Informazione locale

Lani (City News): «Editoria online, vi spiego perché il modello di business ora funziona»

Il network di notizie da 40 città fondato da Luca Lani ha chiuso il primo bilancio in utile e punta all’espansione. Uno dei segnali che il giornalismo su Internet non è più solo un rischio. Il founder: «Il nostro successo? Geolocalizzazione e un buon track record»

Pubblicato il 02 Feb 2015

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Luca Lani, founder di Citynews

L’editoria online è in fase di profonda trasformazione e all’affannosa ricerca di un modello di business efficace, quindi comporta potenziali rischi sia per gli investitori sia per gli ideatori di iniziative in questo campo. Ma qualche segnale in controtendenza c’è. Uno è l’imminente debutto in Borsa di Banzai, società fondata nel 2006 da Paolo Ainio, che oltre a primeggiare nell’e-commerce ha come suo altro “pilastro” l’editoria nativa digitale con testate quali ilPost, Giallo Zafferano, Giornalettismo, Liquida, Pianeta Donna, Soldionline, Studenti.it. L’altro segnale positivo arriva proprio dal fondatore di Studenti.it, Luca Lani, che nel 2008 vendette – guardacaso – a Banzai la piattaforma nata in modo dilettantesco e poi diventata un must nella vita degli studenti di tutta Italia. Nel 2010 Lani ha ricominciato tutto daccapo fondando City News, network di giornalismo locale partecipativo online. E in quattro anni sembra avercela fatta: nel 2014 CityNews ha chiuso il primo bilancio in utile con 3,5 milioni di euro di fatturato. E per quest’anno ha in programma nuovi investimenti e l’apertura di sedi in altre città, oltre alle 40 dove già è presente.

Lo dice a EconomyUp lo stesso Lani, ultraquarantenne originario di Arezzo ma romano di adozione, che può essere considerato a tutti gli effetti uno dei pionieri di Internet in Italia: fanatico di computer fin da quando era alle superiori, esploratore di Internet dai tempi delle prime chat, nel 1996 aprì il primo embrione di Studenti.it. Un’avventura iniziata con grande passione e entusiasmo, convinto che Internet sarebbe stato il futuro e avrebbe cambiato il mondo, poi diventata lavoro vero, sopravvissuta alle “secche” della bolla di Internet del 2000 (durante la quale i principali competitor si sciolsero come neve al sole) e sfociata nella vendita a Banzai. Per un periodo restò a lavorare nella società di Ainio. Ma Lani, che si sente imprenditore al 100%, scelse poi di iniziare una nuova vita con City News: l’idea era fornire informazioni sulla vita delle città attraverso una redazione giovane e agile, collaboratori sul territorio e il determinante contributo dei lettori che inviano segnalazioni, commenti e immagini. Di CityNews fanno parte Milano Today, Venezia Today, Bari Today, ecc. ecc.

“Abbiamo un milione e mezzo di lettori al giorno – dice Lani – e 350mila iscritti alla piattaforma che ci inviano contenuti (cittadini che vogliono segnalare disagi, per esempio). In pratica il 15% dei contenuti è prodotto dagli utenti. Pubblichiamo circa 24mila articoli al mese, abbiamo 90 lavoratori full-time, 120 collaboratori e una rete di 50 agenti incaricati di procacciarci la pubblicità di cui viviamo. Nel 2014 abbiamo chiuso il primo bilancio in utile con 3,5 milioni di fatturato e quindi il 2015 lo stiamo cominciando anche con una logica di investimento. Da 40 vorremmo portare il numero delle nostre testate a 50, sia aprendone di nuove sia facendo acquisizioni”. E i giornalisti? In questa delicata fase di passaggio tra vecchio e nuovo modello di editoria a farne le spese sono spesso loro, soprattutto i più giovani e i meno tutelati, molti dei quali – è emerso da varie inchieste – vengono retribuiti con pochi euro a pezzo. Anche in questo Citynews sembrerebbe in controtendenza. “Assumiamo giovani intorno ai 30 anni e ai nostri redattori full-time applichiamo il contratto giornalistico Fnsi-Uspi, quello per le testate locali” assicura Lani.

Dai dati Audioweb diffusi nel 2014 Citynews è risultata la decima testata online più consultata in Italia, addirittura prima di Ansa.it e dell’edizione online de Il Messaggero.

Detto così sembrerebbe tutto rose e fiori, o quasi. Ma solo 4 anni fa l’editoria online era considerata una scommessa molto azzardata (e ancora oggi non tutti i dubbi si sono dissipati). “Rischiavamo di non trovare nessuno disposto a investire in Citynews – rievoca l’imprenditore – perché era un progetto ad alto contenuto editoriale mentre la componente tecnologica era scarsa. Inoltre non era ancora scoppiato il fenomeno delle startup e gli investimenti in aziende nascenti erano pochissimi”.

Il segreto per convincere gli investors? Sostanzialmente due: il buon track record di Lani e soci, che avevano alle spalle la creazione e la successiva exit di Studenti.it; e la decisione di scommettere sull’informazione locale, in un momento in cui, tra le altre cose, stava suscitando sempre più interesse nella comunità tecnologica il concetto di geolocalizzazione e le sue possibili applicazioni.

A crederci furono Principia Sgr e Micheli Associati, che investirono complessivamente nel progetto 4,5 milioni di euro. Già fondatore di Biscom, l’odierna Fastweb, Francesco Micheli è fondatore e presidente di Genextra, società di biotecnologie impegnata nello studio del genoma. Una sua sussidiaria, la start-up biotech italiana Intercept Pharmaceuticals, che sta sviluppando un farmaco per le malattie al fegato, ha fatto il boom un anno fa al Nasdaq raggiungendo il clamoroso valore di 8,8 miliardi di dollari. Una dimostrazione del fiuto di Micheli, sia sul bio-tech italiano – eccellenza si cui si parla sempre troppo poco – sia nei progetti editoriali.

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