Donne e impresa, c’è ancora molto da fare per potenziare l’imprenditoria femminile.
La forza lavoro mondiale è composta più da uomini che da donne e le lavoratrici, a parità di mansioni, guadagnano meno dei lavoratori. Quanto alle donne che fanno impresa, paradossalmente in Europa e in Nordamerica la situazione è peggiore che in Asia, dove in alcuni Paesi le imprenditrici sono più numerose degli imprenditori. L’Italia è in linea con il resto dell’Occidente: soltanto un’attività imprenditoriale su sei è guidata da una donna. Nelle startup, a livello mondiale, la situazione non è diversa: negli Stati Uniti, terra di innovazione per eccellenza, il 71% non ha donne nel board e il 57% non ne ha nella cosiddetta C-Suite, le posizioni di vertice. Va meglio, invece, in Cina e Gran Bretagna.
In Italia la presenza femminile nelle giovani società innovative è addirittura più ridotta che nelle aziende. Eppure alcune ricerche internazionali rivelano che le startup fondate anche da donne hanno maggiore probabilità di ricevere investimenti rispetto a quelle costituite da soli uomini. E altri studi sostengono che le donne sono più adatte a individuare i bisogni del mercato e a coglierne le opportunità.
Imprenditoria femminile in Italia 2022
In termini di parità di genere in campo imprenditoriale, l’Italia è ancora un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei: secondo i dati ufficiali di Unioncamere, a fine settembre 2022 le aziende femminili erano più di 1 milione 342 mila, soltanto il 22,18% dell’imprenditoria italiana, mentre negli altri paesi dell’UE la percentuale media è intorno al 32%.
Proprio nel 2022 è stato costituito un Fondo del Ministero dello Sviluppo economico, il Fondo Impresa Femminile, che ha una dotazione di 200 milioni di euro(QUI tutti i dettagli). Quaranta di questi erano già stati stanziati con la legge di bilancio 2021. Le altre risorse sono arrivate nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e, con un decreto del 30 marzo, sono stati stabiliti i termini e le modalità per la presentazione delle domande. Il PNRR vuole supportare l’imprenditorialità sia per le donne che vogliono avviare un’attività dal nulla, sia per aziende già avviate e che hanno necessità di consolidare e innovare. In particolare, sono nati e divenuti operativi due fondi specifici: il Fondo Impresa Donna, con i programmi/bandi come “Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero” e “Smart & Start” e il Fondo per l’Imprenditoria Femminile per il quale la Legge di Bilancio 2021 ha previsto una dotazione di 20 milioni di euro per il 2021 e il 2022. Entrambi mettono a disposizione risorse agevolate – contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero o agevolati, investimenti nel capitale – utili sia per avviare sia per accrescere le imprese femminili.
Che cosa altro si può fare allora per promuovere l’imprenditoria femminile? Si può, per esempio, intervenire sulla formazione, incoraggiando bambine e ragazze ad acquisire le STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), conoscenze e competenze in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, in modo da riuscire a superare gli stereotipi di genere. Ma anche pensare a normative destinate ad agevolare l’imprenditoria femminile in Italia.
Ecco, intanto, un quadro generale della situazione, con dati internazionali e nazionali, progetti, associazioni, classifiche. Più alcuni nomi di donne imprenditrici che possono essere di ispirazione per le giovani generazioni.
Cosa si intende per imprenditoria femminile
Ma cosa si intende esattamente per imprenditoria femminile? Possono essere considerate “femminili” tutte le micro, piccole e medie aziende che presentano le seguenti caratteristiche:
- imprese individuali gestite da donne;
- società cooperative e società di persone costituite almeno al 60% da donne;
- società di capitali le cui quote di partecipazione siano in misura non inferiore ai due terzi di donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne.
Imprenditoria femminile nel mondo
Nell’imprenditoria l’uguaglianza di genere è ancora una chimera, eppure Asia e Africa stanno facendo meglio dell’Europa: è quanto emerge dai dati del Global Entrepreneurship Monitor (GEM) 2018/2019. Sulle 49 economie mondiali prese in esame dalla ricerca, soltanto sei mostrano un eguale tasso di Tea (Total Early-Stage Entrepreneurial Activity) tra uomini e donne: due sono in Asia (Indonesia e Thailandia), una in America Latina (Panama) e tre in Medio Oriente e Africa (Qatar, Madagascar e Angola). Invece, sempre secondo GEM, in Europa e Nord America ci sono diverse economie in cui ancora esiste disparità di genere. In 6 Paesi europei le donne che avviano imprese sono meno della metà degli uomini: Slovenia, Grecia, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Turchia. Come si vede dal grafico sottostante anche in Italia le donne che iniziano l’attività imprenditoriale sono meno numerose degli uomini.
Imprenditoria femminile in Italia: 4 su 10 ritengono di avere più difficoltà degli uomini
A motivare le imprenditrici italiane ad aprire un’attività sono soprattutto il desiderio di fare impresa (20,5%) e la possibilità di essere creative (21%), mentre nelle altre nazioni sono la voglia di autonomia professionale (54,5% in Francia) e personale (work-life balance al 37,7% in UK). Lo sostiene l’Osservatorio Women in Business di SumUp, aggiungendo che, nel nostro Paese, non mancano le difficoltà legate alla burocrazia per oltre metà delle imprenditrici (56,4%), alle quali si affianca il tema della gestione degli impegni familiari (21,9%). In altri Stati, invece, le problematiche si presentano in una fase più evoluta dell’impresa, per esempio durante la ricerca di personale qualificato (una sfida nel 41,4% dei casi per le imprenditrici in Germania) e le fasi di accesso al capitale (29,2% in Francia).
Stereotipi e pregiudizi di genere sembrano in calo (13,5%), ma, sostiene l’indagine, è necessario un cambio di mentalità da parte delle donne imprenditrici perché abbiano maggiore fiducia in loro stesse: 4 su 10 ritengono di avere più difficoltà a far crescere un’impresa rispetto agli uomini.
Tuttavia il 38% delle imprenditrici tende ad avere una forza lavoro composta tra il 75 e il 100% da donne, contribuendo a rafforzare l’empowerment femminile.
Donne e startup: USA ancora indietro, meglio la Cina
Nelle startup la situazione non è diversa da quella delle aziende consolidate. Come evidenzia la Startup Outlook 2018 survey pubblicata da Silicon Valley Bank (SVB), il 71% delle startup Usa non ha donne nel board e il 57% non ne ha nella cosiddetta C-Suite (le posizioni lavorative che iniziano con la C come CEO, Chief Innovation Officer ecc. ecc.). Va un po’ meglio in Cina, dove quasi i due terzi delle startup hanno donne nella C-suite e più di metà nei consigli di amministrazione. Anche in Gran Bretagna la situazione è migliore che negli Stati Uniti. Allo stesso tempo, il 41% delle startup statunitensi ha dichiarato di avere un programma in corso per aumentare il numero delle donne in posizioni di leadership, un balzo in avanti rispetto al 25% dell’anno precedente. Un altro dato ricavato dalle startup registrate su CrunchBase (mega-archivio delle startup mondiali) conferma indirettamente i dati della Survey di Svb: nel 2017 solo il 17% delle giovani imprese innovative aveva una co-founder donna.
Donne e venture capital negli USA
Il capitale di ventura non sembra essere cosa per donne, neppure in quella culla di innovazione che è la Silicon Valley, né in generale negli Stati Uniti. In questo Paese, negli ultimi anni, il venture capital per finanziare giovani imprese e startup è cresciuto a ritmi molto rapidi, eppure nel 2018 le società fondate da sole donne hanno raccolto soltanto il 2,3% del VC circolante. Vero è che la cifra, sia pure minima, è in crescita e l’anno appena trascorso ha visto la nascita di diversi fondi e incubatori per imprese al femminile.
Startup femminili in Italia: i dati del ministero
Secondo il rapporto sulle startup innovative in Italia con dati aggiornati al 1° gennaio 2021, frutto della collaborazione tra MISE (DG per la Politica Industriale) e InfoCamere, con il supporto del sistema delle Camere di Commercio (Unioncamere), le imprese femminili risultano sottorappresentate: sono soltanto il 13,1%, contro un 21,5% registrato nel complesso delle società di capitali.
Donne e startup, il record di exit del 2021 in Europa
Il 2021 è stato un anno positivo per le startup femminili in Europa, con un nuovo record di 23 exit di successo nonostante le ripercussioni della crisi generata dalla pandemia. Secondo i dati pubblicati da Dealroom, si evidenzia una crescita costante delle exit, iniziata nel 2019 con 8 e proseguita nel 2020 con 14. Secondo lo stesso studio, negli ultimi 15 anni almeno 87 donne co-fondatrici hanno ottenuto exit di successo, incluse 19 IPO guidate da donne.
Tuttavia, Le “uscite” al femminile rappresentano circa il 3,8% di tutte le exit europee per le società fondate dopo il 2000. La media globale è vicina al 5%, e negli Usa sale al 5,8%.
Donne imprenditrici: lo fanno meglio degli uomini?
La SVB rivela ad esempio che le startup fondate anche da donne in America ricevono investimenti con una probabilità doppia rispetto a quelle fondate da soli uomini. Secondo il Global Business Entrepreneurship Monitor 2016/17 le imprenditrici hanno il 5% in più di probabilità di proporre business innovativi rispetto agli uomini perché, per le donne, l’imprenditorialità per ‘opportunità’ è decisamente più elevata di quella per ‘necessità’. Stando al Kauffman Index: Startup Activity 2017, le donne sono più adatte a individuare i bisogni del mercato e a coglierne le opportunità. Per il CS Gender 3000 del Credit Suisse Research Institute più elevata è la percentuale di donne nel top management delle aziende, maggiori sono i ritorni per gli azionisti.
Donne e lavoro: che cosa manca per colmare il gender Gap
In Italia la sotto-occupazione femminile costa il 5,7% del Pil
Nel 1999 l’analista Kathy Matsui elaborò per Goldman Sachs la teoria della Womenomics. Matsui sosteneva che incentivare le donne a partecipare al mondo del lavoro avrebbe impresso una forza dirompente all’economia del suo Paese, che misurò in un +13% del Pil. Dopo più di venti anni, tuttavia, la questione femminile resta irrisolta, non solo in Giappone.
Secondo l’agenzia europea Eurofund l’Italia è in Europa il Paese con il minor tasso di partecipazione femminile al lavoro: 54,4% (peggio di noi solo Malta) contro una media europea del 63,5% (prima della classe è la Svezia, con il 77,6%): una sotto-occupazione che costa al nostro Paese il 5,7% del Pil. Invece far partecipare al mondo del lavoro le donne produrrebbe nuova ricchezza per un valore pari all’11% del Pil.
Perché le donne trovano meno lavoro e con retribuzioni più basse
Ci sono molte ragioni per cui le donne faticano ad affermarsi sul lavoro, ad ottenere retribuzioni pari a quelle maschili a parità di compiti e a salire ai livelli più alti. Per esempio, si legge nel Global Gender Gap Report 2018 pubblicato dal World Economic Forum, l’avvento dell’automazione sta avendo un impatto sproporzionato sui ruoli tradizionalmente svolti dalle donne. Allo stesso tempo le donne sono sottorappresentate nei settori maggiormente in crescita per quanto riguarda le prospettive occupazionali che richiedono le STEM, conoscenza e competenze matematico-scientifiche. Anche in Italia. Come conferma la recente ricerca LinkedIn Recruiter Sentiment Italia 2019, che ha coinvolto la comunità di responsabili HR in azienda, nell’ultimo anno c’è stato un aumento delle assunzioni in Italia, ma le competenze digitali, sempre più richieste dalle imprese in fase di selezione, rimangono una prerogativa dei candidati di sesso maschile. Nello specifico il 45% dei responsabili HR italiani sostiene che ci sono più candidati uomini dotati di competenze digitali rispetto alle donne (contro appena il 25% che pensa che vi siano più donne “digitalmente preparate”).
Un altro possibile motivo all’origine del divario di genere è legato alla carenza di infrastrutture per aiutare le donne ad entrare (o tornare) sul lavoro, per esempio asili o centri di assistenza per anziani.
Purtroppo il lavoro non retribuito resta principalmente a carico delle donne. “Il problema – spiega Claudia Pingue, già general manager del PoliHub, l’incubatore d’impresa del Politecnico di Milano, e oggi Senior Partner – Responsabile del Fondo Technology Transfer di CDP Venture Capital SGR – Fondo Nazionale Innovazione – non è biologico ma sociale e culturale, con un non trascurabile impatto economico”. Cosa fare per incoraggiare un cambio di paradigma culturale e sociale nelle nuove generazioni? “Offrire role model diversificati – prosegue Claudia Pingue – che possano creare maggiore consapevolezza nella scelta delle proprie passioni, evitando appiattimenti e polarizzazioni di genere. Chiaro è che per invertire la tendenza nel breve periodo si possono creare incentivi più forti per le startup. In Italia ad esempio una legge efficace relativa alla presenza delle donne nelle società quotate e pubbliche è stata la Golfo-Mosca del 2012, che oltre ad aver comportato a metà del suo periodo di applicazione il triplicarsi delle donne presenti nei consigli di amministrazione, ha contributo alla creazione di un bacino di donne da cui attingere per la composizione dei consigli”.
Gender Gap: l’effetto pandemia sulla parità di genere nel 2020
Lo studio di Accenture e Quilt.AI insieme a Women20 (W20), condotto ad agosto 2020 su un campione di 7.000 persone e 7 Paesi, ha analizzato l’impatto che il Covid-19 ha avuto sulla parità di genere rispetto allo scenario pre-pandemia prendendo in esame diverse dimensioni tra cui salute, educazione, livello di occupazione, inclusione digitale e inclusione finanziaria.
Lo studio rileva come le donne siano state maggiormente colpite dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria. Dato che, allo scoppiare della pandemia, non erano impiegate alla pari degli uomini, la diffusione del Covid-19 ha ulteriormente allargato il gap, provocando una dilatazione del tempo necessario per raggiungere la parità di genere di 51 anni.
I guadagni delle donne sono diminuiti del 63% più velocemente rispetto a quelli degli uomini, con un declino medio del reddito femminile di oltre il 16% rispetto a poco più del 10% degli uomini.
Dall’analisi emerge inoltre che le donne hanno il 79% di probabilità in più di essere licenziate rispetto ai colleghi maschi: una disparità spesso determinata dal fatto che la popolazione femminile è impiegata maggiormente in settori vulnerabili alla chiusura delle attività e che registra una presenza inferiore a quella maschile nei livelli più alti dei percorsi di carriera.
A questi dati si aggiunge il fatto che spesso sono le donne a dover farsi carico della cura dei figli o dei famigliari, svolgendo un lavoro non retribuito. Con il Covid-19, sebbene il tempo dedicato alla cura dei bambini da parte degli uomini sia aumentato del 34% e quello delle donne del 29% rispetto a una situazione pre-pandemica, non è diminuito l’onere sulle donne, con il 50% del campione femminile dello studio che dichiara un incremento della tensione e dello stress legato alla cura in ambito domestico.
Imprenditoria femminile: donne e rappresentanza
Per far sentire la propria voce, le donne imprenditrici si riuniscono in associazioni, elaborano progetti comuni, lanciano contest al femminile. Un universo vario e variegato destinato alla promozione dell’imprenditoria femminile. Ecco alcuni esempi.
Il comitato imprenditoria femminile
Non sono numerose in Italia le associazioni specificamente rivolte all’imprenditoria femminile (ovvero con donne che detengono il 51% del capitale dell’impresa). Una delle più rappresentative è il CIF.
COMITATO IMPRENDITORIA FEMMINILE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO (CIF) – È la rete dei Comitati per l’imprenditoria femminile del sistema camerale per la promozione dell’imprenditoria femminile e rappresenta un unicum: è infatti il primo protocollo d’Intesa per il sostegno e la promozione dell’imprenditoria femminile, siglato il 20 maggio 1999 dall’Unioncamere e dal Ministro delle Attività Produttive, che prevedeva la possibilità di costituire un Comitato presso ogni Camera di Commercio. Negli anni ha portato avanti alcune iniziative di sostegno a favore dell’imprenditoria femminile come, per esempio, il tentativo di migliorare l’accesso al credito alle donne.
La community di donne europee
Un’iniziativa europea relativamente recente riunisce le donne che investono in capitale di ventura.
EUROPEAN WOMEN IN VC – È un gruppo di oltre 350 donne partner o fondatrici di fondi di venture capital provenienti da oltre 20 paesi europei con un totale attivo in gestione di circa 15 miliardi di euro. La community è stata lanciata nel 2017 grazie ad uno sforzo congiunto di donne provenienti da sette paesi dell’Europa centrale. Oggi l’iniziativa è supportata da 19 ambasciatrici in Europa ed in Israele. Ambasciatrice italiana è Alessandra Lomonaco, startup advisor impegnata a supportare gli imprenditori a delineare il proprio modello di business. Collabora con IDP International Développement Partenariat come responsabile del mercato italiano nello scouting delle aziende più innovative interessate ai finanziamenti europei. È founder e board member di BioPharma Network, associazione culturale di manager del settore farmaceutico, con l’obiettivo di sviluppare una rete professionale e promuovere l’innovazione. È socia di GammaDonna e mentor di Young Women Network.
Le associazioni di donne
Sono varie le associazioni che riuniscono donne impegnate nei più diversi campi di attività. Una in particolare è dedicata alle donne che si muovono nel mondo delle nuove tecnologie.
WOMEN&TECH-ASSOCIAZIONE DONNE E TECNOLOGIE è nata nel 2009 da un’idea di Gianna Martinengo (vedi sotto) per valorizzare il talento femminile nella tecnologia, nell’innovazione e nella ricerca scientifica. Promuove il Premio internazionale Tecnovisionarie. Le donne insignite del Premio 2020 sono: Lucia Gardossi, Università degli Studi di Trieste; Lara Botta, Innovation Manager, Botta Packaging; Monica Casadei, Socia & Amministratore Delegato, Iride Acque; Sabrina Corbo, Socia & Amministratore Delegato, Green Network; Eugenia Presot, Titolare, Conceria Pietro Presot; Elena Sgaravatti, President of Plantarei, Co-founder & SH, DemBiotech; Federica Storace, CEO & Co-founder, Drexcode; Ersilia Vaudo Scarpetta, Astrofisica, Chief Diversity Officer di ESA, Agenzia Spaziale Europea; Elsa Fornero, Economista. Menzione Speciale per la sostenibilità e il sociale: Cecilia Sironi, Past President, Cnai – Consociazione Nazionale Associazioni Infermieri.
Nel 2020 il riconoscimento è stato attribuito a donne che, nella loro attività lavorativa, hanno testimoniato di possedere visione e forte etica professionale sull’economia circolare.
GAMMADONNA è un’associazione no profit, nata nel 2004, che promuove iniziative di imprenditorialità femminile innovativa. La sua mission è fungere da polo di networking e talent scout di realtà imprenditoriali innovative, e di essere elemento di aggregazione tra privati, imprese, associazioni ed enti. L’obiettivo finale è ottenere la massa critica necessaria per promuovere un cambiamento culturale e ridurre il gender gap in campo economico. Due le attività portanti dell’Associazione: il Forum Internazionale dell’Imprenditoria femminile e giovanile, #GammaForum e il Premio GammaDonna, riconoscimento a creatività e innovazione nel fare impresa, giunto nel 2020 alla sua 12° edizione.
Donne e STEM25, la challenge di Amazon Italia
Da alcuni anni Amazon Italia supporta e ospita Technovation Girls, programma imprenditoriale tech per ragazze promosso da Technovation, associazione no profit dedita all’educazione in ambito STEM. Attraverso Technovation Girls, l’organizzazione mira a rendere consapevoli le studentesse di tutto il mondo delle loro potenzialità di innovatrici del futuro.
Imprenditoria femminile: le iniziative
Borse di studio per sviluppatrici in Sicilia
Edgemomy, hub tecnologico con sede a Palermo, ha raccolto 55 borse di studio del valore di 165mila euro per le donne che vogliono imparare a sviluppare con Coding Women Sicily.
In Italia la professione di sviluppatore è la seconda più cercata e retribuite, ma solo il 31,7% delle donne lavora in ambito ICT. Con l’obiettivo di contribuire a chiudere il divario di genere riferito alla tecnologia e di combattere la disoccupazione femminile, le più importanti tech company tra cui Bending Spoons, Musement, Translated, Docebo, hanno contribuito al finanziamento di 55 borse di studio per formare programmatrici con Coding Women Sicily, il volto femminile dei Coding Bootcamp di Edgemony, che ha consentito all’85% delle alunne di trovare impiego dal 2021 a oggi.
Imprenditoria femminile: il programma del PoliHub
Il PoliHub, incubatore d’impresa del Politecnico di Milano, contribuisce a promuovere le competenze scientifiche e matematiche per le donne. Lo ha fatto per esempio nel 2016 con “Le ragazze possono”, iniziativa per sensibilizzare e incoraggiare le ragazze alla scelta consapevole di lauree STEM. È stata realizzata nell’ambito dell’iniziativa regionale “Progettare la Parità in Lombardia – 2015” ed è stata guidata da Aidia (Associazione Nazionale Donne Ingegneri e Architetti) insieme a Politecnico di Milano, Fondazione Politecnico di Milano, Ingegneria senza Frontiere, Liberamente Onlus e, appunto, PoliHub. In questo contesto si è tenuto un workshop presso il Politecnico di Milano intitolato “Imprenditoria al femminile: come diventare startupper” al quale hanno partecipato Claudia Pingue, all’epoca General Manager di Polihub, Chiara Russo Ceo e Co-founder di Codemotion, Chiara Burberi, founder di Redooc, Evila Piva, docente del politecnico di Milano, Giovanna Roversi di Microsoft Italia e Sofia Borri, Founder di Piano C.
Mommypreneurs, un progetto internazionale
In Italia Polihub sviluppa Mommypreneurs. Si tratta di un progetto – finanziato dal fondo EEA and Norway Grants for Youth Employment, Islanda, Liechtenstein e Norvegia – che ha il fine di sostenere l’occupazione giovanile in tutta Europa, contribuendo alla riduzione delle disparità sociali ed economiche in Europa ed incoraggiando le partnership all’interno dei 15 Paesi beneficiari. Il fondo ha stanziato 60 milioni di euro a favore di progetti transnazionali per l’occupazione giovanile, con destinatari ragazzi di età compresa tra i 15 e 29 anni.
Nel corso di due anni, oltre 1.000 giovani mamme di 7 Paesi UE (Cipro, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna) prenderanno parte a programmi di formazione della durata di 2 mesi a cura di formatori professionisti.
Nel nostro Paese, come detto, il progetto è sviluppato da PoliHub – Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, partner del progetto e promotore dell’iniziativa. Giunto alla terza edizione, ha fino ad oggi formato oltre 70 mamme in competenze digitali e imprenditoriali.
Il concorso MIA (Miss in Action)
A fine 2018 Digital Magics, incubatore di startup digitali “Made in Italy” ha lanciato una call per partecipare a MIA – Miss In Action, progetto promosso da BNP Paribas International Financial Services, BNP Paribas Cardif, Findomestic, Arval Italia e BNL Gruppo BNP Paribas, con il patrocinio del Comune di Milano. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di sostenere e valorizzare la partecipazione di donne imprenditrici al mondo dell’innovazione. Vincitrici: BESTEST, nuovo metodo diagnostico per l’analisi della struttura ossea umana a scopi medico-scientifici; InTribe (progetti di customer insight data intelligence); Transactionale, piattaforma che offre ai siti e-commerce un nuovo strumento per raggiungere nuovi clienti; Work Wide Women, progetto di innovazione sociale focalizzato sull’inclusione femminile nel settore ICT.
La seconda edizione è stata lanciata a novembre 2019, l’evento finale si terrà il 27 novembre 2020.
LA LINEA DI CREDITO: 400 milioni per 500 aziende in rosa
Nel 2019 la Banca europea per gli investimenti (BEI) e Unicredit hanno deciso di “dare credito” all’imprenditoria femminile. Una prima linea di credito della BEI da 200 milioni riguarda i progetti delle piccole e medie imprese (pmi) localizzate in tutta Italia, con una quota fino al 25% del totale destinata a imprese gestite o controllate da donne. Si tratta di una delle prime operazioni del genere perfezionate in Europa dalla banca dell’Unione europea e la principale per dimensione del finanziamento. Una parte del totale, fino al 40%, riguarderà invece progetti di pmi innovative o finalizzati all’innovazione (Industria 4.0). Secondo stime preliminari, con questo finanziamento verranno sostenuti circa 25 mila posti di lavoro e sostenute circa 500 aziende controllate o gestite da donne. UniCredit, cui spetta il compito di selezionare i progetti e gestire i finanziamenti alle aziende, può arrivare a coprire con fondi BEI il 100% dell’investimento fino a 12,5 milioni di euro. Tali progetti possono avere un costo individuale massimo di 25 milioni di euro. La banca raddoppierà la linea di credito BEI con risorse proprie, portando quindi a 400 i milioni a disposizione dell’economia reale.
L’iniziativa di Unicredit
UniCredit e Nativa hanno lanciato a maggio 2021 “Tech Women for Sustainable Business – UniCredit Journey for Impact Transformation”, percorso per 20 startup a guida femminile. L’iniziativa mira a supportare la crescita sostenibile di una platea di startup italiane innovative guidate da donne attraverso un percorso di sei mesi, strutturato con incontri in cui si affronteranno vari temi.
50 DONNE IMPRENDITRICI NELLA CLASSIFICA DI GAMMADONNA
In occasione del “World Entrepreneurs Day 2022”, GammaDonna ha lanciato la sua prima FAB50: le 50 imprenditrici italiane più innovative dell’anno, secondo l’Associazione che da vent’anni lavora per ridurre il gender gap in campo socio economico.
Ecco l’elenco completo.
ISABELLE ANDRIEU, Translated [Roma]
Isabelle Andrieu è un’imprenditrice francese in Italia e si occupa di coltivare talenti nella sua azienda Translated guidandole con empatia, sostenendole nel loro percorso mettendole in condizione di esprimere il loro pieno potenziale. Translated è stata riconosciuta leader nell’applicazione dell’AI a supporto dell’umano e ha come missione quella di aiutare le persone a comprendersi nella propria lingua abbattendo le barriere culturali e preservando l’unicità di ognuno. La priorità di Isabelle è di investire sulle persone creando persone resilienti e capaci di adattarsi ai cambiamenti che la vita ci pone ogni giorno. Infine, Isabelle ha iniziato a interessarsi all’empowerment femminile creando una newsletter mensile che ha l’obiettivo di entrare in contatto con altre donne leader per sostenersi a vicenda e dando loro lo spazio per aprirsi al loro percorso professionale in modo sincero e tramite confronto. https://translated.com/
ANTONELLA AVRAM, Focalize [Modena]
Antonella Avram è la founder e CEO di Focalize, tech company che si occupa di digitalizzazione nel mondo della moda e del tessile in modo collaborativo e trasparente. Arrivata giovanissima in Italia da Bucarest, Antonella per molti anni ha lavorato nella fashion industry e nel 2010 ha deciso di aprire la sua azienda con l’arrivo della mobile device ha deciso di rendere digitali i creativi più ostili alla tecnologia. Nel 2017 ha aperto la sua prima startup negli USA dando vita a una piattaforma cloud native di nicchia per la moda che gestisce tutti i processi dall’ideazione dei prodotti fino alla loro vendita fruibile in SAS. Oltre alla diversificazione dei prodotti, Trend Technology ha iniziato un processo di digital transformation aziendale che ha permesso un’evoluzione e una forte crescita a livello globale cambiando il modello di business e di vendita. Al momento l’azienda è impegna nella creazione di un sistema di moda sostenibile e l’obiettivo è quello di aiutare le imprese di tutto il mondo di acquisire un DNA digitale in modo sostenibile. http://www.focalize.it/
LAURA BASILI, Women At Business [Milano]
Laura Basili è la founder di Women At Business startup nata per dare un contributo concreto alla soluzione del problema dell’occupazione femminile in Italia e per contribuire al raggiungimento delle pari opportunità. La difficoltà delle donne nel trovare un progetto professionale in linea con le proprie esigenze e competenze a causa degli stereotipi culturali è qualcosa che Laura ha vissuto direttamente nel 2019 quando è tornata in Italia. La soluzione è stata quella di creare la piattaforma Women at Business che prevede degli incontri professionali tra donne che cercano un progetto e aziende che cercano tali competenze. La combinazione avviene tramite un algoritmo di matching inclusivo in cui non vengono considerati i bias che ostacolano l’ingresso e la permanenza delle donne nel lavoro. L’innovazione è la tecnologia per superare i limiti di un sistema farraginoso e lento, lavorando in modo oggettivo bypassando gli stereotipi culturali e creando un valore sostenibile a lungo termine senza dover scegliere tra lavoro e famiglia. https://womenatbusiness.com/
ROSILARI BELLACOSA, Syndiag [Torino]
Rosilari Bellacosa si occupa di tecnologia, ricerca e sviluppo in Syndiag che nasce ufficialmente nel 2019 ed è un’azienda che applica l’intelligenza artificiale alle immagini ecografiche al fine di facilitare la diagnosi precoce dei tumori e lo fa restituendo una descrizione accurata e oggettiva del tumore preso in esame. Partendo dal campo ginecologico in cui i tumori spesso vengono diagnosticati in ritardo, l’obiettivo è quello di estendere questo approccio ad altri distretti anatomici progettando dispositivi medicali altamente avanzati e digitalizzati e rivoluzionando l’accesso alla diagnosi già dal punto di cura. Ad oggi il team di Syndiag è composto da 8 persone e ha relazioni consolidate con ospedali su territorio nazionale e internazionale oltre a una rete di advisor su vari ambiti commerciale, medicale e di laboratorio. Nel 2022 Syndiag ha debuttato nel campo medicale imparando tutto ciò che era da sapere su un’impresa e Rosilari ha potuto sviluppare la sua idea di innovazione ponendo la tecnologia al servizio della società per creare un impatto sociale positivo. https://www.syndiag.ai/
ANNA BENINI, Liane [Roma]
Anna Benini, psicologa del lavoro con alle spalle 20 anni di esperienza in risorse umane, mamma, figlia, moglie e lavoratrice, sa quanto sia difficile conciliare carriera e cura familiare. Per questo motivo, 5 anni fa ha deciso di fondare Liane con l’obiettivo di supportare le donne in modo che la cura non sia un ostacolo alla carriera, ma un evento normale nella vita. La prima versione di Liane è stata lanciata prima del COVID-19 e nell’anno 2020/2021 il gruppo ha lanciato la nuova piattaforma digitale di welfare Liane Care che tramite un approccio nuovo di smart caring offre servizi digitalizzati ai dipendenti aziendali come: supporto psicologico, ricerca personale di assistenza, informazione psicoeducativa e supporto alla fragilità. Nel futuro Liane l’obiettivo di completare la piattaforma, consolidare il team e investire nel marketing affinché sempre più aziende adottino Liane per soddisfare i bisogni dei loro dipendenti. https://www.lianecare.com/
CRISTINA BONACINA, Faire.ai [Milano]
Cristina Bonacina è co-founder e head of product di Faire.ai. Nata nel 2020 Faire.ai ha sviluppato idee innovative con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo del credito promuovendo l’utilizzo di metodologie come il design thinking per sviluppare e lanciare sul mercato prodotti di successo. Il ruolo di Cristina in quanto Head of Product è quello di coinvolgere internamente tutti i membri del team nell’ideazione dei prodotti disruptive promuovendo anche diverse metodologie e ciò ha permesso di lanciare sul mercato in meno di 2 due anni 3 prodotti di successo. In questo modo Faire.ai ha potuto rendere i processi di banking più efficaci e semplici per la clientela. Cristina immagina un futuro in cui le banche e le istituzioni finanziare saranno sempre più vicine al mondo delle fintech e delle startup diventando parte integrande dell’ecosistema finanziario e aiutando a scardinare i pilastri conservativi su cui il sistema finanziario si poggia rendendolo più inclusivo e facilmente accessibile. https://www.faire.ai/
LAURA BRESCIANI, I.M.D Generators [Bergamo]
Laura Bresciani è l’amministratore delegato di I.M.D Generators un’azienda che produce componenti per apparecchiature medicali, nello specifico, testate raggi per le macchine di radiologia. A 20 anni Laura entra a far parte dell’azienda di famiglia e per difficoltà familiari ha dovuto accantonare lo studio e dedicarsi a tempo pieno al lavoro in azienda. Grazie al padre, alla curiosità e la forte determinazione Laura è riuscita ad avere un ruolo di alta responsabilità in azienda portandola a far parte di un gruppo di aziende prestigioso che verrà quotato in borsa nel 2023. I.M.D Generators è un’azienda innovativa che cerca di migliorarsi costantemente con un know-how aziendale unico. Nel 2019 l’azienda ottiene il sigillo d’eccellenza per un prodotto non esistente sul mercato dalla Commissione Europea brevettato. A oggi I.M.D Generators si sta approcciando a un nuovo brevetto tramite l’utilizzo di nuovi materiali mai utilizzati nel settore della radiologia mentendo il focus finale della salute del paziente. http://www.imdxray.com/
KARIN CHANTAL BRUNO, Sorelle Collezioni Private [Torino]
Karin Chantal Bruno qualche anno fa ha deciso di fondare insieme alla sorella il progetto Sorelle Collezioni Private. Karin si definisce un raggio di luce perché ama la vita e le persone che ha incontrato lungo il suo cammino. Con la stessa visione e lo stesso amore per la vita, Karin e sua sorella hanno iniziato a creare delle consulenze da remoto per i loro clienti creando dei capi completamente personalizzati nei tessuti e nei colori. Ciascun capo da loro creato parla e descrive la cliente che lo indossa. Durante il Covid, ha fatto un passo verso l’ecosostenibilità eliminando lo spreco dei tessuti e producendo solo i capi che vengono venduti. Inoltre, il forte impegno nella comunicazione tramite social media non è solo cresciuto negli ultimi anni, ma ha aperto nuovi canali di sperimentazione e vendita per l’impresa. https://sorelle-collezioniprivate.com/shop/
OLIVIA BURGIO, EatsReady [Milano]
Olivia Burgio ha 28 anni ed è italo francese, ma è cresciuta a Madrid. Dopo aver studiato all’estero economia e finanza e dopo qualche esperienza lavorativa all’estero ha di lanciarsi nel mondo imprenditoriale fondando EatsReady insieme a una sua amica. EatsReady è la prima startup in Italia a entrare nel mercato dei buoni pasto sviluppando un prodotto completamente innovativo e cambiando le logiche di mercato in modo ecosostenibile sostituendo completamente il digitale al cartaceo. Il mercato dei buoni pasto è un mercato estremamente complesso per quanto riguarda soprattutto gli aspetti legali e fiscali e per poter partire con il suo business hanno dovuto sviluppare un prodotto completamente innovativo semplificando la vita dei clienti e cambiando le logiche di business attualmente presenti in Italia. Al momento EatsReady ha da poco concluso un’operazione societaria con una startup europea con cui andrà a fondersi e a spingere la crescita in Italia. La forza di Olivia e del suo team è stata quella di non arrendersi mai e trovare sempre una soluzione anche quando sembra non esistere. https://eatsready.com/it
SARA CANALI, SHER [Bolzano]
Sara Canali è la fondatrice e CEO di SHER l’abbigliamento sportivo e per ciclismo solo per donne. Oltre a essere imprenditrice Sara è mamma e una sportiva. Questo progetto trova le sue origini nella sua infanzia e nello sport. La determinazione ha spinto Sara a fare cose non scontate e sfidanti come fondare l’impresa che mette in discussione i sistemi e i processi aziendali del settore sportivo. Il ciclismo, infatti, è un mondo molto maschile in cui l’inclusione è poco presente e proprio per questo Sara ha deciso di creare un modello di business innovativo, alternativo e soprattutto inclusivo per rivoluzionare la catena produttiva e per ridurre gli sprechi. All’interno di SHER è presente il dialogo diretto con le donne e l’empatia considerata la base per l’innovazione e per la produzione di prodotti innovativi. L’azienda è impegnata a disegnare per il futuro uno spazio sempre più inclusivo in cui i limiti vengano del tutto eliminati. https://www.sheractive.com/
MARTINA PIERI, MARIAGRAZIA CANU, CLAUDIA SPADONI | Rockin’ 1000 [Cesena]
Martina, Mariagrazia e Claudia sono le 3 manager di Rockin’ 1000, un supergruppo che nasce con l’idea di dare la possibilità ai musicisti di tutto il mondo di suonare in un concerto e connettersi da tutto il mondo. La spontaneità, lo stupore e la determinazione hanno portato queste 3 donne insieme al loro team a creare un progetto intraprendente e innovativo nel mondo musicale. A oggi Rockin’ 1000 ha diverse collaborazioni con aziende e università e terrà il suo primo concerto fuori Europa, in Brasile. Tante le sfide affrontate in queste 7 anni dalla nascita ma l’approccio è sempre lo stesso: grinta e impegno sono le caratteristiche fondanti del progetto che porteranno ad un’esperienza planetaria e alla realizzazione di moltissimi sogni. https://www.rockin1000.com/it/
MARTINA CAPRIOTTI, Mirta [Milano]
Martina Capriotti è co-founder e CEO di Mirta uno showroom digitale che vuole rivoluzionare il modo in cui i migliori brand locali della moda arrivano sui mercati internazionali. Martina è imprenditrice dal 2019, anno in cui ha deciso di lasciare il suo precedente lavoro e lanciarsi in questa avventura. Oggi il team è composto da 60 persone di cui il 75% sono donne. Mirta ha avuto modo di rivoluzionare il mondo B2C portando le PMI di artigianato locali a diretto contatto con i clienti internazionali grazie al digitale. Oggi Mirta conta più di 400 brand che raggiungono più di 20.000 clienti da 60 Paesi nel mondo. Post pandemia Martina ha deciso di reinventarsi lanciando una nuova piattaforma B2B per permettere ai brand di arrivare all’interno delle migliori boutique internazionali. Il futuro che Martina si immagina è un’azienda in continua evoluzione e all’avanguardia, ma sempre fedele alla mission originaria: quella di creare un mondo della moda, in cui i protagonisti siano le piccole realtà locali che creano prodotti di alta qualità, unici e sostenibili. https://www.mirta.com/
MICHELA CAROLLO, Doctorium [Catanzaro]
Michela Carollo ha 38 anni e nasce a Catanzaro. Dopo una laurea in medicina e chirurgia e l’esperienza con i pazienti nasce Doctorium, startup fondata con altri amici medici che ha come obiettivo sostenere da remoto i pazienti direttamente da casa. Doctorium è la prima piattaforma che permette di avere 24 ore al giorno videoconsulti con specialisti selezionati, ricevere prescrizione mediche, monitorare parametri vitali di una persona, trovando un medico competente con cui confrontarsi. Con oltre 200 medici specialisti attivi, Doctorium ha contribuito in modo significativo a migliorare la qualità della vita e della salute di moltissime persone, realizzando il desiderio di Michela: quello di poter aiutare tutti, in modo inclusivo. La telemedicina consente di portare l’eccellenza a tutti e di attivare collaborazioni con colleghe giovani, agli inizi della propria carriera medica. https://www.doctorium.it/
FRANCESCA CASSINA, RF Roberto Fantoccoli 1975 [Como]
Seconda generazione di Tintseta – industria tessile con tintoria, stamperia e finissaggio -, Francesca è amministratrice di RF Roberto Fantoccoli 1975, una commerciale che opera nel mercato del lusso e ha rilanciato un marchio storico del settore in ottica moderna. Il volto innovativo di RF è legato al suo approccio alla sostenibilità, per proposte, impiego dei materiali e comunicazione. Con macchinari high tech, che riducono anche l’utilizzo di acqua, propone, tra le altre cose, tinture naturali per l’eliminazione di chimici dal processo produttivo, pur rispettando gli standard di qualità. In pochissimo tempo l’approccio innovativo di Francesca e della sua azienda ha permesso l’apertura del primo showroom a Parigi, a creare delle procedure di spedizioni con l’utilizzo di solo materiale riciclato e biodegradabile tutto personalizzato. https://www.tintseta.it
SARA CECCHETTO, Azienda Agricola Cecchetto [Treviso]
Sara Cecchetto è una giovane imprenditrice che inizia a lavorare nell’azienda vitivinicola di famiglia nel 2015 e nel 2018 la porta ad avere la prima certificazione ambientale, assumendo il ruolo di responsabile sostenibilità. Oggi tutti i progetti dell’azienda nascono dalla volontà di tutelare e valorizzare il capitale naturale, assumendosi la responsabilità in ambito ambientale e sociale, e coltivando la relazione con il territorio e le comunità locali. Nel 2017 Sara ha iniziato a misurare le performance ambientali sviluppando piani di miglioramento volti a diminuire il consumo delle risorse e utilizzare solo fonti rinnovabili e dando vita al progetto Climate Positive 2026 che punta a portare l’azienda entro il 2026 a trattenere più CO2 rispetto a quelle che emette. Un obiettivo a cui affianca altri progetti di inclusione, come la tradizionale vendemmia del Raboso del Piave curata da ragazzi affetti dalla sindrome di down che si trasformano in vignaioli per un giorno. https://www.rabosopiave.com/
ELECTRA COUTSOFTIDES, Xworks Tech [Londra]
Electra è fondatrice e CEO di Xworks Tech, che riduce al minimo i rifiuti consentendo un commercio trasparente dei rifiuti, digitalizzandone il flusso e il loro pieno valore. Tutto è iniziato 10 anni fa, quando ha incontrato il suo co-fondatore Alex. La maggior parte delle persone non pensa a cosa succede ai rifiuti dopo che sono stati gettati nel bidone del riciclaggio, e l’unico modo per vedere cosa accade è quello di essere coinvolti nel settore. Vedendo quanto l’industria fosse in crisi, nel 2016 Electra concepisce l’idea di Xworks Tech per dissociarsi dalle pratiche tradizionali dell’industria e capire davvero con chi si ha a che fare e se l’impresa in questione è affidabile. L’ambizione per il futuro è quella di un pianeta senza rifiuti e di diventare con la propria startup fonte autorevole delle migliori pratiche del settore per ridurre al minimo gli sprechi e guidare un cambiamento dirompente. In questo momento Xworks è accelerata da Techstars, programma internazionale con sede a Torino nelle OGR (Officine Grandi Riparazioni) con l’obiettivo di contaminare l’ecosistema nazionale dell’innovazione. https://xworks-tech.com/
GIULIA D’AMATO, Startup Geeks [Mantova]
Giulia D’amato è la cofounder di Startup Geeks che nasce durante il suo viaggio di nozze, precisamente dopo aver letto un report che collocava l’Italia nelle ultime posizioni per imprenditoria e innovazione. Giulia e il marito lasciano il lavoro sicuro con ruoli manageriali in Germania e tornano in Italia per intraprendere la propria avventura imprenditoriale. Startup Geeks ha dato vita a “startup builder”, un programma di 12 settimane per tutti coloro che vogliono un supporto concreto nel lanciare sul mercato il loro business. Un percorso che, ad oggi, ha aiutato più di 1.100 imprenditori per un totale di oltre 570 startup creando una community di imprenditori con cui confrontarsi, e aiutandoli ad avere visibilità sui mercati internazionali. https://www.startupgeeks.it/
DANILA DE STEFANO, Unobravo [Napoli]
Danila De Stefano è CEO e fondatrice di Unobravo che nasce nel 2019 per sostenere gli expat italiani residenti all’estero, per poi diventare un punto di riferimento per la terapia online in lingua italiana. L’idea di business si sviluppa a partire dal desiderio di sfruttare l’innovazione tecnologica per rendere la psicoterapia accessibile a tutti, offrendo un servizio di estrema qualità. Per due anni Danila ha lavorato come psicologa online raccogliendo informazioni e dettagli sulle reali esigenze dei pazienti e le peculiarità della terapia online da parte del professionista. Lanciando la piattaforma di Unobravo, Danila si è allontanata dalle logiche del marketplace tradizionale e, attraverso l’intelligenza artificiale e la creazione di un algoritmo di matching, è riuscita a fornire il professionista più idoneo a ciascun paziente. A oggi, i professionisti che lavorano all’interno della piattaforma sono oltre 2.000 e i pazienti aiutati oltre 40.000. Nel futuro Unobravo punta a internazionalizzarsi sempre di più e a migliorare tecnologie e know-how. https://www.unobravo.com/
LUCIA DELL’AQUILA, IEXS – International Experiential School [Reggio Emilia]
Lucia Dell’Aquila è una delle fondatrici di IEXS e ha come motto quello di cambiare un ragazzo alla volta. La vera innovazione per Lucia è l’emotività, ossia un percorso di crescita che porta ogni giorno dentro la propria scuola: l’amore per se stessi e ciò che si fa vivendo in modo pienamente felice e completo. Lucia crede fortemente nel diritto della diversità e nell’unicità di ciascun ragazzo e li comprende standoci semplicemente insieme e dando loro gli strumenti più efficaci per realizzarsi. Attraverso l’essere se stessi, l’emotività e l’amore IEXS School sostiene in modo concreto ciascun ragazzo dall’asilo all’università in modo completo durante l’intero percorso di studi fino al mondo professionale. https://www.iexs.it/
ILARIA DI LECCE, Roundabout [Torino]
Roundabout è una app per gestire adv e micro-influencer pensata per il mondo Food&Beverage, eventi, lifestyle e travel. È un tool di marketing locale che, attraverso un processo semplice, permette di gestire la promozione di ristoranti, negozi e piccoli brand, dalla strategia alla reportistica finale. Con Roundabout Ilaria vuole contribuire alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale di piccole e medie imprese, raccontandole attraverso le esperienze dei nuovi narratori digitali contemporanei. Il fine è quello di sensibilizzare un vasto pubblico di utenti digitali verso i temi, valori e contenuti orientati alla qualità. https://roundabout.pro/
ANGELINA FADDA, Girls in Italy [Oristano]
Angelina Fadda è la cofounder di Girls in Italy il primo tour operator italiano specializzato in viaggi evocativi e ad alto contenuto etico per sole donne, alla scoperta delle donne che fanno l’Italia. Il progetto di Angelina è completamente Made in Sud e si sviluppa durante la pandemia, ponendo al centro la figura della donna nel ruolo di destinataria dell’offerta e nel ruolo di generatrice di valore. Le competenze di Angelina di travel designer e advisor sono state molto utili nello sviluppo dell’azienda che viene lanciata nell’agosto del 2020. A settembre dello stesso anno viene vinto il trofeo globo tricolore costruendo passo dopo passo un progetto non solo rivolto alle viaggiatrici italiane, ma anche a quelle internazionali. I viaggi di Girls in Italy racchiudono l’elogio della lentezza, del soffermarsi e del sentire dedicati alle donne per diventarne ambasciatrici nel mondo trasformando il potenziale inespresso di tanti luoghi ricchi di valore, ma ancora poco conosciuti. Il sogno con Girls in Italy è quello di ispirare forza, intraprendenza, fiducia e di regalare ispirazione e amore per il nostro Paese. https://girlsinitaly.com/
ELENA FAGNANI, AirCnc [Milano]
Elena Fagnani è ingegnere gestionale e CEO della startup innovativa AirCnc che nasce dopo la sua esperienza negli USA come responsabile logistica acquisti dove è entra in contatto con le prime startup e uno spirito d’impresa entusiastico. Quando Elena torna in Italia incinta, il valore del suo CV cala e si vede costretta a tornare nell’azienda metalmeccanica di famiglia. Ed è proprio in questo luogo che Elena sviluppa Aircnc con l’intento finale di portare nuovi processi e strumenti innovativi alle PMI metalmeccaniche per potersi migliorare. La visione di impresa di Elena è molto importante e si pone obiettivi legati alla sostenibilità ambientale, alla coesione sociale, all’innovazione e alla flessibilità della vita lavorativa e privata. https://www.aircnc.it/
SABRINA FIORENTINO, Sestre [Trinitapoli, BAT]
Sabrina è farmacista, founder e CEO di Sestre, startup innovativa specializzata in nutraceutica che nasce nel 2018 in Puglia con il desiderio di migliorare la qualità della vita delle donne e la loro fertilità. Partendo dalla dieta mediterranea, e insieme all’Università degli Studi di Bari, Sestre ha creato dei nutraceutici composti da un insieme di principi attivi ricchi di proprietà salutistiche necessarie per abbattere molte patologie ormonali e malattie come la vulvodinia, la dismenorrea e l’endometriosi. Sestre inoltre è molto impegnata nella ricerca e nell’innovazione e il suo team – completamente al femminile e in smart working – si impegna mensilmente in attività di team leading e di cooperazione, rinvigorendo il rapporto e la collaborazione tra le dipendenti. Infine, in Sestre è presente anche una community in cui ciascuna donna può sentirsi compresa e coccolata. https://www.sestre.it/
LAURA GORI, Way2Global [Milano]
Laura Gori è founder e CEO di Way2Global, startup femminile e società benefit con un business model sostenibile che si occupa di traduzione a impatto sociale e aiuta le aziende ad espandersi ai mercati esteri. I progetti identitari aziendali di Way2Global comprendono “Made in B Italy”, che racconta le Società Benefit come via italiana all’impresa sostenibile; “Green Translations”, primo servizio di traduzioni decarbonizzato al mondo che costruisce filiera sostenibile; e i progetti “Language Industry 4.0” e “Way2Academy”, che abilitano la transizione digitale come leva di empowerment femminile e giovanile. Nel 2021 Way2Global ha raggiunto grandi traguardi come il riconoscimento di azienda climate positive. La chiave di questi risultati risiede nel coraggio e nella visione di continuare a reinventarsi con tempestività processi, struttura organizzativa, servizi e business model, sviluppando tecnologia e partnership con il mondo della ricerca e coniugando etica, sostenibilità e economia. https://www.way2global.com/
ANNA GREGORIO, Picosats [Trieste]
Anna Gregorio è scienziata e professoressa specializzata in aerospazio e proprio lo spazio, una risorsa infinitamente grande e bella, è ciò che ha deciso di sfruttare in un pianeta con sempre più risorse limitate. L’idea nasce dall’abitudine che abbiamo ad avere una connessione globale che in realtà non esiste perché in alcune zone del mondo non è così. La soluzione? Alcuni dicono i satelliti, ma metterli in orbita può essere molto difficoltoso non solo per le loro dimensioni e peso, ma soprattutto per i costi onerosi. L’idea di Picosats nasce per gioco all’interno del laboratorio di fisica aerospaziale di Anna Gregorio che crea insieme ai suoi studenti e all’Agenzia spaziale europea un progetto di satellite a forma di cubo di soli 10 cm. Il gioco si trasforma in lavoro e nell’azienda di cui è CEO e Co-Founder. Picosats progetta e sviluppa soluzioni sofisticate e all’avanguardia per nano-satelliti, la nuova frontiera nella trasmissione di grandi quantità di dati ad altissima velocità! https://picosats.eu/
CRISTINA LUCERA, Parentsmile [Vicenza]
Cristina Lucera è la founder e CEO di Parentsmile una startup innovativa nata nel 2020 con l’obiettivo di sviluppare la prima piattaforma europea completamente dedicata al supporto genitoriale e al benessere psicofisico di tutta la famiglia. L’idea del progetto nasce dopo aver intercettato un gap di mercato nel momento in cui Cristina è diventata mamma e ha vissuto molte difficoltà nel cercare personale professionale, tempestivo e a domicilio. Con Parentsmile, Cristina ha voluto innovare il mercato del family care introducendo una soluzione tecnologica innovativa che rende davvero accessibile il supporto genitoriale e offrendo un servizio sanitario, formativo, educativo e assistenziale erogati solo da professionisti qualificati e selezionati che posso raggiungerti a casa o da remoto 7 giorni su 7 anche nelle ore serali e nel weekend. Parentsmile è quindi una piattaforma software unica nel suo genere basata su una infrastruttura cloud a micro servizi con una sincronizzazione in tempo reale di tutti i dati e un algoritmo di AI di best matching. Dopo il lancio sul mercato italiano, l’obiettivo è quello di internazionalizzarsi a partire dal 2024. https://parentsmile.com/
SARA MALAGUTI, Flowerista [Milano]
Sara Malaguti è la fondatrice e amministratrice di Flowerista srl, una startup composta al 90% da donne che con loro piattaforma dimostrano come la creatività possa diventare un lavoro! Ad oggi Flowerista conta una community di oltre 500 creativi che hanno l’opportunità di seguire corsi e webinar di digital marketing, business strategy e costanti aggiornamenti di crowdfunding per potersi sviluppare e crescere! Inoltre, la piattaforma dà l’opportunità di mettere in relazione freelance e micro-brand con il mondo del corporate aiutando e sostenendo le aziende a stare al passo con l’innovazione. Lo sguardo di Flowerista non si ferma all’Italia, ma è rivolto anche verso l’Europa e il mondo al fine di mettere in relazione sempre più creativi per sostenere e formare l’innovazione dal basso! https://www.flowerista.it/
SILVIA MAZZOLINI, Tecnotelai / Unica Luxury [Bologna]
Silvia Mazzolini è CEO di Tecnotelai dal 2008, realtà consolidata che da oltre 40 anni si occupa di arredamento industriale. in cui ha apportato importanti cambiamenti sin dall’inizio del suo mandato. Tra le altre cose, in Tecnotelai ha dato vita ad un progetto fortemente innovativo nel settore dell’arredo di design di alta gamma: UNICA. Spinoff creativo di Tecnotelai, si tratta di un brand votato all’arte di arredare, le cui linee 100% MADE IN ITALY fondono esperienze artistiche artigianali a competenze di designer di fama internazionale, con al centro la lavorazione artistica del vetro e del metallo. UNICA ha deciso di utilizzare solo materiali sostenibili come vetro, legno e acciaio inox, fusi sapientemente con metalli preziosi come oro, rame e argento, in aggiunta a pietre naturali, e cristalli Swarovski. https://unicaluxury.com/ https://www.tecnotelai.it
MAURA MENGONI, Emoj [Ancona]
Maura Mengoni è docente universitaria e imprenditrice che volendo misurare se stessa ha deciso, insieme a un gruppo di ricercatori, di fondare Emoj. Questa piattaforma sviluppa tecnologie basate sull’IA capaci di rilevare e riconoscere le emozioni e i comportamenti umani dalle immagini riprese da qualunque videocamera e utilizza questi dati per creare esperienze personalizzate che si adattino ad ogni essere umano. Due anni fa realizza Ego, sistema capace di misurare le posture e i movimenti degli operatori di fabbrica calcolando possibili danni alla loro salute e sicurezza. Al momento possiede 2 brevetti nazionali e 1 internazionale. La determinazione, l’impegno e il coraggio di misurarsi sono alla base di Emoj che a oggi è tra le prime 10 startup europee a guida femminile. Nei prossimi anni Maura aspira a portare la startup a internazionalizzarsi, e diventare leader europeo nello sviluppare soluzioni “human-centric” basate su intelligenza artificiale nei settori automotive, industry ed education. https://www.emojlab.com/
MARIA LAURA MINOIA, Azienda Agricola Minoia [Bari]
Maria Laura Minoia decide 12 anni fa di rimanere all’interno dell’azienda agricola di famiglia e di dare vita a un progetto innovativo. Tutto parte da una masseria del 1600 e da alcuni ettari coltivati a olive, mandorle e ciliegie. Il progetto prevede un approccio inverso rispetto agli standard di una azienda: nella realtà di Maria Laura è il mercato a muoversi verso la sua azienda con la masseria didattica. Un’idea votata alla multifunzionalità come integrazione al reddito agricolo ma che sin da subito si dimostra importante nei bilanci aziendali. Presto diventa punto di riferimento in Puglia per la didattica esperienziale: ospita corsi di formazione e stage per operatori del settore; viene menzionata in guide; ospita press tour. Nasce l’agriostello, uno tra i primi in Italia. La sua idea per il futuro è già in atto: diventare un presidio di educazione focalizzata sul rispetto per la terra, per il tempo, per la bellezza. https://www.masseriaminoia.it/
ELENA MOGLIA, MyLime [Bologna]
Elena Moglia è founder e CEO di MyLime una startup innovativa che nasce da due sue passioni: per il mondo dei beni di lusso e per il tech. Sviluppa infatti una piattaforma B2B, basata su blockchain, che crea ed aggiorna il passaporto digitale degli oggetti dei brand di lusso ed il relativo Non Fungible Token (NFT), correlato 1:1. La soluzione del passaporto digitale consente ai brand di tenere traccia di tutta la filiera produttiva (produzione e aftersales) e in particolar modo permette il tracciamento dei materiali fisici e digitali lungo la filiera. Inoltre il passaporto permette alle aziende, attraverso la creazione di rappresentazioni digitali (digital twin) dei propri prodotti fisici, di fornire informazioni aggregate affidabili sui tali prodotti e dare prova degli impegni di sostenibilità. https://my-lime.com/
TIZIANA MONTERISI, Ricehouse [Biella]
Tiziana Monterisi è un architetto, cofondatrice e CEO di Ricehouse. Si definisce una nativa ecologica perché da sempre ha cercato una soluzione alternativa al mondo dell’edilizia che è molto impattante. Da questo bisogno nasce Ricehouse, un’azienda che utilizza materiali di scarto del riso per produrre mattoni, intonaci, finiture e pavimenti e creare un edificio che non sia energivoro, bensì rigenerativo, in cui la natura e la tecnologia si fondono completamente. Oggi Ricehouse è concentrata sul mercato italiano, ma nel futuro il progetto è quello di trasformare i territori europei e non, in economie circolari trasmettendo il proprio know-how e modello di business affinchè Ricehouse sia sempre più divulgatrice di una nuova economia. https://www.ricehouse.it/
DEBORA MORETTI, Fondazione Libellula [Milano]
Debora Moretti è Presidente & Founder di Fondazione Libellula, primo network di aziende in Italia unite contro la violenza sulle donne. Nato nel 2017 come un progetto di responsabilità sociale con il motto “entra la cultura, esce la violenza”, la Fondazione ha avuto modo di creare un proprio spazio di azione identitario creando un network di oltre 70 aziende tra cui Vodafone, Barilla, Tim, Decathlon, all’interno delle quali vengono svolte attività sulla decostruzione di genere, sull’empowerment femminile, percorsi di linguaggio inclusivo, workshop e molto altro. I progetti sostengono concretamente le donne vittime di violenza per le prime spese economiche e per il reinserimento nel mondo del lavoro. Tra i sogni nel cassetto della Fondazione c’è quello di creare una casa di accoglienza per donne vittime di violenza e aiutarle a ricostruirsi la vita che meritano tramite percorsi di sostegno e empowerment. https://www.fondazionelibellula.com/it/
RAFFAELLA MORO, ReAir [Milano]
Raffaella Moro è founder e CEO di ReAir startup innovativa del settore clean tech che nasce a Milano negli inizi del 2019 da un’idea di un gruppo di imprenditori nel settore delle costruzioni e dell’energia e da un gruppo di ricercatori scientifici. Partendo dall’azienda di famiglia presente nel settore Oil & Gas, Raffaella propone di investire nel mix energetico a favore di qualcosa per l’ambiente. Nasce l’idea di ReAir: sistemi innovativi e brevettati per il trattamento delle superfici degli ambienti indoor e outdoor. Rivestimenti superficiali attivi e intelligenti sfruttano il principio della fotocatalisi e sono in grado di degradare in modo efficiente gli inquinanti e i micro organismi nocivi in vari luoghi come il mondo della ristorazione, dell’educazione e ospedaliero. Una tecnologia disruptive totalmente green, certificata, sicura e duratura che permette di abbattere inquinanti nocivi e di ridurre sensibilmente la presenza di batteri e virus in ambienti di uso collettivo in virtù della sua azione disinquinante e igienizzante. https://www.reair.it/
ELISABETTA NGUYEN DOAN, Betty Concept [Brescia]
Nguyen è la fondatrice di Betty Concept un brand che produce abbigliamento inclusivo e artigianale per tutte le donne, su misura e a distanza. Dopo diverse esperienze all’estero Betty capisce che la scena dell’artigianato ha un pubblico maturo e pronto ad acquistare in modo meno tradizionale. La sua esperienza nella progettazione e nella vendita le ha permesso di individuare i pregi della vendita online in Italia e i suoi limiti. Secondo Betty una grande fetta di consumatrici è tagliata fuori dal mercato dell’abbigliamento per la mancata rappresentazione dei loro corpi. L’obiettivo dell’azienda è quello di rendere accessibile a tutte un capo su misura e questo tipo di produzione è sostenibile sia per chi produce sia per chi compra. https://www.bettyconcept.com/
JOSEPHINE PACE, Alfa Green Solutions [New York]
Josephine Pace è la CEO di Alfa Green Solutions una società che nasce in Sicilia e si occupa di sostenibilità. Partendo dall’azienda di famiglia, Josephine ha iniziato un percorso legato alla conversione di Co2 in biomasse algali portando valore aggiunto in molti settori. Il mercato americano aveva molto spazio per questo tipo di soluzione e per questo motivo Josephine ha deciso 6 anni fa di spostarsi negli USA per poter dare soluzioni in vari settori come l’urban regeneration aiutando varie aziende a ridurre il loro impatto ambientale. Inoltre, Alfa Green Solutions ha uno spazio dedicato alla ricerca e diverse collaborazioni farmaceutiche e nutraceutiche per trovare soluzioni a problemi come le maculopatie. La mission è quella di essere un’azienda sostenibile, rigenerativa in vari settori e in varie applicazioni e di fare da ponte tra la ricerca e lo sviluppo italiano e i partner americani creando un mondo sempre più sostenibile. https://alfagreensolutions.com/
GIUDITTA PASOTTO, Gengle [Firenze]
Giuditta Pasotto è la founder di Gengle, un’attività che nasce da un evento personale difficile, ma comune: la separazione. L’unicità di Gengle sta nell’essere una comunità che valorizza la mono genitorialità e che non fa vivere il fatto di avere figli come un ostacolo. Tramite Gengle la community abbatte la toxic positivity dei social offrendo una rete sociale in cui poter essere se stessi senza essere giudicati, condividendo i bisogni di genitore, attività ed esperienze comuni. Inoltre, Giuditta ha lanciato una gamification offline composta da alcuni segni distintivi, come spille o bracciali, che possono essere utili a conoscersi casualmente all’interno della community. L’obiettivo futuro è l’espansione di questa community creando un ecosistema di aiuto per tutte le famiglie mono parentali presenti in Europa che sono oltre 60 milioni! https://gengle.it/
MONICA PERNA, Auge International Consulting [Dubai]
Monica Perna nata in Brianza ed è la CEO di Auge International Consulting, ma da oltre 200 testate viene definita la English Coach and Mentor all’interno della sua azienda che si trova negli Emirati Arabi Uniti, precisamente a Dubai, e che si occupa di didattica della lingua inglese dando modo a chiunque di esprimersi facilmente in una lingua universalmente conosciuta esprimendo il proprio potenziale. Il metodo creato da Monica, chiamato metodo Auge, consente di imparare e migliorare professionalmente il livello inglese tramite una didattica innovativa e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. L’innovazione sostenibile e il capitale umano di valore portano l’esperienza d’apprendimento della lingua inglese direttamente a casa propria in modo semplice, divertente ed efficace. https://www.augeinternationalconsulting.com/
CLAUDIA PERSICO, Persico Group [Bergamo]
Claudia Persico è CEO & Rotational Director di Persico Group che ha come sede principale Bergamo, ma sedi operative in tutto il mondo. L’azienda di famiglia nasce nel 1976 e realizza stampi, presse, impianti e soluzioni completamente automatizzate per diversi settori ad alta tecnologia con un forte orientamento al cliente cercando di soddisfare i suoi bisogni. La forte responsabilità alla neutralità e alla sostenibilità dell’ambiente porta l’azienda a ridurre i consumi e a utilizzare fonti rinnovabili come l’idrogeno. Un esempio è il progetto SMART H2, una macchina a riscaldamento elettrico in grado di realizzare, attraverso il processo rotazionale, la struttura interna dei serbatoi per lo stoccaggio dell’idrogeno. L’azienda sta lavorando per rendere SMART H2 completamente automatizzata, consentendo così al processo produttivo di risparmiare tempo e trasformare le attività umane in momenti di qualità. Claudia si aspetta dal domani una maggiore digitalizzazione dei processi aziendali, una più forte attenzione al green e un’apertura verso nuovi mercati come l’aerospace. https://www.persico.com/
CHIARA PETRIOLI, WSense [Roma]
Chiara Petrioli ricercatrice, innovatrice e imprenditrice. Con un gruppo di giovani di talento circa 10 anni fa individua nuovi modi, anche sfruttando l’intelligenza artificiale, per costruire reti wireless (acustiche, mezzo usato dai mammiferi marini) che consentano di connettere gli oceani, di scambiare informazioni tra il mondo sotto l’acqua ed il mondo sopra l’acqua, permettendo di ricevere dati dalle profondità marine in tempo reale, in continuo, di comandare robot che esplorino per noi gli oceani da remoto: è l’internet degli abissi! Un’idea nata nei laboratori della Sapienza, brevettata, che ha portato alla nascita di WSense, uno spinoff che, dopo anni di sviluppo di proprietà intellettuale, ha visto il vero avvio nel 2017 per poi crescere a circa 40 addetti tra l’Italia e la Norvegia. L’azienda deep tech opera in diversi settori: Energia (incluso rinnovabili), monitoraggio ambientale, acquacoltura sostenibile, monitoraggio delle infrastrutture critiche. Tramite le tecnologie innovative ha fornito e creato i big data su laghi, mari e fiumi che consentono di capire i rischi, conservare gli ecosistemi e ottimizzare i processi produttivi per uno sviluppo sostenibile della blue economy. https://wsense.it/
ALESSANDRA PETROMILLI, Hinto [Torino]
Alessandra Petromilli è la Chief experience office e la cofounder di Hinto, impersa che supporta le altre aziende nell’innovare attraverso l’erogazione di servizi quali: sviluppo software, design e digital marketing. L’innovatività aziendale nasce soprattutto dalla sua struttura, in quanto i dipendenti lavorano completamente da remoto con una metodologia di lavoro completamente digitale. Grazie a diverse esperienze all’estero, Alessandra è riuscita ad apprendere tecniche di co-design e di service design che la aiutano a guidare i colleghi nella strutturazione dei processi e nel continuo miglioramento dell’azienda. Ha inoltre creato una conferenza chiamata Intersection in cui è possibile conoscere designer da tutto il mondo per potersi confrontare, formarsi su nuove tecnologie, metodologie e progetti. https://www.hinto.com/it
LIANA ROTARIU, Sempi [Torino]
Liana Rotariu è la founder e CEO di Sempi società benefit. Di origine transilvane, Liana si trasferisce a Torino nel 2003 per un MBA e dove poi decide di fermarsi. Sempi in piemontese significa semplice, ma è anche l’acronimo di semplice, efficace, misurabile, puntuale e immediato. La società di Liana nasce a marzo del 2020, non solo per la perdita del lavoro causa pandemia, ma soprattutto per una riflessione su un concetto che la assillava da tanti anni: aiutare le PMI, tramite figure specializzate e altamente qualificate, a migliorare la gestione della liquidità aziendale, dei costi e della strategia economica sostenibile. Liana decide di partire da quattro aree principali – clienti, processi interni, formazione interna e finanza – e di aiutare le moltissime PMI in forte difficoltà durante e post Covid. Sempi è il primo ecosistema aperto e innovativo che interconnette il mondo dell’economia reale e circolare in modalità con servizi innovativi digitali 4.0. https://www.sempi.it/
ANTONELLA RUBICCO, A3Cube [Novara]
Antonella Rubicco è fondatrice e amministratrice di A3Cube, startup innovativa che si occupa di intelligenza artificiale con particolare attenzione all’industria 4.0. Mossi da curiosità ed entusiasmo, Antonella e il suo compagno nel 2005 realizzano il loro primo personal super computer, portandolo oltreoceano. Il continuo studio e l’attenzione alle esigenze del mercato hanno fatto evolvere A3Cube che oggi si occupa di analisi dei dati e di soluzioni innovative per le aziende tramite un approccio originale e innovativo che non si basa sull’utilizzo di algoritmi predigeriti e box già fatti da terzi, ma è personale e soggettivo. L’esperienza negli USA ha contribuito ad ampliare gli orizzonti di Antonella che è fortemente convinta che la tecnologia e l’innovazione possano contribuire a migliorare la vita delle persone nel rispetto dell’ambiente creando un mondo migliore da consegnare alle generazioni future. http://www.a3cube-inc.com/
VIRGINIA SCIRE’, Wear Me [Treviso]
Virginia Scirè è la CEO founder di Wear Me, startup dedicata al baby wearing che sta crescendo esponenzialmente. L’idea di Virginia nasce dall’esperienza personale: nel 2013 si ritrova a casa da sola con una bimba che vuole stare sempre in braccio, e un altro figlio da accudire. Scopre così la pratica del baby wearing che le rivoluziona la vita. Il baby wearing è l’arte di portare addosso i bambini con una fascia o un marsupio, soddisfacendo il bisogno di contatto fisico del bimbo e al tempo stesso facendeo riacquistare autonomia al genitore. Nel 2015 Virginia crea la prima community di baby wearing e con Wear Me la prima linea di abbigliamento che ha come punto di partenza l’utilizzo di fibre naturali. Tramite l’e-commerce e una linea di rivenditori b2b il fatturato negli ultimi anni l’azienda è cresciuta esponenzialmente e si sta espandendo in Europa e nel mondo. https://wearmebaby.com/
GAIA SEGATTINI, Gaia Segattini Knotwear [Ancona]
Gaia Segattini è designer e fondatrice di Gaia Segattini Knotwear nel 2019. Un brand di maglieria fondato su tre valori chiave: sostenibilità, innovazione e community. Il brand si contraddistingue per la realizzazione di capi e accessori realizzati con filati di giacenza di produzioni italiane o rigenerati di altissima qualità, che diventano capi dal design contemporaneo, il fit oversize e confortevole, l’attitude divertente, identificandosi con una comunicazione della sostenibilità pop, sorridente ed inclusiva. Ogni capo è prodotto in quantità limitate perchè è il filato disponibile a suggerire il design, limitando anche lo spreco di materiali e l’inquinamento. La limitazione dello spreco si attua anche grazie ad un filo diretto con la community digitale, con cui ci si interfaccia ogni giorno per scoprirne necessità, gusti e riferimenti estetici. Ma la comunicazione digitale ha anche lo scopo di cambiare la percezione del lavoro manifatturiero: raccontando filiera, territorio, persone e stimolando il ricambio generazionale attraverso una narrativa non da cartolina ma rock. https://gaiasegattiniknotwear.it/it/
MARIA SIGONA, La Casa di Toti [Modica]
Maria Sigona ha 51 anni e vive a Catania. Prima di essere imprenditrice, Maria è mamma di Toti, un ragazzo neurodiverso pieno di gioia e entusiasmo per la vita. Per lui Maria ha deciso di costruire un’opera sociale: La Casa di Toti, un B&B etico in cui lavorano ragazzi con autismo e in cui vengono accolti ospiti da tutti il mondo. Il B&B etico è stato inaugurato un anno fa e i ragazzi si prendono cura delle casette del B&B assistiti dai tutor e occupano il loro tempo percependo una paghetta. Accanto a questa iniziativa vi sono oltre 15 imprese che contribuiscono al mantenimento della Casa di Toti. Al momento sono presenti 4 dipendenti e 4 ragazzi, ma è possibile arrivare fino a 7. All’interno della Casa vengono accolti vari ragazzi da tutta la regione e vengono fatti laboratori ludico ricreativi, come quello di cucina e orto sociale. https://www.lacasaditoti.it/Index/
VIVIANA SIRIGU, Kentos [Orroli, Sud Sardegna]
Viviana Sirigu è la fondatrice di Kentos, il pane dei centenari: dai forni di Orroli, in Sardegna centro meridionale, produce il pane da filiera bio di grano “Cappelli”, tracciabile, etico, innovativo, gustoso, longevo, identitario, biodiverso. Un progetto al femminile completamente green e tech, che coinvolge oltre 60 aziende della tradizione sarda. Un’idea che nasce in Viviana per dare un’altra possibilità alle terre fertili ma abbandonate di un territorio economicamente depresso, il Sarcidano: un’alternativa alla disoccupazione, allo spopolamento, attraverso l’innovazione, il recupero di preziosi saperi, di competenze, culture, bellezza, e biodiversità. http://www.kentosardegna.it/
IRIS SKRAMI, Renoon [Napoli]
Secondo Iris Skrami il problema della sostenibilità è uno dei più grandi che la nostra generazione deve affrontare. Per questo motivo Iris, che non aveva mai pensato di fare impresa, ha deciso di cofondare Renoon, startup innovativa italo-olandese che nasce per dare la possibilità ai consumatori di ottenere tutte le informazioni necessarie per fare scelte responsabili prima di acquistare. All’interno della piattaforma Renoon i consumatori vengono reindirizzati verso acquisti più responsabili, ecosostenibili ed educati nelle loro scelte; dall’altro hanno l’opportunità di recensire le aziende e il loro impegno percepito di sostenibilità creando una coscienza comune ambientale. La missione di Renoon è rendere la sostenibilità semplice e comprensibile a chiunque. A oggi l’azienda è riuscita a raccogliere tra il privato e il pubblico oltre un milione di capitale e a creare una cultura aziendale moderna e veloce, con una missione interna molto forte. https://renoon.com/
ANNALISA SPADOLA, Caffé Moak [Modica, RG]
Annalisa Spadola è la direttrice marketing del gruppo Caffé Moak nata nel 1967 e per lei il marketing non è solo un mezzo per dare informazioni, ma soprattutto per trasmettere valore e sostanza. Appassionata di tutte le varie forme dell’arte, Annalisa ha dato vita al “Caffé letterario Moak” che premia i migliori racconti sul caffé e pubblica una raccolta dei migliori candidati selezionati. Ma anche a un concorso fotografico per i migliori scatti sul caffé e uno rivolto ai nuovi musicisti. Lo spirito aziendale, quindi, è sempre stato improntato a comunicare brand e prodotti attraverso la cultura e il mondo dell’arte in generale. Se all’ingresso di Annalisa in azienda le donne erano la minoranza, oggi rappresentano un gruppo sostanzioso ed è per lei un grande orgoglio e un traguardo di cui andare fieri. https://www.caffemoak.com/
CINZIA TESSAROLO, Family+Happy [Torino]
Cinzia Tessarolo l’anno scorso scopre di avere una massa all’utero e la sua esperienza le cambia la prospettiva: lascia la sua vita da manager per fondare la startup Family+Happy con l’obiettivo di cambiare il mondo delle genitorialità, rendendo possibile fare carriera e realizzare al contempo i propri progetti personali. Family+Happy è una piattaforma di servizi certificati per genitori, disponibili entro 90 minuti. Innovativa grazie al modello ibrido che unisce un perfetto customer service con la tecnologia di intelligenza artificiale. Attraverso babysitter certificate, family coach e specialisti per bambini, si propone di essere il punto di riferimento sicuro e immediato per rendere democratica la possibilità di essere genitore e avere nel contempo una vita privata e una carriera. F+H si rivolge soprattutto a donne e a genitori single che in italia sono in estrema difficoltà della mancanza di supporto di welfare. https://babysitter.familyhappy.it/
ERICA TURCHETTI, Cofoundry [Milano]
Erica Turchetti è CEO di Cofoundry, che ha creato con l’intento di coniugare e fondere insieme lavoro, persone e ambiente, creando sinergie e accrescendo la progettualità nata dalle nuove idee. Mirando per sè e per i collaboratori a un luogo di ospitalità, impegno e famiglia, per crescere umanamente e lavorativamente, rappresentando, con cooperazione e aiuto reciproco, un valore aggiunto per il futuro. Di grande importanza all’interno della realtà è l’apporto femminile, complementare, e mai sostitutivo, alla parte maschile che dentro Cofoundry trova spazio ed espressione. La prospettiva è quella di fare networking, intensificando una rete che sfoci in idee progettuali di spessore per accrescere il tessuto imprenditoriale del territorio. A oggi sono vi sono diverse location aperte in tutta Italia, e l’obiettivo nei prossimi 3 anni è aprirne a New York, Dubai e Parigi. https://www.cofoundry.it/
VIRGINIA TOSTI, Start2impact [Rieti]
Virginia Tosti è la cofounder e Head of Growth di Start2impact che nasce proprio durante i suoi studi durante i quali ha vissuto diverse difficoltà che sono state di stimolo a creare una piattaforma nuova e innovativa. La mission di Virginia è appunto quella di ridefinire il modo in cui ci formiamo oggi, aiutando gli studenti a capire attraverso la pratica se quello che studiano esprime completamente il loro potenziale. L’idea di Virginia è di far applicare in modo trasversale le competenze acquisite dai propri studenti in modo teorico, ma soprattutto pratico. A oggi più di 950 tra aziende, startup e agenzie hanno assunto gli studenti di Start2impact, ma il vero obiettivo è quello di creare quel luogo nuovo di crescita personale e professionale per le nuove generazioni di cui il mondo ha bisogno. https://www.start2impact.it/
GIADA ZAMBELLI, Panestetic [Bergamo]
Giada Zambelli è il direttore generale di Panestetic, azienda di apparecchiature estetiche professionali fondata 40 anni fa dal padre e alla quale Giada ha dato un forte impulso innovativo, oltre che un’espansione internazionale. Oggi il brand è presente in oltre 30 Paesi anche grazie alla forte digitalizzazione dei progetti e dei processi. Uno dei desideri dell’azienda è dare lavoro all’interno del territorio attraverso l’approvvigionamento a Km0 creando un circolo virtuoso positivo. La mission di Panestetic è quella di avere delle tecnologie che possano portare benessere alle donne senza essere invasive e che portino a una maggiore accettazione di se stesse, superando la prevaricazione della bellezza stereotipata. https://www.panestetic.com/
Imprenditoria femminile in Italia: 8 donne “inspiring”
Moltissime donne che fanno impresa in Italia meriterebbero di essere “raccontate”. Ne abbiamo scelte 5, ma la loro storia ha punti in comune con quella di altre loro colleghe e può essere di ispirazione per le più giovani che intendono percorrere la loro stessa strada.
La pioniera: Gianna Martinengo
A dicembre scorso è stata indicata tra le prime Inspiring Fifty italiane, ovvero le 50 donne più influenti nel mondo della tecnologia nel nostro Paese, ma da oltre 30 anni è un’autorità in questo campo: Gianna, piemontese di nascita e milanese di adozione, è un’imprenditrice seriale che ha anticipato i tempi. Ha scoperto ed esplorato le tecnologie digitali sin dall’inizio degli anni Ottanta, quando si è specializzata all’Università di Stanford in California, per poi dare vita in Italia e all’estero a molte startup e a centinaia di progetti nei settori dell’innovazione tecnologica e sociale, collaborando con le più importanti realtà imprenditoriali internazionali, università e centri di ricerca nel mondo. L’ultima sua creatura imprenditoriale è Didael KTS, società di consulenza e servizi nel settore dell’open innovation. Nel 2007 ha ideato e realizzato il progetto internazionale “Women&Technologies” 2008-2020 e lanciato il Premio “Le Tecnovisionarie” (vedi sopra). Nel 2009 ha fondato l’Associazione Donne e Tecnologie.
Cristina Angelillo, la mamma-startupper che ha scelto di restare al Sud
La sua startup ha cominciato a prendere forma insieme alla prima figlia: Cristina Angelillo era incinta quando, per problemi legati alla gravidanza, è stata costretta a restare completamente a riposo. Cristina stava dedicando tutte le proprie energie all’azienda, ma voleva qualcosa di più: concentrarsi sulle passioni più autentiche, i bambini e la didattica, e quindi creare qualcosa di veramente suo, come la figlia che stava per generare. Il 7 agosto 2014 è nata l’applicazione Marshmallow Games, due settimane dopo è venuta alla luce Gaia. Da allora è diventata imprenditrice, oltre che madre. Ha lavorato sull’idea iniziale, l’ha affinata, ha partecipato a bandi, concorsi, premi, ha espanso l’attività, ha assunto persone. Tutto questo restando volutamente al Sud, nella sua città natale, Bari. Nel 2021, all’età di 38 anni, è stata eletta presidente di InnovUp, l’associazione che rappresenta l’ecosistema italiano, per il triennio 2022-2024. Nel frattempo ha avuto un’altra figlia. La conferma che si può essere giovane mamma e imprenditrice innovativa. Un’eccezione nel panorama italiano, dove poco più di una startup su 10 è fondata da una donna? Potrebbe diventare sempre più la regola.
Francesca Gargaglia, dalla Thailandia a Milano per un’impresa senza confini: Amity
Una startupper italiana di 29 anni, con esperienze internazionali alle spalle, che fonda una società del deep tech, Amity, in Thailandia con un altro enfant prodige dell’imprenditoria innovativa, si prepara alla conquista dell’Europa partendo da Londra e poi decide di aprire una sede a Milano: è la storia di Francesca Gargaglia, perugina d’origine, milanese durante gli anni dell’università in Bocconi e poi cittadina del mondo. La dimostrazione che anche l’Italia è in grado di produrre autentici talenti imprenditoriali under 30. Amity, piattaforma tecnologica per la creazione di social network e comunità digitali, è stata fondata nel 2020, ha sede in UK ma nel 2022 ha deciso di aprire l’headquarter europeo a Milano.
Imprenditoria femminile al Sud: Mariarita Costanza
Mariarita Costanza è ingegnere elettronico e direttore tecnico di Macnil Gruppo Zucchetti, azienda italiana di software presente in 40 paesi del mondo con 3.000 dipendenti e 1.100 partner in Italia. Dal 2001 guida con il marito Nicola Lavenuta la prima azienda di fleet management in Italia, partner di Telecom Italia. Nel 2015 ha fatto parte del gruppo di investitori del business format “Shark Tank” su Italia Uno. Esperta di Digital Innovation, ha costruito in Puglia la prima grande azienda che si occupa di Internet of Things, Fleet Management e Digital Mobile Marketing. Nel giugno del 2016 la Macnil ha acquisito il 100% della società di antifurti satellitari GTAlarm di Varese.
Luigia Tauro, la manager e startupper anti-cancro
Luigia Tauro, 56 anni, manager appassionata di innovazione digitale, dopo aver sconfitto un tumoreal seno si è reinventata startupper con un obiettivo ben chiaro: ridurre il costo sociale del cancro. Così ha fondato KnowAndBe.live, startup di innovazione sociale che ha ideato un programma di educazione alla prevenzione oncologica. Originaria della Puglia, Luigia Tauro si è laureata in Scienze dell’informazione nel 1985. Dopo essere andata a Ivrea per fare una tesi di laurea sperimentale, è stata assunta da Olivetti, per la quale ha lavorato per dodici anni. Poi è passata a Gartner, Accenture e a un grande gruppo bancario per il quale segue progetti di innovazione. Nel 2008 si è ammalata di tumore al seno. Una volta guarita ha creato nel 2017 un programma digitale di educazione alla prevenzione oncologica con l’obiettivo di ridurre il costo sociale del cancro. La società ha già coinvolto 80mila dipendenti. Il 21 maggio 2019 il Joint Research Centre della Commissione Europea ha annunciato di aver scelto i Diagrammi PartecipatiTM di KnowAndBe.live come strumento di sensibilizzazione nei suoi eventi dedicati a prevenzione e salute.
Mary Franzese, l’innovatrice in Sanità
Mary Franzese è una giovane bocconiana fondatrice con Enrico Giuliani di Neuron Guard, startup che ha creato un collare refrigerante per ridurre i danni cerebrali per le persone colpite da ictus, arresto cardiaco e trauma cranico. Franzese e Giuliani sono partiti dal desiderio di aiutare a migliorare una realtà che vede ogni sette secondi una persona al mondo accusare problemi cerebrali acuti, che sono la prima causa di disabilità permanente e generano una spesa di 330 miliardi di dollari ogni anno, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. L’esperienza nell’ambito della medicina d’emergenza fatta da Giuliani ha portato a ideare un collare refrigerante che riduce il rischio di lesioni cerebrali in caso di ictus, trauma cranico grave o arresto cardiaco. Neuron Guard è stata creata a Modena nel maggio 2013, nell’ambito del programma di incubazione intensiva SeedLab. Ha vinto competizioni quali l’Intel Global Challenge in California nel 2014, il premio Gaetano Marzotto (nella categoria “Dall’Idea all’Impresa) e il Premio Lamarck 2016.
La (ex) startupper che ha cavalcato la pandemia: Paola Marzario
Paola Marzario è stata una pioniera delle startupper donna in Italia. Nel 2012 ha fondato BrandOn, con sede a Milano e Napoli: una ex startup, e ormai scaleup, che aiuta ad abilitare in poche settimane, e gestire a 360 gradi, le vendite online di prodotti appartenenti a molteplici settori: Beauty&Cosmetics, Parapharma, Fashion&Apparel, Home&Living, Electronics, Books.
Nel 2021 è entrata nella classifica del Financial Times tra le 250 aziende europee che crescono di più. Con la pandemia, e la conseguente spinta alla digitalizzazione, l’impresa è cresciuta. “Durante la pandemia abbiamo assunto diverse donne” commenta Paola Marzario. “Siamo forse l’eccezione che conferma la regola”. Eppure il pericolo di una nuova disparità di genere dovuta alla pandemia c’è. Come uscirne? ” Tanta, tanta formazione alle competenze digitali e voglia di mettersi in gioco, anche da autodidatta” risponde Marzario. “Molte aziende si stanno innovando: è vero che il retail fisico si è fermato con i vari lockdown, ma l’online è aumentato. Serve comunque una persona che pubblichi contenuti online. Chi ha perso il lavoro perché faceva la commessa, potrebbe reinventarsi online”.