NUOVE FRONTIERE

La Space Economy e la sfida Covid-19: dopo la crisi, un ruolo sempre più centrale

Di fronte alla crisi scatenata dal Covid-19 la Space Economy sta mostrando la sua resilienza. E potrà avere un rilancio importante nella fase successiva. Ma va avviato il Piano Nazionale a sostegno di nuovi servizi nel down stream, sviluppati soprattutto da startup e PMI innovative

Pubblicato il 08 Giu 2020

Photo by Sam on Unsplash

Space Economy e Covid-19: una crisi è sempre foriera di minacce ma anche di opportunità. La pandemia di Coronavirus è all’origine di una crisi sanitaria e, di conseguenza, economica su scala globale. In questo scenario, il settore della Space Economy si trova al tempo stesso esposto alle conseguenze economiche della crisi e sollecitato ad offrire soluzioni efficaci per le nuove esigenze contingenti. Avendo poi sullo sfondo uno scenario di nuove opportunità che potranno emergere dai mutamenti strutturali che la crisi stessa indurrà nel tessuto socio-economico.

Nel corso dell’ultimo workshop on-line dell’Osservatorio Space Economy della School of Management – Politecnico di Milano, in una tavola rotonda con relatori di primissimo piano, si è cercato di inquadrare le caratteristiche della sfida che COVID-19 rappresenta per la Space Economy, con una prospettiva globale ed uno sguardo specifico al nostro Paese.

Space Economy e Covid-19: la resilienza di fronte alla crisi 

L’industria spaziale, anche se relativamente meno esposta rispetto ad altre industry, come il trasporto aereo o il turismo, ha subito un impatto significativo a livello globale a causa della pandemia di Covid-19: lanci rinviati, pezzi di filiere in lockdown o in crisi di domanda, con impatti sulla liquidità delle imprese, fino a elementi di incertezza sulla continuità di alcuni programmi spaziali.

Data l’ampiezza e la diversificazione delle attività coperte dalle filiere principali della space industry, il tipo e il livello di impatto indotti dalla crisi in corso possono avere connotati altrettanto diversificati. Durante il workshop è stato presentato un quadro di sintesi degli impatti osservati o attesi a livello globale, così come è stato possibile registrarli incrociando diverse fonti informative, primarie o secondarie, per poi focalizzarsi sulle implicazioni per l’industria spaziale italiana.

Il quadro che ne emerge è di una Space Economy sufficientemente resiliente, dotata di adeguata capacità per attraversare i mesi più turbolenti e incerti e di cogliere le opportunità che potranno venire da un quadro mutato. Secondo la voce degli esperti intervenuti durante la tavola rotonda, in questo contesto l’industria spaziale italiana è nelle condizioni di giocare un ruolo di primo piano, secondo tutta la forza della sua tradizione, ma servono anche azioni coerenti e tempestive per sostenere la piena implementazione del Piano Nazionale Space Economy e per sostenere un’offerta nascente di nuovi servizi nel down stream, perlopiù concentrati in realtà di PMI innovative e start-up.

L’importanza dell’intensità istituzionale

A tale proposito, Massimo Comparini, CEO di ThaleAleniaSpace Italia ha enfatizzato il ruolo dell’intensità istituzionale, che “è tale da assicurare una maggiore resilienza della filiera [nazionale], essendo oltretutto il settore in evoluzione con la componente commerciale che sta crescendo significativamente”. Appare evidente che alcune difficoltà ci sono e ci saranno come sottolineato da Gianluca Dettori: “Alcune startup hanno reagito anche bene, hanno iniziato a riconfigurarsi, hanno modificato la propria offerta adattandosi alla situazione. Chiaramente c’è un tema di cassa, tutti i nuovi investimenti che stiamo facendo sono con il freno a mano. Dobbiamo considerare che il drive power che avevamo, adesso dobbiamo allocarlo a difendere il portafoglio”.

Lorenzo Lo Cascio, che nell’ambito della Space Economy nazionale è il Delegato delle Regioni nella Struttura di Coordinamento COMINT, ha offerto un punto di vista interessante per quanto riguarda la condivisa priorità strategica del settore per il Paese anche in questo momento complicato: “malgrado questa fase che stiamo vivendo e che è stata davvero in grado di farci riscrivere un bilancio da capo a fondo, sono arrivate le conferme di tutte le Regioni, nessuna esclusa, all’iniziativa di Mirror Copernicus e alla parte più di esplorazione dei servizi in orbita. È un segnale molto forte”.

A conclusione della tavola rotonda, Antonio Bartoloni, Dirigente del MISE presso la Direzione Generale per la Politica Industriale, per la Competitività e per le Piccole Medie Imprese, ha non solo confermato l’impegno del Governo sui programmi attuali, ma ha rilanciato su quello che ci aspetta per il futuro: “Da questa crisi si capisce che l’intervento pubblico è molto importante per tenere a galla la civiltà per come la conosciamo noi; serviranno degli interventi straordinari per salvaguardare il sistema che abbiamo complessivamente costruito in questi decenni, e questo dovrà trovare spazio anche nella prossima iniziativa che a livello governativo vogliamo portare avanti sul tema, ovvero il secondo piano Space Economy”.

Il contributo della Space Economy alla gestione della pandemia Covid-19

Non è quindi fuori luogo guardare alla crisi COVID-19 come un potenziale acceleratore per lo sviluppo della Space Economy. Secondo Massimo Comparini “Gli asset spaziali generano dati e connettività spaziale, e se l’informazione sarà la chiave di volta per poter intercettare nuovi mercati, indipendentemente da un periodo contingente di effetto COVID-19, la Space Economy rimane in tutta la sua potenzialità”. Una prospettiva certamente incoraggiante è emersa infine da Antonio Bartoloni, secondo cui la fase che stiamo attraversando renderà ancora più evidenti le potenzialità della Space Economy, portando nuova e maggior consapevolezza tanto nella politica quanto nell’intera società.

Il periodo che stiamo vivendo ha fatto emergere ancor di più l’importante ruolo che lo Spazio può giocare per migliorare la vita sulla Terra. Un esempio significativo è il grande numero di soluzioni (136) presentate al bando lanciato da ESA, ASI e il Ministero dell’innovazione tecnologica e digitalizzazione per rispondere, attraverso l’utilizzo di tecnologie spaziali, all’emergenza COVID-19. L’entità della risposta ha indotto le autorità a portare il budget a 10 milioni di euro. Le applicazioni sono molteplici; per quanto riguarda la sanità si tratta principalmente di telemedicina, telesalute, tele epidemiologia e gestione delle emergenze. Questo periodo ha reso poi molto popolari alcune applicazioni delle tecnologie satellitari di osservazione della Terra, le immagini delle città deserte e della variazione dell’inquinamento su diversi territori hanno fatto il giro del Mondo, manifestando un cambiamento in atto che è misurabile tramite alcuni strumenti già in orbita. I dati e le informazioni acquisite possono aiutare a valutare la ripresa economica di interi Paesi o di siti produttivi e anche stimare l’impatto economico delle misure di contenimento del contagio (mancati avanzamenti di cantieri o riduzione dei ritmi produttivi di grandi insediamenti industriali).

Ma il valore che lo Spazio può generare non si limita a questo, basti pensare alla didattica a distanza e allo smart-working che è possibile solo attraverso una connessione continua e stabile che, in alcune aree geografiche, non può essere garantita se non attraverso telecomunicazioni satellitari.

Le sfide del momento presente porteranno la Space Economy ad assumere un ruolo ancora più centrale nella costruzione di un nuovo assetto socio-economico più sostenibile nel mondo e nell’Italia post-COVID.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Paolo Trucco
Paolo Trucco

Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Space Economy. Full Professor di Risk Management alla School of Management del Politecnico di Milano

Articoli correlati