Quante sono le norme che regolano l’ecosistema italiano delle startup? Dodici. Se si calcola che la produzione è cominciata a fine 2012, la media è di una legge e e mezzo l’anno. Ci sono poi 56 pareri e circolari, che portano la media legale a 8,5. Tutto si trova nel Codice delle startup, curato da Cristina Crupi, che copre un vuoto nel settore: mancava, infatti, un testo che raccogliesse tutta la produzione legislativa sulle nuove imprese innovative che, come abbiamo visto, è già abbondante, in linea con la tradizione italiana dell’ipertrofia legislativa.
Quella sulle startup è una policy emanata a più riprese, strutturata e articolata, fondamentale per chi vuole fondare una società innovativa. La sua frammentazione rende difficile orientarsi tra i diversi strumenti e per questo è meritorio il laoro di Cristina Crupi, avvocato, esperta di Diritto civilistico e societario, specializzata in startup, PMI e innovazione. È infatti Partner e Legal Expert di PoliHub.
“Nel mio lavoro quotidiano accanto agli startupper mi sono resa conto che raccogliere le norme nel Codice delle startup è un’esigenza e un dovere, per dare la completezza e l’organicità che questi strumenti meritano”, sottolinea la fondatrice dello Studio Legale Crupi. “È fondamentale che chi decide di fondare una startup innovativa o di investirvi sappia come gestirla nelle modalità flessibili stabilite dal legislatore e che possa cogliere tutte le sfumature della disciplina per applicarle allo sviluppo e al successo di una società”.
Edito da Editoriale Scientifica, il Codice delle Startup è il primo testo di questo tipo pubblicato in Italia: oltre al testo unico, racchiude un prontuario di schede pratiche che, a partire dalla costituzione della startup innovativa, aiuta a strutturarsi al meglio, fare le scelte più ponderate, darsi una organizzazione imprenditoriale, accedere alle agevolazioni e alle discipline specifiche e ad attirare gli investitori.