Quando Second Life smise di essere un fenomeno del web le prime a dolersene furono le grandi aziende: un mondo virtuale ben progettato – pensavano – poteva essere uno strumento potenzialmente formidabile per attrarre nuovi clienti e prendersi cura di quelli che lo erano già.
Qualcosa di quell’idea però è rimasta in circolo e ha ispirato alcune iniziative imprenditoriali che potrebbero avere una sorte ben più fortunata. Una di queste è Hyperfair, una startup nata sul finire del 2010 dall’idea di due ingegneri italiani, Marco Campanari e Massimiliano Bonfanti, che ha sviluppato una piattaforma che permette di partecipare a eventi fieristici e aziendali virtuali utilizzando la tecnologia 3D.
“Avevamo in mente di rivoluzionare un settore tradizionale, quello delle fiere o – più in generale – del business matching facendo in modo che l’esperienza online fosse coinvolgente, utile e semplice poiché ispirata alle dinamiche tradizionali degli eventi in carne e ossa“, racconta a EconomyUp il ceo e cofondatore di Hyperfair, Marco Campanari, 47 anni, con un passato da presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia e da fondatore di due startup in ambiti tecnologici prima di Hyperfair.
Tra i clienti della startup ci sono l’American Instituite of Architects, l’associazione americana di architetti che ha allestito con Hyperfair la parte virtuale del proprio congresso annuale, la banca d’affari svizzera a Lombard Odier, che ha lanciato la convention virtuale della finanza, e ora gli organizzatori di Global Startup Expo, la fiera virtuale delle startup che si tiene il 19 e 20 novembre.
La società all’inizio era incubata al Polihub, l’acceleratore di impresa del Politecnico di Milano. Poi ha scelto di trasferire la sede a San Francisco, dopo aver partecipato al programma di accelerazione di Mind the Bridge. “Hyperfair è americana e ha il suo headquarter a San Francisco per un motivo semplice: se hai la convinzione e al tempo stesso il sogno imprenditoriale di realizzare qualcosa che miri a rivoluzionare un settore, lo devi andare a fare nel miglior luogo potenzialmente disponibile al mondo per quel tipo di progetto. Per una startup come Hyperfair quel luogo è indubbiamente la Silicon Valley, dove la capacità di capire e – se funzionano – spingere al successo progetti web based è la migliore al mondo“.
Il team di innovazione e sviluppo, però, è rimasto a Lecco, la città da dove i due fondatori sono partiti. “Nel nostro Paese abbiamo
straordinarie capacità nell’ingegneria informatica e nella grafica, e questo ci ha consentito di costruire un team di livello mondiale nel nostro settore, che ha programmato una quantità enorme di codice di altissimo livello per due anni. A oggi, in cui la dimensione di Hyperfair è ancora piccola (poco meno di 20 persone) ed è ancora predominante la componente tecnologica, due terzi del team risiedono in Italia”, aggiunge il ceo.
La startup ha raccolto a inizio 2014 1,2 milioni di dollari da tre fondi di venture capital, l’americano N.E.A., Atlante Ventures (del gruppo Intesa Sanpaolo) e Como Venture. “Questo ci ha permesso di finanziare la fase non solo di sviluppo ma anche di messa a punto dell’offerta: sull’onda di quella spinta, ci accingiamo a chiudere un anno significativo per una startup b2b, con ricavi triplicati rispetto allo scorso anno, clienti in dieci Paesi del mondo e metriche di crescita promettenti“, dice Campanari.
Il funzionamento di Hyperfair ricorda un po’ proprio Second Life. I visitatori delle fiere smaterializzate creano il proprio avatar in 3D e possono girare liberamente tra gli stand virtuali dell’esposizione, conversare con gli espositori, osservare i prodotti, seguire conferenze, teletrasportarsi da un padiglione all’altro con lo strumento della mappa, fare tour basati su ricerche per parole chiave. Tutto rimanendo seduti davanti al proprio pc, in ufficio o da casa.
A differenza di altri provider di ambienti virtuali, il modello creato da Campanari e Bonfanti è accessibile direttamente dal browser, senza bisogno di scaricare software, è costruito con grafica 3D e può ospitare contemporaneamente migliaia di utenti in contemporanea.
Gli organizzatori possono personalizzare gli eventi selezionando la configurazione, i paesaggi interni ed esterni, il numero di padiglioni e altri elementi. E la customizzazione è possibile anche per gli espositori virtuali, che possono costruire il proprio stand decidendo vari aspetti tra cui le forme, i colori e le texture degli stand nonché le modalità di interazione con i visitatori.
Per interagire con gli altri visitatori o espositori bisogna avvicinarsi e cliccare sull’avatar. A quel punto si può chattare, fare una videochiamata con lo skype integrato, consultare le informazioni presenti nello stand, scambiarsi il biglietto da visita, condividere contenuti di vario tipo, partecipare a videoconferenze e webinar (il sistema integra un software apposito). Ogni stand ha anche un avatar automatico che fa “gli onori di casa” nel caso in cui l’espositore non sia presente e fornisce informazioni e risposte a domande frequenti.
La fiera virtuale può essere anche uno strumento di marketing perché la piattaforma traccia i comportamenti degli utenti e fornisce dati utili agli espositori. “Si possono raccogliere informazioni su moltissimi elementi: clic, numero di visite a ciascuno stand, quantità di business card scambiate, profilo dei visitatori e così via”, spiega Martina Ori, la marketing program manager di Hyperfair. “In base ai dati raccolti, sia gli organizzatori che gli espositori possono lanciare azioni mirate per coinvolgere le persone che vogliono raggiungere: si tratti di clienti, investitori, business partner, colleghi e così via”.
Oltre alle manifestazioni episodiche, si possono costruire anche eventi in ambienti permanenti, online 365 giorni, in cui stand, padiglioni e contenuti possono essere conservati e permettere una continuità che sarebbe altrimenti impossibile. “I permanenti sono il tipo di prodotto che piace di più al mercato e ai nostri clienti, che li personalizzano e utilizzano per effettuarvi eventi, fiere ed expo, lanci e presentazioni, conferenze, formazione“, dice Campanari.
C’è chi guarda a Hyperfair non solo per fiere virtuali ma anche per convention, eventi dedicati ai dipendenti, job fair, seminari. E se alcuni clienti, come nel caso di Global Startup Expo, scelgono di rinunciare all’evento fisico per proporre solo quello online, ci sono anche organizzatori fieristici tradizionali che preferiscono utilizzare una risorsa del genere per gli eventi ibridi, che uniscono fisico e virtuale.
Tra i settori più ricettivi al sistema lanciato da Hyperfair c’è quello bancario/finanziario, il medicale, l’energia, il design e, in genere, i segmenti che puntano sull’ecosostenibilità e tendono a privilegiare soluzioni a basso impatto.