Invitalia vuole entrare nell’equity delle startup

Lo anticipa Domenico Arcuri, Ad dell’Agenzia che eroga agevolazioni all’imprenditoria: “Studiamo un modo per intervenire nel capitale privato di imprese innovative: sarà temporaneo e contestuale all’intervento di soggetti privati”. Intanto si attende il prossimo Smart & Start, bando per startup “rinnovato” rispetto alla precedente edizione

Pubblicato il 17 Ott 2014

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Invitalia al lavoro per sostenere l’equity delle startup. L’ha anticipato oggi Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) nel corso del convegno “Come le start-up e le imprese europee possono connettersi con la San Francisco Bay Area, capitale della disruptive innovation”, organizzato dall’ ente a Roma.

“Stiamo cercando forme – ha detto Arcuri – per sostenere l’equity delle startup. Se e quando questa forma ci sarà, sarà contestuale all’intervento di soggetti privati nel capitale di una startup, sarà temporanea e avrà dimensioni e caratteristiche molto precise”.

L’Ad non ha specificato altro, dicendo di voler lanciare per ora solo il “titolo” della notizia e riservandosi di svelare ulteriori dettagli in una fase successiva.

Si tratterebbe comunque di una novità, e di una significativa svolta, nelle strategie dell’Agenzia che agisce su mandato del governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo.

Con l’occasione, Domenico Arcuri ha anche presentato il nuovo Smart & Start, programma del Ministero per lo Sviluppo Economico per startup innovative gestito da Invitalia. A poco più di un anno dal lancio del primo Smart&Start, gli incentivi gestiti da Invitalia per le imprese innovative si rinnovano e si arricchiscono di alcune sostanziali novità.

Del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che darà il via a Smart & Start si attende nei prossimi giorni la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma nel frattempo ne sono stati noti i principali punti.

Innanzitutto le agevolazioni saranno estese a tutto il territorio italiano e non solo al Sud, come prevedeva il precedente bando.

In secondo luogo Smart & Start sarà dedicato solo alle start-up innovative (quelle iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese della Camera di Commercio) costituite da non più di 48 mesi, a persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa e anche a residenti all’estero o persone di nazionalità straniera.

In terzo luogo è previsto l’innalzamento del tetto massimo di finanziamento. Prima era 500mila euro. Adesso verranno finanziati progetti di impresa che prevedano spese per investimenti e per la gestione compresi tra 100 mila e 1,5 milioni di euro.

Quarto punto: le nuove agevolazioni non sono più a fondo perduto ma prevedono un finanziamento a “tasso zero” fino ad un massimo del 70% del costo del progetto. Il finanziamento potrà arrivare all’80% se la startup ha una compagine interamente costituita da giovani o donne o se tra i soci è presente un ricercatore che rientra dall’estero.

Inoltre, le start up localizzate nel Mezzogiorno e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano saranno chiamate a restituire solo l’80% del prestito ricevuto, godendo di fatto di una componente a fondo perduto.

La dotazione finanziaria per il nuovo strumento è di circa 200 milioni di euro.

I progetti di impresa dovranno avere un forte contenuto tecnologico e innovativo e potranno essere mirati allo sviluppo di prodotti, servizi e soluzioni nel campo dell’economia digitale oppure alla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata.

Ulteriori aspetti saranno disciplinati nella circolare esplicativa che il Ministero emanerà successivamente alla pubblicazione del Decreto: tra questi anche i dettagli sulle modalità di accesso e la data di apertura dello sportello di Invitalia per il nuovo Smart&Start.

Ad oggi, e fino alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale, è ancora possibile presentare le domande secondo le regole previste dal precedente decreto (DM 6 marzo 2013).

Nel corso del convegno, Domenico Arcuri ha ribadito la validità e l’efficacia del precedente bando Smart & Smart, che pure era stato oggetto di alcune critiche sin dal suo avvio a settembre 2013. “Abbiamo erogato la prima agevolazione completamente paperless nella storia degli enti pubblici” ha detto, ricordando che le procedure di candidatura al bando erano possibili solo online. E a proposito delle polemiche sorte perché, a causa dell’elevato numero di accessi, la piattaforma era andata in tilt sin dal primo giorno, ha affermato che “lo spazio dato dai media alla vicenda è stata solo pubblicità per la nostra iniziativa”.

Arcuri ha poi sottolineato che era “la prima volta che si erogavano fondi senza prima chiedere alle persone di costituirsi in società, ma si valutava la business idea”. Ha anche ricordato: “Avevamo promesso di approvare o bocciare le candidature in 60 giorni e lo abbiamo fatto”. Tra le punte di diamante dei selezionati da Smart & Start, Arcuri ha citato, tra gli altri, Drone Design, che produce droni, e Youbiquo, competitor dei Google Glass.

Dal 4 settembre 2013 al 30 settembre 2014 le domande presentate per Smart&Start sono state 1114. Di queste, 991 sono state valutate e 353 finanziate. Solo il 35% delle iniziative presentate ha superato la fase di valutazione ed è arrivato ad ottenere le agevolazioni. Nel dettaglio, il 17% delle iniziative finanziate riguarda attività di valorizzazione della ricerca, il 69% iniziative di economia digitale e il 14% innovazioni di prodotto o di processo.

Quanto al nuovo bando che sta per debuttare Arcuri ha tenuto a specificare che è bene spendere il denaro a propria disposizione, ma “piuttosto che spenderli male preferiamo restituirli”.

Oltre all’Ad di Invitalia, al convegno hanno partecipato Sean Randolph, CEO Bay Area Council Economic Institute, Fernando Napolitano, CEO Italian Business & Investment Initiative e Corrado Tirassa, co-founder NxT Innovation.

Randolph, figura chiave della rivoluzione digitale e tecnologica californiana, ha parlato delle potenzialità di collaborazione tra Usa ed Europa in tema di startup, innovazione e ricerca. Da 16 anni presidente e Ceo del “Bay Area Council Economic Institute”, l’organizzazione pubblico-privata che sostiene la competitività delle imprese nella regione di San Francisco e opera nell’area in cui è concentrato il più alto tasso di innovazione del mondo, Randolph ha visto nascere e consolidarsi alcuni dei più importanti big tecnologici tra cui Google e Twitter.

Il convegno Italia-Usa è stata l’occasione per descrivere agli imprenditori e agli esponenti delle istituzioni la “ricetta” con la quale la Silicon Valley e la California sono diventate il fulcro dell’innovazione globale, integrando l’intervento statale con i capitali privati e creando una piattaforma ideale per gli innovatori, fatta di infrastrutture, università e centri di ricerca.

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