Ilaria Potito (TIM #WCap): quante novità per la “classe 2014”!

Team stranieri,TIM Ventures, crowdfunding: la responsabile Operations del programma di accelerazione fa il bilancio dell’anno che si chiude il 25 novembre con il DemoDay. E anticipa: “Sono stati già avviati contatti promettenti tra startupper e aziende”

Pubblicato il 20 Nov 2014

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Ilaria Potito, a capo delle Operations di TIM WCap

Quaranta idee innovative selezionate su 1.300 candidature, un milione di euro a disposizione in grant d’impresa, almeno tre team provenienti da fuori Italia e alcuni startupper stranieri, trattative già avviate tra neo-imprenditori e aziende: è il bilancio della quinta Call for Ideas di TIM #WCap, da cui è scaturito il programma di accelerazione di startup che si chiude ufficialmente il 25 novembre con il Demo Day. Una giornata dedicata appunto ad illustrare i risultati di questo percorso di tre mesi che ha visto 40 team, dotati ciascuno di un grant d’impresa da 25mila euro, formarsi, apprendere e lavorare in uno dei quattro acceleratori di Working Capital sparsi per l’Italia. “È un bilancio positivo: la classe di quest’anno ha portato avanti i progetti come previsto e stiamo già lavorando alla loro integrazione con le linee di business di Telecom Italia” dice Ilaria Potito, responsabile delle TIM #WCap Operations. Potito rappresenta la continuità in un momento di evoluzione aziendale: è stata confermata in questo ruolo dopo l’avvenuto passaggio di consegne da Salvo Mizzi a Lucy Lombardi, che dal primo ottobre ha aggiunto al suo incarico di responsabile dell’area Industry Relations di Telecom Italia quello di capo di TIM #WCap. La missione è stata comunque compiuta: le startup coltivate nell’acceleratore di Telecom Italia scaldano i motori per lanciarsi sul mercato.

Quali prospettive concrete?
Già durante il percorso di accelerazione abbiamo proposto alle nostre startup incontri con i colleghi di Telecom Italia che si occupano di business, in modo da stabilire i primi contatti con l’azienda. A loro disposizione, lo ricordiamo, c’è un pacchetto di strumenti ricco e composito, che prevede tra le altre cose l’albo veloce, meccanismo preferenziale attraverso il quale le startup possono accedere all’albo fornitori di Telecom Italia, e il Basket innovazione, un fondo per l’innovazione riservato ai manager di Telecom Italia che decidano di acquistare servizi dalle startup. Dal 19 novembre abbiamo messo in campo anche il crowdfunding reward-based: una piattaforma all’interno del nostro sito dove le neo-imprese possono fare raccolta fondi online. Rispetto ad altri incubatori, avere una grande corporate alle spalle dà sempre un gran vantaggio.

Quest’anno, tra le novità, c’era la possibilità di partecipare anche per persone provenienti da fuori Italia. Come è andata?
Sono tre i team che vengono dall’estero: Spatialist, startup fornitrice di uno strumento di analisi multifunzione per rendere i dati sulla criminalità più accessibili, fondata da un’armena residente in Gran Bretagna e accelerata nel WCap di Catania; Oblico, un team di giovani rumeni nell’acceleratore di Roma, impegnato nello sviluppo di un’applicazione mobile per consentire tramite la geolocalizzazione e l’integrazione con Linkedin di poter visualizzare le caratteristiche professionali dei partecipanti ad un determinato evento facilitando il networking e lo scambio di contatti; e un’équipe tedesca, Tailorinitaly, nell’acceleratore di Milano. Fanno e-commerce della moda: il cliente può disegnare virtualmente il proprio fashion look, visualizzarlo su un manichino 3D e farlo realizzare direttamente da aziende italiane specializzate nel settore. Ci sono poi singoli stranieri disseminati in altri team: uno sviluppatore polacco che vive a Berlino, un Cto portoghese e anche una founder italiana che ha vissuto in Australia ed in Germania. Privilegiare le diversità è un arricchimento: la caratteristica degli acceleratori di TIM #WCap è il clima di scambio e interazione che si crea tra i vari gruppi. Estendere l’interazione a persone non italiane non fa che rafforzare questo clima.

A proposito di stranieri, TIM #WCap sarà il primo acceleratore italiano a utilizzare lo Startup Visa?
Pensiamo proprio di sì. La founder di Spatialist, residente a Londra ma di origine armena, ha ottenuto per il momento un nulla osta e sta aspettando il rilascio dello Startup Visa (visto “agevolato” per imprenditori esteri che vogliono creare una startup in Italia, ndr). Noi abbiamo fatto tutti i passaggi necessari, non resta che attendere l’ambasciata armena.

L’altra novità di questo anno è stato il lancio di TIM Ventures, veicolo di corporate venture capital. Uno strumento in più per le startup incubate da TI?
Il Fondo destinato a investire nell’equity delle startup è stato costituito a marzo, TIM Ventures è stato annunciato a luglio e ora comincia ad essere operativo sotto la guida di Salvo Mizzi. Nel suo carniere ci saranno ovviamente startup di TIM #WCap. Attualmente sono in fase di valutazione da parte di TIM Ventures una decina di progetti, di cui una parte saranno chiusi entro l’anno: l’azienda deciderà cioè su chi puntare, con investimenti che andranno dai 100mila ai 300mila euro per ogni startup. Ricordo che il Fondo ha attualmente in dotazione 4 milioni e mezzo di euro.

In passato si è parlato anche di una piattaforma di equity crowdfunding. Quando sarà lanciata?
Al momento, come ricordavo prima, ha debuttato la nostra piattaforma di crowdfunding reward-based (modalità di raccolta attraverso Internet che prevede piccole ricompense o omaggi per i finanziatori di un progetto, ndr). Ha già in vetrina quattro startup che hanno 90 giorni di tempo per chiedere fondi al popolo della Rete, per importi dai 20mila ai 30mila euro. Sulla piattaforma si possono candidare le startup di TIM #WCap ma anche le esterne, previa richiesta da inviare online. Quanto alla piattaforma di equity crowdfunding (modalità di raccolta fondi per cui l’investitore ottiene quote della società in cambio del finanziamento, ndr) dovrebbe essere sviluppata nel corso del 2015. Raccoglierà investimenti in equity da parte di altri soggetti che non saranno Telecom Italia. Sarà quindi parallela a quella reward-based. E comunque sarà un tool in più a vantaggio delle imprese nascenti. Tutto questo nell’ottica di far crescere le nostre startup ma anche, di conseguenza, l’ecosistema del Paese.

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