Siamo stati molto felici di leggere nei giorni scorsi della visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi ai talenti Italiani che vivono e lavorano nella Silicon Valley. Professionisti di grande valore, che meritano tutta l’attenzione a loro dedicata e che dimostrano quanto il talento italiano sia un valore di grande appeal sul mercato mondiale dell’innovazione.
Allo stesso tempo crediamo sia giusto ricordarsi di quanti, come noi, dopo aver inaugurato una start up all’estero – nel nostro caso nel Regno Unito nel febbraio 2013 – si sono impegnati a tornare nel nostro Paese.
Oggi Fluentify è una realtà con 15 mila utenti registrati, 50 tutor madrelingua da dieci paesi del mondo e uffici a Torino (oltre che a Londra) che impegnano professionisti e sviluppatori. Dopo il primo periodo ci siamo assunti la responsabilità e l’impegno di lavorare per portare la nostra idea in Italia e, grazie a chi ha creduto in noi e non certo senza qualche difficoltà, siamo in prima linea per far sì che una piccola e spesso sommersa Silicon Valley sparsa su tutto il territorio italiano sia più visibile e possa attrarre cervelli e innovazione nel Paese in cui crediamo, il nostro.
Da Londra a Torino, la scelta di Fluentify
Chi è il banker di Mediobanca che ha investito in Fluentify
L’augurio che vogliamo fare, certi della sensibilità del Presidente del Consiglio su questo tema, è che non si debba e voglia sempre guardare a migliaia di chilometri di distanza per trovare esempi di eccellenza facendo credere ai giovani italiani, soprattutto in questo momento di grande difficoltà per loro come per l’economia italiana, che un altro mondo è sì possibile ma solo lontano di qui.
* Fondatori di Fluentify