Sostenibilità sta diventando una componente sempre più imprescindibile di innovazione: da crescita sostenibile a impatto sociale ed economia circolare, il binomio innovazione-sostenibilità è ormai un vero e proprio nuovo modello economico, che interessa tutti i settori e tutti i player, dalle grandi corporate ai piccoli business. E quando il mercato si apre a nuove direzioni, sorgono le startup con progetti, idee e strumenti innovativi.
Dall’energia al second hand, dalla gestione dei rifiuti ai nuovi materiali e alla pulizia dell’aria, e ancora a strumenti per le aziende che vogliano fare un passo verso un futuro più green, ecco 13 startup italiane e internazionali per la sostenibilità.
Greenchic
Fondata nel 2015, Greenchic (prima chiamata armadioverde) è il primo marketplace della moda second hand in Italia, dove gli utenti possono vivere un’esperienza di shopping sostenibile e senza sforzo.
Attraverso la sua piattaforma digitale, rivende abbigliamento usato a prezzi scontati, offrendo agli utenti che forniscono vestiti usati punti da spendere nel marketplace. Non solo: la piattaforma si occupa di tutto l’iter logistico al posto del cliente.
A prova del suo impatto positivo, a inizio 2021, a fronte del suo ultimo round di investimento, Greenchic è diventata società benefit.
Orange Fiber
Nata nel 2014 dall’idea di due giovani donne siciliane, Adriana Santonocito ed Enrica Arena, Orange Fiber si occupa di trasformare gli scarti di agrumi in tessuti bio da riutilizzare per la realizzazione di indumenti. Non solo circular economy dunque, ma anche beneficio per l’utilizzatore, dato che i tessuti così ricavati rilasciano oli essenziali di agrumi e vitamina C benefici per la pelle.
La startup ha collezionato diversi premi: da WCap Catania ad Alimenta2Talent, passando dal Premio Gaetano Marzotto e al New York Stock Exchange, fino al massimo posizionamento al Ideas4Change Award, il premio Onu conferito dall’Unece (United Nations Economic Commission for Europe).
MyFoody
In ambito food troviamo MyFoody by Anagramma, startup che dal 2015 raccoglie modelli di business basati sull’estensione del ciclo di vita dei prodotti tramite riparazione, rilavorazione, remarketing. MyFoody è una two-sided platform dove i prodotti in scadenza e venduti dai supermercati a prezzo scontato vengono segnalati all’utente in base alla prossimità.
STOREH
Passiamo all’energia con STOREH , startup italiana nata a Rovereto nel 2019, che propone un sistema di stoccaggio dell’energia e di produzione on demand di idrogeno: HOD, Hydrogen On Demand.
Il suo sistema innovativo risolve il problema dell’intermittenza e della non programmabilità delle fonti rinnovabili, rendendo possibile lo stoccaggio stagionale dell’energia.
Bettery
Secondo Bettery è necessario un cambiamento di paradigma nello stoccaggio e nella distribuzione di energia per una nuova economia energetica circolare sostenibile.
Dal 2018 la startup mira ad immettere sul mercato batterie a liquido verde, con la massima energia e sicurezza associate ai costi più bassi e ai tempi di ricarica mai registrati. La batteria di questa startup sostenibile può anche essere ricaricata sostituendo il liquido, in un tempo simile al rifornimento di benzina di un serbatoio di un veicolo.
Greyparrot
Un grosso tema quando si parla di sostenibilià sono sprechi e rifiuti. Greyparrot è una startup londinese nata nel 2019, che si specializza in soluzioni di intelligenza artificiale e machine learning per la gestione dei rifiuti.
Offre soluzioni di computer vision per implementare e robotica di nuova generazione e sistemi smart per la gestione intelligente di ciò che viene buttato via.
Packtin
Si occupa di rifiuti anche Packtin, nata come spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia con la missione arginare gli sprechi alimentari. Packtin recupera i prodotti di scarto dei processi industriali della filiera agroalimentare (bucce di arancia, mela, pomodoro, polpa di barbabietola, etc.), da cui estrae biopolimeri per la realizzazione di integratori, pellicole, gel, packaging biodegradabili e commestibili.
Grycle
E per i rifiuti non biodegradabili? Se ne occupa Grycle, con un approccio molto interessante: ha realizzato una macchina che trasforma i rifiuti indifferenziati in granuli di materia prima, separati automaticamente e riutilizzabili nei processi di trasformazione industriale, riducendo così il volume dei rifiuti di oltre il 90%.
Questo è possibile grazie a un modulo di intelligenza artificiale che le consente di imparare progressivamente a riconoscere nuovi materiali e di compiere la raccolta differenziata manualmente.
Pcup
C’è chi si occupa di gestire i rifiuti, e chi invece pensa ad evitarli. È il caso si Pcup, che vuole rendere sostenibile i bicchieri usa e getta. Come? Dando dei buoni motivi a chi sta usando il bicchiere di tenerlo in mano finché gli serve e riportarlo indietro quando ha finito di utilizzarlo.
Ogni bicchiere ha un chip sul fondo che ne custodisce la storia e permette una serie di servizi: leggendolo con lo smartphone è possibile offrire da bere agli amici, saltare la coda e accedere a contenuti esclusivi. Il chip viene utilizzato per il pagamento totalmente cashless dei propri drink, e offre al negoziante utili dati per capire la sua clientela in tempo reale.
U-Earth
“La vita è troppo preziosa per non respirare aria pulita”. Da questo semplice claim nasce la startup sostenibile U-Earth, che tramite l’uso di biotecnologie all’avanguardia si propone di pulire tonnellate di aria inquinata attraverso la sua tecnologia CO2 Capture.
La sua soluzione di purificazione dell’aria è divisa in quattro parti: dalla cattura delle molecole inquinate, attratte elettricamente, alla distruzione tramite una digestione naturale. Il tutto monitorando l’andamento della pulizia in tempo reale assieme all’andamento delle performance generali.
Airlite
Si propone di aiutare a ripulire l’aria anche Airlite, startup londinese con due italiani tra i fondatori, che ha creato un prodotto facile da usare ed efficace: una pittura che pulisce l’aria che respiriamo, rimuove i batteri dalle case, dagli uffici e dagli ospedali, e riduce il consumo di energia.
La startup basa tutte le sue attività di produzione sull’economia circolare, utilizzando solo energia rinnovabile e con impianti a basse emissioni di CO2.
Circularise
Tante buone iniziative, ma è importante anche “aggiornare” tecnologie e processi già esistenti. Fondata nel 2016 in Olanda, Circularise è una startup che sviluppa strumenti di tracciamento per sostenere l’economia circolare delle aziende. Grazie alla sua tecnologia protetta da blockchain, offre trasparenza all’interno delle supply chain globali, tracciando l’intero ciclo di vita di prodotti e materiali ed aiutando le aziende ad implementare un’economia circolare efficace.
Si propone di sostenere pratiche di sostenibilità su larga scala, promuovendo informazioni affidabili e standardizzate sul flusso di materiali e componenti.
Sfridoo
Ha una simile mission l’italiana Sfridoo, che accelera la transizione di aziende e società verso modelli di economia circolare. Dal 2017 questa startup di Bologna permette alle aziende di intercettare il valore residuo delle eccedenze di produzione, dei possibili sottoprodotti e dei dispositivi elettrici ed elettronici aziendali per trasformarli dai costi di smaltimento a un enorme vantaggio competitivo.
Il servizio di questa startup sostenibile è rivolto alle PMI e alle grandi aziende in Italia che soffrono del drammatico aumento dei costi di smaltimento e intendono avviare percorsi virtuosi nell’economia circolare. Offre consulenza, acquisto di dispositivi obsoleti, e uno strumento dedicato alla gestione degli avanzi di magazzino e asset aziendali.