Bilanci

Il 2016 delle startup, i fatti dell’anno

Startup senza notaio, riforma dell’equity crowdfunding, sgravi e incentivi nel Piano Industria 4.0: sono alcune delle novità di quest’anno per le neonate società innovative. Ma c’è anche la nascita del primo acceleratore mondiale del foodtech a Roma e i corsi di Apple a Napoli. Più la “scossa” data all’ecosistema da Piacentini nominato Commissario al Digitale

Pubblicato il 07 Dic 2016

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Qualcosa si è mosso, anzi più di qualcosa. Il 2016 è stato un anno nel quale si sono verificati alcuni fatti di rilievo nell’ecosistema italiano delle startup e dell’innovazione: dai provvedimenti di natura giuridica quali la norma che prevede la possibilità di evitare il ricorso al notaio per la costituzione di una startup, alla riforma dell’equity crowdfunding, alle strategie di politica economica quali l’introduzione di sgravi e incentivi per le neonate società contenuti nel piano Industria 4.0. Ma anche eventi che, apprezzati o criticati in egual misura, hanno comunque contribuito a dare una scossa al sistema Paese come la nomina del senior vice president di Amazon Diego Piacentini a Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale, l’avvio dei corsi per sviluppatori di Apple a Napoli e la nascita del primo incubatore internazionale per startup del foodtech a Roma.

Ripercorriamo alcuni dei fatti principali dell’anno che volge al termine.

Febbraio 2016, il “nuovo” equity crowdfunding – La Consob diffonde l’attesa riforma dell’equity crowdfunding, strumento di raccolta di capitali di rischio tramite portali online che consente di investire in startup in cambio di quote societarie: diventerà concretamente operativa a partire da luglio. Il nostro Paese ha normato per primo l’equity crowdfunding in Europa, con una legge e un successivo regolamento risalente a luglio 2013, ma non è mai decollato anche a causa di norme considerate restrittive dai player del settore. A febbraio è stato varato il regolamento che prevede procedure semplificate, riduzione dei costi per la raccolta fondi e ampliamento della platea dei soggetti che possono contribuire a finanziare i progetti d’impresa innovativi. Sembra proprio che, da allora, si sia cambiato marcia: al 15 giugno 2016 il capitale raccolto ammontava a 5,6 milioni di euro, ancora poco rispetto alle potenzialità del mercato, ma si stima che, grazie all’impulso della riforma, si potrà arrivare a circa 9 milioni di euro entro la fine dell’anno.

Maggio 2016, in Italia il primo incubatore foodtech mondiale – Nasce a Roma il primo programma di accelerazione globale e indipendente al mondo nel settore foodtech: si chiama Startupbootcamp FoodTech ed è stato lanciato il 12 maggio da Startupbootcamp, l’acceleratore verticale globale di startup. Il programma è supportato da partner leader come Gambero Rosso, LVenture Group, Monini, Cisco, M3 Investimenti ed altri investitori. Le startup nel settore foodtech, possono partecipare facendo l’application per questo nuovo programma. “In questo modo l’Italia si pone stabilmente al centro della scena foodtech mondiale” ha detto Peter Kruger, CEO e founder di Startupbootcamp FoodTech. Ogni anno l’incubatore investirà in 10 startup del settore foodtech, fornendo 15.000 euro di capitale, nonché servizi di tutoraggio e mentoring, 6 mesi di ospitalità (inclusi 3 mesi di accelerazione) e l’accesso ad un network di partner di settore, investitori e fondi di venture capital internazionali. Il programma è gestito presso gli uffici di Spazio M3, di fronte alla Basilica di San Giovanni, proprio nel cuore della città .

Luglio 2016, via alle startup senza notaio – A partire dal 20 luglio 2016 hanno cominciato a costituirsi le prime startup senza notaio. La norma che ha scatenato un vero e proprio scontro tra fazioni è quella contenuta nell’Investment Compact, legge approvata a marzo 2015 che, tra le varie cose, prevede la possibilità di costituire una startup mediante un modello standard tipizzato con firma digitale, evitando quindi il ricorso al notaio. Perché la norma diventasse operativa si è dovuto attendere lo scorso luglio, quando è stato pubblicato un decreto direttoriale con il quale sono state approvate le specifiche tecniche per la redazione del modello standard. Quasi subito però è arrivato il colpo di scena: i notai hanno annunciato di aver fatto ricorso contro il decreto ministeriale presso il Tar del Lazio, il quale si sarebbe dovuto pronunciare a fine agosto su una richiesta di sospensiva. Ma a quel punto il Notariato ha deciso di andare a discutere nel merito il ricorso, bypassando la tappa della sospensiva. Per il momento, quindi, le “startup senza notaio” sono salve. La prossima udienza è fissata per il 15 febbraio 2017.

Settembre 2016, il piano Industria 4.0 – Il 21 settembre il premier Matteo Renzi e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno presentato il Piano Industria 4.0. Questo storico processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa vede coinvolte anche le nuove imprese innovative che, in quanto tali, sono in grado di “contaminare” le aziende tradizionali con le loro idee e soluzioni. Per loro sono in programma: detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a un milione di euro in startup e piccole e medie imprese innovative ; assorbimento da parte di società “sponsor” delle perdite di startup per i primi 4 anni; agevolazione fiscale mediante detassazione capital gain su investimenti a medio/lungo termine; finanziamenti per la nascita di nuove imprese con focus Industria 4.0 con una combinazione di strumenti agevolativi e attori istituzionali (Cassa Depositi e Prestiti, Cdp); fondi di investimento dedicati all’industrializzazione di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico con il supporto di Cdp; fondi di venture capital dedicati a startup dell’Industria 4.0 in co-matching con Cdp e il coinvolgimento di Invitalia; iperammortamento al 250% per l’acquisto di beni legati all’industria 4.0. È inoltre previsto il rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia, agevolazione del Mise per le pmi e le startup, in base al quale lo Stato si fa garante di una quota del prestito (fino all’80%) erogato dalle banche alle attività imprenditoriali. Il Piano Industria 4.0 è destinato a entrare nella Legge di Stabilità, non è noto al momento se ulteriormente modificato e trasformato.

Ottobre 2016, Piacentini entra in carica – A ottobre Diego Piacentini, 55 anni, Senior Vice President di Amazon in cui ha lavorato per 16 anni dopo 13 anni trascorsi in Apple, è ufficialmente diventato il nuovo Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale. L’incarico durerà due anni e sarà pro bono. In realtà la nomina era stata resa pubblica all’inizio dell’anno dal premier Matteo Renzi. Piacentini ha iniziato a lavorare già da fine agosto a Palazzo Chigi, ma l’incarico è stato ufficializzato con un Dpcm più di un mese dopo. Intanto ha pubblicato un bando per reclutare talenti informatici e sono stati nominati i primi componenti del suo Team per la Trasformazione Digitale. La scelta di affidare la digitalizzazione della PA a Piacentini ha riscosso numerosi apprezzamenti ma anche alcune critiche. Per esempio l’economista Mariana Mazzucato ha detto a EconomyUp: “Non abbiamo bisogno di Amazon per riformare la nostra PA”. Dopo le dimissioni di Renzi, non è ancora chiaro se e come porterà a termine il suo incarico.

Ottobre 2016, i corsi di Apple a Napoli – Lunedì 10 ottobre si sono aperte le lezioni della iOs Developer Academy all’Università Federico II di Napoli per gli studenti del progetto lanciato dal Ceo di Apple Tim Cook e dal premier Matteo Renzi a gennaio. Il percorso era iniziato ufficialmente 10 mesi fa. Dopo aver puntato sulla Cina per la produzione e sull’Irlanda per servizi tecnici e finanziari, Apple ha deciso di investire anche in Italia. L’annuncio è stato dato a gennaio del Ceo del colosso di Cupertino, Tim Cook. “L’Europa – ha spiegato in vista di un incontro con il premier Matteo Renzi– è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo e siamo entusiasti di aiutare la prossima generazione di imprenditori in Italia ad acquisire le competenze necessarie per avere successo”. Il bando per entrare nel centro europeo per sviluppatori Apple si è aperto il 21 luglio e si è chiuso il primo agosto. A fare il test d’ingresso si sono presentati in 1800. Gli studenti selezionati sono stati 200, i corsi per i primi 100 si terranno fino a luglio 2017. A gennaio 2017 partiranno i corsi per gli altri 100 fino a settembre. Il prossimo anno gli studenti ammessi dovrebbero essere 400.

Dicembre 2016. Cade il governo Renzi – La fine dell’esecutivo guidato dal premier toscano genera perplessità sul futuro di alcuni progetti avviati, tra cui la stessa squadra digitale guidata da Piacentini.

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