All’evento “10Years Later” organizzato da H-Farm in occasione dei 10 anni dello Startup Act è intervenuto Alberto Dalmasso, founder e CEO di Satispay. Ecco il suo appello alle istituzioni italiane: invertire le priorità e non tergiversare sulle indicazioni che arrivano dall’Unione Europea, come è accaduto con le nuove regole sull’obbligarorietà dei Pos che non prendono in considerazione altre forme di pagamento digitale.
Iniziative come Restart Italia hanno mostrato l’urgenza di una politica dell’innovazione. A distanza di 10 anni ringrazio per quanto fatto, ma devo dire che fino a quando non verrà invertito l’ordine delle priorità e inquadrato il bisogno di accelerare lo scale up, l’urgenza non sarà soddisfatta. Anche l’Istituzione di un Ministero dell’Innovazione è un segno importante, ma ancora non basta.
L’innovazione deve essere priorità trasversale. I Governi che si succedono a turno si occupano delle grandi crisi industriali del Paese, che cambiano a volte nome ma restano le stesse, dandogli massima priorità, mentre servirebbe invertire l’ordine e la massima priorità dovrebbe essere sulle giovani e piccole imprese innovative di oggi, perché loro saranno le grandi aziende di domani, che permetteranno di trattenere talenti e attrarne dall’estero. Il Paese che avrà più aziende innovative sarà quello che crescerà di più.
Consapevole che non sia facile, ritengo che le Istituzioni debbano partire da un dialogo più stabile e profondo con le giovani imprese, considerandole come interlocutori importanti e preparati per definire le regole. Aiuterebbe ad alzare più rapidamente lo sguardo sul futuro, e a definire percorsi e condizioni perché l’Italia possa diventare riferimento in Europa e nel mondo per nuove e strategiche industrie tecnologiche.
Il fintech è già oggi uno di questi comparti in cui eccelliamo e si può fare ancora di più. Mantenere il dialogo tra le nuove imprese e le istituzioni garantirebbe anche una maggior coerenza con la normativa europea che sul digitale, sta definendo percorsi chiari per un importante ed etico sviluppo.
I tanti giovani che negli ultimi 10 anni si sono cimentati nella non facile sfida di fare impresa e innovazione in Italia, non si aspettano particolari favori dalla politica, come è giusto che sia. Apprezzano e traggono vantaggio da una normativa sulle start up ben fatta, ma poi ognuno nel suo settore lavora costruendo su studio, competenze nonché sincero e forte desiderio di contribuire alla crescita del Paese.
L’unica cosa che ci aspettiamo è che se esiste una normativa europea di riferimento per il comparto, nel nostro caso specifico la Direttiva PSD2 varata per favorire la nascita di nuovi campioni europei nei pagamenti, non accada che proprio in Italia dove è nato un sistema come Satispay per risolvere le problematiche degli esercenti sui pagamenti elettronici, passi una legge sul POS che ignorando la raccomandazione europea di neutralità rispetto alle tecnologie e sistemi di pagamento, continua a parlare solo di strumenti datati come le carte, escludendo dalle opzioni i nuovi circuiti.
È accaduto quest’estate, mentre in Paesi attenti come il Belgio approvavano la stessa legge parlando di “obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici”, andando così incontro anche, e soprattutto, a esercenti e professionisti, liberi di scegliere la modalità con la quale adempiere all’obbligo tra una pluralità di soluzioni presenti sul mercato.
L’esempio va letto molto oltre al nostro caso specifico e va guardato in prospettiva futura, come elemento chiave per stimolare la continua nascita di altre nuove imprese che non devono farsi scoraggiare a monte dall’idea di dover affrontare un frame regolamentare non altrettanto incentivante come si può trovare in altri Paesi.
Siamo un grande Paese e ho fiducia nel fatto che qualsiasi sarà il nuovo Governo metterà tutte le sue energie per continuare a contribuire nella definizione dei migliori approcci e strumenti che l’Occidente può mettere in campo per affrontare il drammatico momento che il mondo intero sta vivendo.
Le priorità per le Istituzioni continueranno ad essere tante e complesse, ma parallelamente potranno contare sul serio lavoro di una nuova generazione di imprenditori che si sta formando grazie alle opportunità aperte dall’evoluzione tecnologica e della normativa europea per costruire il tessuto economico di domani; l’unica cosa di cui questa generazione ha bisogno è di non essere tenuta in svantaggio rispetto a operatori già fortemente consolidati e internazionali, il resto lo definirà la sana e giusta competizione di mercato.