L’INSURTECH100 è una lista annuale di 100 delle compagnie assicurative più innovative al mondo (secondo Fintech Global), selezionate da una giuria di esperti del settore. La punta di diamante di un ecosistema che cresce e vede sempre più una competizione globale, in cui Compagnie tradizionali e startup collaborano maggiormente e l’industria assicurativa nel suo insieme sembra davvero accelerare il suo ingresso in una nuova dimensione di servizi, di relazione con il cliente e di modelli di business.
Cadono i confini tra industria assicurativa classica e insurance tecnology: le assicurazioni del futuro sono sempre di più delle tech company o, quanto meno, delle data-driven company.
Anche da parte degli investitori venture capital, che per loro natura sono capaci di vedere i trend del business oltre il presente per poter sostenere realtà con alto potenziale di successo, l’interesse per le startup insurtech è alto, tanto è vero che negli ultimi 5 anni il loro numero si è è quadruplicato: se nel 2012 erano 53 gli investitori venture capital, pionieri dell’insurtech, oggi sono almeno 217, secondo CB Insights, e oltre ai VC tradizionali, sono sempre più presenti i corporate venture capital e i fondi VC dei riassicuratori.
E’ a tutto questo mondo, così come ai CEO, Cio, Cto e innovation manager delle Compagnie, ai founder delle startup che si rivolge il Global Insurtech Summit che si terrà a Londra il 5 marzo 2019 e in funzione del quale la lista Insurtech100 rappresenta una sorta di ‘assaggio’.
Ma come è stata realizzata questa lista?
Sono stati presi in considerazione una serie di fattori per effettuare la selezione finale, tra cui:
– la soluzione della startup risolve un problema dell’industria assicurativa
– crescita della startup, in termini di capitali raccolti, ricavi, attrazione dei clienti
– innovazione della soluzione tecnologica
– potenzialità della tecnologia in relazione a: risparmi sui costi, miglioramento dell’efficienza, impatto sulla value chain e/o capacità di miglioramento del fatturato generato
– rilevanza della startup per il mondo degli executive nelle Compagnie
Chi sono queste 100 startup?
Una buona parte delle startup sono state fondate e hanno quartier generale negli Stati Uniti, benché operino spesso oltre confine. L’Europa è ben rappresentata, in particolare si posiziona bene il Regno Unito, nessuna italiana è citata tranne una, che pur essendo di diritto inglese è stata fondata a Londra da due giovani professionisti italiani e un francese: Spixii.
Spixii è stata anche una delle tre startup a salire sul podio dell’edizione 2016 di Open-F@b Call4Ideas, anno in cui la realtà era partita da poco, aveva un team formato essenzialmente dai fondatori e si proponeva con un chatbot pensato per le assicurazioni. Già lasciava intravvedere il potenziale della sua tecnologia e che da allora ha ulteriormente affinato e migliorato per poter diventare un provider tecnologico di riferimento per le Compagnie, ma anche broker e agenti, che vogliano migliorare la customer experience dei propri clienti attraverso tecnologie chatbot.
Nella lista spicca inoltre una seconda realtà che può annoverare tra i suoi riconoscimenti la vittoria alla Open-F@b Call4Ideas del 2015: si tratta di Amodo, startup insurtech croata, che partecipò a quella che era la prima edizione internazionale dell’iniziativa di BNP Paribas Cardif. Anche Amodo si rivolge al mercato B2B, ovvero ha sviluppato una soluzione in ambito big data, una piattaforma tecnologica che consente alle Compagnie assicurative di essere molto più performanti sotto molti aspetti, e in particolare uno: raggiungere i consumatori millennial.