Intelligenza Artificiale, 1,2 miliardi di dollari investiti sulle startup

È la cifra raccolta da 258 nuove imprese nel mondo a partire dal 2011: finanziamento medio 5,5 milioni di dollari. Una ricerca dell’Osservatorio Startup Intelligence-Polimi fotografa il mercato: la maggioranza sono negli Usa e offrono servizi alle imprese. In Italia sono ancora molto poche, ma qualcosa si sta muovendo

Pubblicato il 10 Feb 2017

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Il tema dell’Artificial Intelligence è oggi oggetto di studio e applicazione in numerose realtà: un paradigma che ci guida verso un’innovazione disruptive e un mondo che, qualche anno fa, avremmo definito “futuristico”.

Cos’è l’Intelligenza Artificiale

All’interno dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano è stata condotta una ricerca analizzando approfonditamente 258 startup di Artificial Intelligence sia a livello nazionale che internazio­nale, nate a partire dal 2011 e con finanziamenti ricevuti a partire da ottobre 2013, senza discriminare la destinazione d’uso del prodotto/servizio offerto.

I risultati della ricerca, condotta da Giovanni Miragliotta e Alessandro Piva degli Osservatori Digital innovation, sono stati presentati in esclusiva il 26 gennaio scorso ai partner dell’Osservatorio Startup Intelligence che hanno anche assistito ai pitch di 8 startup selezionate e invitate dal Politecnico di Milano per attività di scouting.

Dal punto di vista tecnico, per poter essere considerata all’interno della ricerca, l’applicazione proposta dalla startup deve essere caratterizzata da almeno una delle seguenti AI capabilities: Natural Language Processing, Knowledge Representation, Automated Reasoning, Machine Learning, Computer Vision e Autonomous Motion&Handling. Queste, secondo quanto analiz­zato in questa ricerca, sono rappresentative dell’AI in quanto rendono un dispositivo o un software in grado di effettuare azioni basate su ciò che comunemente è distintivo dell’intelligenza umana, ossia il ragionamento, l’apprendimento, il riconoscimento di immagini, la comprensione di un testo e la capacità di elaborarne uno nuovo oltreché la capacità di muoversi autonomamente e movimentare degli oggetti.

I finanziamenti complessivi ricevuti dalle startup analizzate, nell’arco temporale oggetto di questa analisi (dal 2011 a giugno 2016), raggiungono gli 1,2 miliardi di dollari, mentre il finanziamento medio ottenuto da ciascuna startup risulta pari a 5,5 milioni di dollari.

Un importante aspetto emerso dalla ricerca riguarda la tipologia di clienti a cui queste startup rivolgono la propria offerta: la maggioranza di queste (il 70%) offre servizi orientati al mondo delle imprese, il 14% invece presenta un’offerta mista lungo i canali B2b e B2c mentre il restante 16% offre soluzioni esclusivamente B2c.

Considerando l’intero campione analizzato, nel 48% dei casi le startup presentano un’applicazione di Artificial Intelligence orientata a uno specifico settore, mentre nel rimanente 52% dei casi l’industry non è univocamente riconoscibile. All’interno del 48% di startup industry-specific, il settore del è quello leggermente più rappresentato raggiungendo il 17%. Tut­tavia, ciò che se ne evince, è che tutte le industry sembrano essere coinvolte dalla portata innovativa dell’Artificial Intelligen­ce, senza una netta preponderanza di alcuna.

Considerando la distribuzione geografica delle startup analizzate, il 62% si colloca nel Nord America, il 27% in Europa, il 10% in Asia e l’1% in Africa. L’elevato numero di startup americane evidenzia ancora una volta come questo Paese sia terra fertile per le startup che intendono operare nei settori più innovativi, sostenute dalle grandi aziende internazionali, generose nei confronti delle realtà più promettenti. L’Italia, con le sue 6 startup, rappresenta sicuramente il tentativo di una nazione che cerca di stare al passo con i tempi.

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