È svolta nelle strategie della Regione Lazio dedicate alla crescita di startup innovative sul territorio: per la prima volta l’ente pubblico si impegna a raddoppiare l’assegnazione di fondi alle startup che abbiano già ricevuto un’analoga quota di investimento micro-seed da investitori indipendenti (che possono essere venture capitalists o incubatori, e in ogni caso devono essere iscritti in un apposito registro). È la norma contenuta in un Bando per startup innovative, operativo dal prossimo 20 novembre. Una piccola rivoluzione copernicana nell’erogazione dei finanziamenti da parte della Regione: non più soldi attribuiti a pioggia a startup selezionate da interni in base a criteri di selezione interni, ma denaro concesso a chi ha già un investitore alle spalle, il quale ha precedentemente provveduto alla selezione e aperto il portafoglio, facendo leva sui criteri di competenza che gli derivano dall’esercizio della professione.
Un nuovo modus operandi che, per la verità, non emerge con immediatezza dalla presentazione del provvedimento fatta nei giorni scorsi. Ma vediamo invece di chiarirne il contenuto.
L’obiettivo è “sostenere la diffusione delle startup innovative sul territorio del Lazio attraverso la concessione di contributi a fondo perduto, per incentivare indirettamente anche lo sviluppo di un ecosistema locale favorevole alla nascita di nuove imprese innovative”. Per questo, con legge regionale 13/2013, art.6, è stato creato il “Fondo per la nascita e lo sviluppo di startup innovative”. Totale delle risorse a sua disposizione: 1 milione e 350 mila euro da impiegare nell’arco di un anno. Le imprese possono ottenere contributi a fondo perduto per progetti imprenditoriali in diversi settori: Aerospazio, Scienze della vita, Patrimonio culturale e tecnologie della cultura, Industrie creative digitali, Agrifood, Green Economy e Sicurezza, Homeland security. Ciascuna impresa potrà conquistarsi da un contributo minimo di 20mila euro a un massimo di 30mila euro. La presentazione delle domande dovrà avvenire esclusivamente per via telematica attraverso il formulario disponibile sul sito internet www.sviluppo.lazio.it a partire dalle ore 9.00 del 20 novembre 2014. Il bando resterà attivo fino all’esaurimento dei fondi.
Qui tutta la documentazione per gli interessati al bando.
Ma quali requisiti deve possedere una startup per poter partecipare al bando, oltre a rientrare nei settori di attività sopra elencati? A parte una serie di requisiti, diciamo, standard (non essere stata costituita da più di 24 mesi, non essere un’impresa in difficoltà, essere nel Lazio ecc. ecc.), deve “aver sottoscritto uno o più accordi vincolati con uno o più Investitori Indipendenti, che prevedano un apporto di capitale per un importo almeno pari al contributo richiesto. Alla data della firma dell’ Atto d’Impegno con Sviluppo Lazio S.p.A. tali accordi dovranno essersi già trasformati in un regolare contratto sottoscritto tra le parti che potrà prevedere nel limite massimo del 50% dell’importo del contributo richiesto, oltre a conferimenti in denaro, anche un apporto di capitale mediante conferimento in natura coerente con il progetto di impresa”.
In pratica questo provvedimento va a rafforzare, tra le altre cose, la dotazione microseed degli incubatori, i quali di solito erogano grant d’impresa tra i 15 e i 30mila euro per le realtà imprenditoriali nascenti incubate nelle loro strutture. In base al bando le startup che ottengono il microseed potranno richiedere alla Regione di raddoppiare questa assegnazione. In sostanza, se ricevono 30mila euro dal loro incubatore, hanno la possibilità di arrivare a 60mila grazie alla Regione.
L’ispirazione per questo Bando è arrivata dalla Commissione Startup voluta dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dall’assessore allo Sviluppo economico Guido Fabiani, e partita quest’anno sotto la presidenza di Carlo Alberto Pratesi, docente a Roma Tre. Un gruppo che, lavorando a titolo gratuito, ha coinvolto tutti gli attori del territorio, dalle startup laziali ai venture capitalists, dagli incubatori alle università, per riflettere su cosa c’è e cosa manca nel tessuto imprenditoriale romano per funzionare meglio. Tra i frutti del lavoro della Commissione – che per ora è in stand by e non si sa se e quando ripartirà – c’è appunto questo Bando. “È perfettamente coerente – spiega Pratesi – con le esigenze attuali dell’ecosistema delle startup nel Lazio. Prima i bandi venivano fatti secondo criteri più tradizionali, in questo caso si tratta di una partneship pubblico-privato. È la prima volta nel Lazio ed è il segnale che si è capito qual era la strada. Si rischiava di assegnare i soliti finanziamenti a pioggia, ora il criterio è cambiato”.
Nel corso dell’anno la Regione Lazio ha sostenuto la nascita e la crescita di nuove imprese e startup attraverso una raffica di bandi e concorsi: sono già 128 le nuove imprese supportate. L’obiettivo è arrivare a 500 in 5 anni.