Quando agricoltura e innovazione si fondono prende vita l’agri-tech, ultima frontiera tecnologica del settore primario, in cui le imprese agricole sono sempre più chiamate a confrontarsi con la sperimentazione di nuovi prodotti. Gli ambiti di applicazione sono diversi: dall’agricoltura di precisione ai sistemi di coltivazione di nuova generazione, fino a quelli per la gestione intelligente delle colture o il monitoraggio della sicurezza nella filiera agroalimentare.
Come spiega bene questo articolo di InsuranceUp, la sfida e i rischi di investire in questo settore sono ritenuti piuttosto elevati dagli addetti ai lavori. Tuttavia, in quest’ambito, la startup statunitense Crop Pro Insurance ha individuato un nuovo bisogno assicurativo, ottenendo tra l’altro la licenza federale per operare nel settore agricolo a copertura dei rischi collegati all’innovare. Un problema che negli Stati Uniti ha assunto caratteristiche particolari in relazione alla pressante domanda da parte dei consumatori di prodotti non OGM, fino a ora largamente prodotti in US perché garantiscono maggiore redditività.
Le nuove tecnologie stanno migliorando i rendimenti delle coltivazioni non OGM, ma tale produzione continua a non essere ampiamente praticata dai coltivatori a causa del rischio percepito di perdite. «L’ottanta per cento dei prodotti non OGM consumati negli Stati Uniti sono importati da altre aree del mondo, nonostante i nuovi prodotti biologici a protezione delle colture possano sostituire l’uso dei prodotti utilizzati in passato», ha dichiarato il presidente di Crop Pro, Billy Rose. «Al fine di posizionare gli Stati Uniti come un leader nei mercati non OGM e sostenibili, dobbiamo fornire ai coltivatori il supporto e la garanzia dei redditi necessari per abbracciare con sicurezza nuove tecnologie più rapidamente».
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