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Israele: non solo Waze. 20 startup da tenere d’occhio

L’acquisizione da parte di Google, all’esame dell’antitrust americano, ha riportato l’attenzione su un ecosistema perfetto con oltre 4.800 nuove realtà imprenditoriali, numerosi acceleratori e incubatori. Ecco i progetti israeliani più interessanti secondo Business Insider

Pubblicato il 14 Giu 2013

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Dilaniato da conflitti, ma attento al futuro e all’imprenditorialità. Israele conta oggi oltre 4.800 startup e numerosi acceleratori e incubatori. Intorno a Tel Aviv, ad esempio, ce ne sono una ventina, alcuni dei quali gestiti da aziende come Microsoft tanto che, come hub, Israele è secondo solo alla Silicon Valley. Anche per questo la tecnologia è considerata la prima fonte di esportazione e gli israeliani chiamano la loro terra ‘la nazione delle startup‘.
Il sito businessinsider.com ha fatto un’inchiesta per scovare, tra le oltre 4.800 presenti sul territorio, le 20 startup israeliane più influenti.

Waze: è un’azienda che fornisce mappe e navigatori per 30 milioni di utenti in tutto il mondo. Ciascuno di loro può fornire dati aggiornati sul traffico.

Wix: una piattaforma attraverso la quale tutti possono creare siti web lowcost.

BillGuard: l’utente paga 80 dollari l’anno e BillGuard monitora le sue carte di credito, rimborsando le spese “grigie” e proteggendo da frodi.

Soluto: un software remoto che aiuta ad istruire le persone che non hanno capacità informatiche.

Commerce sciences: un’azienda che studia l’e-commerce e personalizza le visite ai siti web appositi.

Conduit: è la prima azienda israeliana da un miliardo di dollari. Offre barre degli strumenti. Conta oltre 250 milioni di utilizzatori finali.

GetTaxi: appena sbarcata anche a New York, offre ai clienti la possibilità di chiamare un taxi e pagare tramite cellulare.

Fiverr: in oltre 200 Paesi, gli utenti offrono e comprano di tutto al prezzo di 5 dollari.

IronSource: è l’azienda che ha inventato InstallCore, software di installazione tra i più usati al mondo. Non si conoscono gli investitori, ma Google è tra i ‘partner strategici’.

PrimeSense: la tecnologia 3D usata da Microsoft per Kinect e da oltre 20 milioni di dispositivi nel mondo.

Outbrain: è il sistema attraverso il quale siti come CNN, Fox News e MSNBC consigliano la lettura di specifici articoli.

Bizzabo: trasforma i convegni in connessioni social. Crea database per ogni singolo evento e fa venir meno la necessità dei bigliettini da visita.

MyHeritage.com: un sito per ricostruire la genealogia con oltre 72 milioni di utenti registrati e 70 milioni di foto raccolte.

UiU: è un’applicazione che trasforma qualunque telefono Android in un dispositivo più elementare, da gestire tramite un Pc. Ancora in versione Beta.

CrossReader: un’estensione di Google Chrome che monitora le letture degli utenti online e ne suggerisce di simili.

Correlor: un sistema per “categorizzare” le persone. Usa anche gli strumenti di ‘bioinformatica’ per analizzare gli utenti e gli stessi algoritmi che servono per mappare il DNA.

Wishi: un camerino virtuale in cui decidere come vestirsi grazie ai commenti degli altri utenti social.

Moolta: ogni utente propone una sfida e chiunque può accettarla, postando poi un video che ne provi la riuscita. Può servire anche per raccogliere soldi da dare in beneficienza.

Mobli: un’evoluzione ancora più social di Instagram. Permette, infatti, di vedere tutte le altre foto scattate durante lo stesso evento. Un’app sostenuta anche da Leonardo Di Caprio e Lance Armstrong.

Newvem: applicazione che analizza 125 utenti di Amazon ogni giorno e si assicura che le aziende non paghino troppo per i servizi cloud offerti da Amazon.

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