Il 2019, oltre che quello del 5G, è anche l’anno dell’InsurTech: nel primo trimestre, infatti, secondo il report della società di consulenza Willis Towers Watson, gli investitori di questo settore hanno portato a termine il più alto numero di transazioni, soprattutto nei rami danni e infortuni, e il maggior numero di round di finanziamento di serie B e serie C mai registrato. Per quanto riguarda i finanziamenti, nei primi tre mesi dell’anno sono state annunciate ben 85 operazioni, per un valore totale di 1,42 miliardi di dollari a livello globale: per il terzo trimestre consecutivo, dunque, il settore InsurTech ottiene finanziamenti superiori al miliardo di dollari.
Secondo il report, sebbene il valore di ogni singolo finanziamento sia diminuito dell’11% rispetto al quarto trimestre 2018, è aumentato il numero di operazioni, che sono cresciute del 35%. E la crescita si è registrata soprattutto fuori dagli Stati Uniti, dove è stato portato a termine il 54% circa del totale dei finanziamenti, confermando così i segnali di una tendenza già in atto da diversi mesi. Ma se in Gran Bretagna, nonostante il rischio Brexit, i finanziamenti sono cresciuti del 50% (contro un +44% negli Usa), la Cina, la cui economia sta rallentando dopo anni di sprint, ha fatto segnare un deludente -38%.
A livello internazionale, il report sottolinea come i due terzi degli investimenti siano arrivati per finanziamenti seed e per serie A; il 2019 ha anche registrato il numero più alto di round di investimento di serie B e C, rispettivamente 12 e 6 (rispetto ai 9 e 3 del trimestre precedente), segno che sempre più imprese InsurTech stanno ormai crescendo e raggiungendo la maturità.
Andrew Johnston, Global Head InsurTech del broker di riassicurazione Willis Re, frena però i facili entusiasmi: “L’entusiasmo e il crescente volume per promettenti compagnie InsurTech stanno diventando sempre più difficile da razionalizzare, e qualcuno potrebbe sostenere che in realtà molte di queste sono come i vestiti nuovi dell’imperatore (nella favola l’imperatore è nudo ma i sudditi fingono che sia vestito per non contrariarlo, ndr). Vediamo, tuttavia, che un certo numero di InsurTech sta già aggiungendo un valore reale al nostro settore: il nostro atteggiamento resta dunque pragmatico nell’analisi di dove, nella catena del valore, questo valore può essere ottenuto”.
E per Neil Chapman, Global Product Leader for Pricing, Product, Claims and Underwriting, Insurance Consulting and Technology di Willis Towers Watson, “per muoversi verso un futuro ancora sconosciuto, è necessaria flessibilità. E l’adozione di un approccio più agile richiede che le aziende rimettano il controllo dei prezzi nelle mani dei team di underwriting. L’accento dovrebbe essere posto sulla loro capacità di modificare i prezzi e valutare gli algoritmi frequentemente e facilmente, consentendo alle aziende di effettuare aggiustamenti rapidi in un mercato in continuo movimento”.