Donne innovatrici, la Ue torna a scommetterci. Dopo il successo delle precedenti edizioni del 2011 e del 2014, la Commissione europea lancia anche quest’anno il Premio europeo per Donne Innovatrici (EU Prize for Women Innovators), il concorso che punta a premiare tre donne che abbiano conseguito rilevanti innovazioni e le abbiano portate sul mercato. Alle tre vincitrici verrà assegnato rispettivamente un premio di 100mila euro (1° premio), 50mila euro (2° premio) e 30mila euro (3° premio). In totale, insomma, la Ue mette sul piatto 180mila euro per la promozione dell’imprenditorialità innovativa in rosa.
Il Premio europeo per Donne Innovatrici è attualmente finanziato dal programma Horizon 2020 e intende dare riconoscimento a donne che abbiano beneficiato di finanziamenti UE per la ricerca e l’innovazione e abbiano saputo coniugare l’eccellenza scientifica con l’attitudine al business, creando imprese innovative e portando innovazioni sul mercato.
Il concorso, infatti, è riservato a tutte le donne che abbiano fondato o co-fondato una società e che abbiano beneficiato, individualmente o come società, di finanziamenti derivanti dai programmi UE a sostegno della ricerca e dell’innovazione.
Il premio, dunque, ricompensa risultati di ricerca già conseguiti e non attività di ricerca e innovazione di prossimo sviluppo. Le candidature dovranno pertanto indicare chiaramente il coinvolgimento delle candidate nelle attività di ricerca e innovazione e le potenzialità di accesso al mercato del prodotto o servizio che ne è derivato, evidenziandone anche l’impatto economico e sociale.
Il concorso rimane aperto fino al 20 ottobre 2015. Per maggiori informazioni e per partecipare si può andare su questo sito.
L’innovazione in rosa è un fenomeno che non si è ancora pienamente affermato in Italia. Su un totale di 3.200 startup innovative a fine gennaio 2015, dicono i dati di Unioncamere, solo il 12,4% è costituito e guidato da donne, contro il 21,5% delle aziende complessive italiane.
La maggioranza delle nuove imprese innovative dirette da donne si trova al Nord Ovest (30%), con Milano in testa, seguita dal Sud (24,4%), dal Centro (23,6%) e quindi dal Nord est (21,9%).
A livello settoriale tre startup innovative con al capo una donna su quattro lavorano nei servizi (74,6%), il 20,4% si occupa di industria e artigianato e il 4,8% di commercio.
La quasi totalità delle startupper donne (73,1%, circa 3 su 4) ha scelto come forma societaria una Srl, mentre il 15,1% ha scelto quella in versione semplificata. In generale si tratta di imprese di piccole dimensioni: il 95% dispone di un capitale sociale non superiore ai 50 mila euro, 1 su 4 ha meno di 5 addetti, quasi una su tre un giro d’affari che non supera i 100mila euro, mentre il 77% ha investito nel capitale un valore non superiore ai 10mila euro. (L.M.)