

Per quanto riguarda la tipologia dei fondi che hanno investito in startup austriache, appare fondamentale il ruolo dei veicoli di investimento pubblico che partecipano a oltre la metà (52%) dei round. I VC figurano nel 13%, i business angel nel 28%, i fondi europei nel 18%.

L’importanza di essere piccoli

“È una cosa buona essere un piccolo Paese, perché devi pensare globale sin dal primo giorno” dice a EconomyUp Markus Raunig, presidente di AustrianStartups, piattaforma indipendente non-profit per l’imprenditoria innovativa fondata 11 anni fa. “Un altro punto di forza è la forte connessione che riusciamo ad avere tra di noi, perché la comunità non è grande e finisci per conoscere tutti nella startup scene in poche settimane. E questo aiuta”.

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