Il piano

Lazio, 56 milioni di euro alle startup fino al 2020

È la stima dei finanziamenti destinati dalla Regione all’ecosistema, elaborata da EconomyUp in base alle linee guida diffuse di recente. Obiettivo: far nascere 500 neo imprese nei prossimi 5 anni. I soldi, attinti dai programmi europei, andranno a due fondi di seed capital per startup, un fondo di venture capital, incubatori ed eventi

Pubblicato il 29 Giu 2015

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Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti

Almeno 56 milioni di euro sono in arrivo nel Lazio per l’ecosistema delle startup nei prossimi 5 anni. È quanto si deduce da una prima analisi delle linee guida pubblicate dalla Regione Lazio pochi giorni fa a proposito di Startup Lazio!, programma per far nascere 500 nuove imprese nei prossimi 5 anni.

Negli ultimi anni la Regione si è già dimostrata particolarmente desiderosa di investire in questo settore, decidendo di ricorrere “last minute” ai fondi comunitari rimasti inutilizzati allo scadere dei programmi di finanziamento europei validi per il periodo 1 gennaio 2007 – 31 dicembre 2013. Per sfruttare le risorse residue, a fine 2013 il presidente Nicola Zingaretti ha sfornato una raffica di bandi destinati a startup e pmi, quasi tutti chiusi a fine 2014, arrivando a erogare in totale circa 45,5 milioni di euro.

Ora si riparte, attingendo alle risorse della programmazione europea 2014-2020, ovvero ai fondi Ue stanziati per i prossimi cinque anni (più l’anno scorso, quindi in totale sei anni di erogazione finanziamenti). Gli obiettivi sono indicati nel documento diffuso dalla Regione: promuovere e sostenere la nascita e l’avvio di almeno 500 startup innovative e creative; realizzare interventi in almeno 25 startup per aiutarle a passare alla seconda fase di crescita; favorire la nascita e il sostegno di startup innovative e creative rafforzando almeno 4/5 startup factory (incubatori/acceleratori d’impresa) private qualificate; promuovere grazie ai fondi del Psr (Piano di sviluppo rurale) la nascita di nuove aziende innovative in aree rurali.

Ma in concreto quanto soldi saranno erogati e con quale destinazione? È ancora presto per dirlo con precisione, dato che al momento si tratta solo di linee guida che dovranno essere implementate attraverso la pubblicazione di appositi bandi. Ma da un’analisi del documento elaborata da EconomyUp è già possibile ricavare una stima generale, che ammonta appunto a 56,1 milioni di euro. Stima al ribasso, peraltro, perché non comprende i fondi destinati alle startup agricole, non ancora calcolabili con precisione.

Innanzitutto è previsto il ri-finanziamento di due fondi di seed capital che, allo stato attuale, concedono contributi a fondo perduto alle startup: il “Fondo per la nascita e lo sviluppo di imprese e startup innovative” e il “Fondo della creatività per il sostegno e lo sviluppo di imprese nel settore delle attività culturali”. Il “Fondo per la nascita e lo sviluppo di startup innovative” era partito l’anno scorso su ispirazione della Commissione Startup voluta da Zingaretti e dall’assessore allo Sviluppo economico Guido Fabiani: un gruppo presieduto da Carlo Alberto Pratesi che, lavorando a titolo gratuito, ha coinvolto tutti gli attori del territorio, dalle startup laziali ai venture capitalist, dagli incubatori alle università. Il fondo aveva risorse a propria disposizione per 1 milione e 350 mila euro da impiegare nell’arco di un anno con investimenti su ciascuna startup fino a un massimo di 30mila euro. Era un bando a sportello: le startup potevano accedere ai finanziamenti a fondo perduto dietro richiesta e fino a esaurimento fondi. Non solo il Fondo è stato ri-finanziato ma è anche diventato strumento non più occasionale bensì duraturo (dovrebbe cioè operare per i prossimi cinque anni). Moltiplicando le risorse annuali del suddetto Fondo per i sei anni di programmazione si ottiene una cifra complessiva di 8,1 milioni di euro che potranno essere erogati fino al 2020 alle startup che ne faranno richiesta.

Stessa logica e stessi importi per il “Fondo della creatività per il sostegno e lo sviluppo di imprese nel settore delle attività culturali”. Qui si apre la questione se le startup e le imprese culturali che si candideranno per ottenere i finanziamenti saranno anche in parte o del tutto hi-tech, e da considerarsi startup innovative. Sia come sia, il Fondo dovrebbe erogare altri 8,1 milioni di euro da qui al 2020 (noi però non lo abbiamo incluso nella stima finale proprio per la sua natura non strettamente attinente alla tecnologia).

L’altro strumento per incentivare l’ecosistema delle startup laziali che verrà ri-finanziato grazie ai fondi europei è il Fondo Regionale di Venture Capital. Non tutti lo sanno, ma da diversi anni il Lazio ha un fondo pubblico destinato a investimenti nel capitale delle aziende, proprio come quello che ha appena varato Invitalia e funzionante in base allo stesso meccanismo: l’ente pubblico si attiva sempre in co-finanziamento con almeno un altro partner investitore. La precedente dotazione di questo Fondo era 24 milioni di euro. Avendone la Regione annunciato il ri-finanziamento, dovrebbero essere in arrivo almeno altri 24 milioni (se non di più) destinati a sostenere la fase di crescita delle imprese dopo il periodo di incubazione “con interventi di taglio sino a 1,5 milioni ad investimento”.

Sono inoltre previsti 150mila euro di finanziamenti all’anno per eventi, concorsi, , hackathon, fiere e manifestazioni dedicati al mondo delle startup. Spalmati nell’arco di sei anni fanno in tutto 900mila euro.

Altri 15 milioni di euro dovrebbero essere destinati da Regione Lazio al sostegno all’attività di incubatori e acceleratori privati. “Si intende fornire agli startupper – si legge nel documento diffuso dalla Regione – sia un luogo fisico dove lavorare a costo incentivato, sia una gamma di servizi per la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative e creative: stimolo all’imprenditorialità, orientamento, coworking, preincubazione, incubazione, accelerazione, servizi legali, amministrativi, di marketing, ecc.”. Per l’assegnazione dei finanziamenti verrà utilizzato un modello europeo di intervento che prevede di affidare a un soggetto specializzato, mediante gara, fondi pubblici da associare a fondi privati per investire nelle startup innovative. Sarebbero previsti, secondo fonti contattate da EconomyUp, fino a 1,750 milioni di euro per incubatore. Alcuni delle principali realtà della capitale operative in questo ambito starebbero già preparando la documentazione per accedere ai fondi.

Sommando tutti i finanziamenti citati sopra si arriva alla cifra di 56,1 milioni di euro destinati a piovere sull’ecosistema delle startup e delle imprese romano e laziale nei prossimi cinque anni. Soldi destinati a smuoverne altri, perché in diversi casi si tratterà di co-finanziamenti dove entreranno in gioco realtà private come nel caso del Fondo di venture capital. Resta da vedere se il territorio saprà far fruttare adeguatamente queste risorse.

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