LA STARTUP

Latitudo 40: l’analisi geosatellitare alla portata di tutti, per l’agritech e le smart city

“Earth Analytics made Simple” è il motto di Latitudo 40, startup innovativa accelerata da Techstars a Torino, che mira a semplificare l’accesso ai dati che arrivano dallo spazio. Ecco che cosa fa e quali sono gli ambiti di applicazione della sua piattaforma

Pubblicato il 15 Mar 2021

Latitudo 40

A volte per comprendere meglio una questione bisogna allontanarsi e guardarla da lontano. Quale modo migliore quindi di capire quello che avviene sulla Terra se non dallo spazio? Grazie alle migliaia di satelliti che ruotano attorno al nostro pianeta mappandolo costantemente è possibile accedere a immagini dettagliate di qualunque porzione della superficie terrestre. Tuttavia, per quanto un’immagine valga mille parole – come ripete il noto detto – da sola non basta a permettere di raggiungere una comprensione analitica.

Estrarre informazioni dalle immagini satellitari infatti è un’operazione complessa che solitamente richiede il lavoro di diverse professionalità e prevede costi che solo le grandi organizzazioni possono permettersi. Cosa succederebbe invece se questo tipo di analisi venisse automatizzata e messa alla portata di tutti? È questa la domanda da cui sono partiti i quattro fondatori di Latitudo 40, una startup innovativa con sede a Napoli, specializzata in soluzioni integrate di geo-informazione.

Latitudo 40: che cos’è, che cosa fa e come lo fa

Applicando algoritmi innovativi, intelligenza artificiale, machine learning e Big Data analytics alle immagini satellitari hanno dato vita a EarthAlytics, una piattaforma di Geographic Information System (GIS). La vision dell’azienda è rendere l’analisi geosatellitare tanto semplice da poter essere accessibile da chiunque, con le stesse competenze necessarie a leggere un’email o fare un post sui social. L’informazione dallo spazio sulla punta delle dita.

Si tratta di un paradigma di automazione & cloud a supporto delle decisioni più svariate, nel modo più semplice e rapido possibile. Latitudo 40 raccoglie e vende anche immagini satellitari, ma il suo punto forte sono gli strumenti di analisi che combinano un mix di algoritmi, provenienti da più fonti con altri realizzati in casa, chiamato “brick”. Ogni brick è specializzato nell’individuare e quantificare un determinato oggetto, in questo modo è possibile prendere una porzione più o meno estesa di un’area e sapere, per esempio, il numero di palazzi o quanto verde c’è.

Nello specifico il sistema è in grado di lavorare su: vegetazione, edifici, tubazioni, impianti elettrici, piscine, rifiuti, ponti, strade, container, così come su elementi in movimento e relativamente piccoli come aerei, treni o automobili. A tutto ciò va aggiunta la possibilità di tracciare il cambiamento intercorso nel tempo. Utilizzando serie storiche di immagini, Latitudo 40 è in grado di effettuare la “change detection” anche nell’arco di diversi anni.

La collaborazione con alcuni dei principali attori nel settore, come Copernicus, Airbus e Planet, garantisce alla startup di potersi vantare di offrire il più vasto catalogo di immagini satellitari al mondo. La recente partnership con SpaceWill – di cui Latitudo 40 è dealer ufficiale in Europa – non solo estenderà il parco satelliti includendo alcuni dispositivi appartenenti al governo cinese, ma permetterà di includere anche ortofoto, modelli DEM/DTM, scansioni ottiche, radar e termiche in alta qualità.

La piattaforma è comunque ancora in via di sviluppo. I lavori fervono non solo a livello analitico, ma anche per quanto riguarda l’interfaccia utente. Non è un caso infatti che nella squadra ci siano anche graphic designer ed esperti di web UX: gran parte del focus riguarda proprio la dashboard web di EarthAlytics. Il punto di arrivo è la possibilità di ottenere tutti i dati semplicemente selezionando un’area sulla mappa e definendo un periodo temporale.

L’approccio Saas adottato rende l’applicazione semplice da customizzare grazie alle EarthAPI proprietarie. La natura modulare dei blocchi di analisi e la combinazione di dati provenienti da molte fonti eterogenee (gratuite e private, ma anche da droni e IoT, in caso di necessità) è appoggiata a un’infrastruttura in cloud scalabile e permette infinite applicazioni.

Ambiti di applicazione

Gli ambiti di interesse di EarthAlytics ruotano essenzialmente attorno a due ambienti: urbano e rurale. Nel primo caso l’analisi può supportare la pianificazione urbanistica, permettendo a un comune di comprendere non solo la situazione istantanea, ma anche la sua evoluzione nel tempo. Per esempio oltre all’inventario di asset urbani, edifici, zone verdi e automobili, il sistema può evidenziare casi di abusivismo, flussi di traffico e picchi di frequentazione di determinati locali.

In ambito rurale invece i brick possono essere usati per conoscere il tipo di terreno, lo stato di una coltura o magari stimare il raccolto. L’analisi dall’alto permette anche di individuare zone caratterizzate da stress idrico o che necessitano di essere fertilizzate. Sfruttando le immagini storiche – fino a 10 anni a ritroso – è possibile conoscere la resa di un terreno oppure identificare i punti migliori per installare le arnie per l’apicoltura, come fatto da 3Bee, una startup agritech dedita all’innovazione sociale.

In maniera trasversale la piattaforma si presta anche al monitoraggio continuo di infrastrutture mettendo in luce eventuali problematiche legate a strade, ferrovie, impianti di telecomunicazione e linee elettriche. Attorno a queste ultime è arrivata la collaborazione con Terna, interessata a scovare eventuali interruzioni nei cavi ad alta tensione, la presenza di eventuali ostacoli o costruzioni abusive che possono mettere a rischio la rete.

Proprio la gestione del rischio si configura come l’ultima frontiera di Latitudo 40. Le compagnie assicurative infatti possono mettere a frutto EarthAlytics per monitorare attività agricole o commerciali, costruire modelli di pricing, migliorando i processi di risk assessment e underwriting, oltre a scovare eventuali frodi, anche in zone remote e difficili da raggiungere.

Latitudo40 videopitch

Latitudo40 videopitch

Guarda questo video su YouTube

Com’è nata Latitudo 40

A questo punto può venire da chiedersi: perché scegliere “Latitudo 40” come nome? La risposta è semplice: si tratta di un omaggio a Napoli, città natale dei fondatori tra cui Vincenzo Vecchio, ingegnere informatico con un’esperienza ventennale in Project Management e Business Development tra Italia, Europa e Stati Uniti. Insieme a lui ci sono altri tre soci con cui già ha fondato altre startup: Donato Amitrano, Mauro Manente e Gaetano Volpe.

Amitrano è un ingegnere aerospaziale con una laurea anche in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni; Manente ha una laurea in ingegneria informatica ed è specializzato in PM e Software Architecture; Volpe infine è il manager di marketing, sales e business development che può vantare esperienze internazionali anche come Business Coach nell’ambito del programma SME Instrument.

Nel giro di poco più di due anni comunque la squadra è cresciuta fino a contare altre 10 persone, tutti collaboratori giovani o giovanissimi, al di sotto dei 35 anni, che controbilanciano l’anzianità del gruppo dei fondatori.

A differenza di molte startup, Latitudo 40 non è stata fondata con una raccolta fondi, ma nel 2017 i quattro hanno deciso di mettere sul tavolo i soldi necessari di tasca propria. La scelta controcorrente è dovuta a precedenti esperienze negative e alla volontà di realizzare un prodotto più solido da proporre al mercato. Ad ogni modo lo scorso anno Latitudo 40 è stata selezionata tra le cento startup accelerate da Parsec, mentre è notizia recente l’ingresso nell’acceleratore Techstars.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Roberto Artigiani
Roberto Artigiani

Appassionato di tecnologia in tutte le sue applicazioni, implicazioni e complicazioni, ma quando non scrivo torno analogico: leggo classici, ascolto musica dei tempi andati e guardo cinema d'antan

Articoli correlati