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Hong Kong “ponte” verso la Cina: opportunità e incentivi per le aziende innovative italiane

Dal fintech al retail all’Industria 4.0, sono numerose le opportunità per startup, pmi e aziende che decidono di svilupparsi ad Hong Kong. Un ecosistema di innovazione in grado di agevolare i rapporti con la Cina continentale. E far crescere il business

Pubblicato il 13 Apr 2021

Foto by Simon Zhu on Unsplash

La Cina può essere un Eldorado per le aziende italiane, specialmente per quelle che vogliono portare innovazione nel proprio mercato di riferimento, dal fintech al retail. Ma serve un “ponte” per approcciarsi a uno sterminato Paese diverso culturalmente dall’Occidente e con dinamiche da comprendere fino in fondo. Questo ponte può essere rappresentato da Hong Kong, l’ex colonia britannica tornata alla Cina continentale nel 1997, nella quale ferve l’attività economica e dove, negli anni, si è creato un ricco ecosistema di innovazione.

Come ricorda il Center for Economics and Business Research della Ball State University dell’Indiana, la Cina diventerà la prima potenza economica mondiale nel 2028, superando gli Stati Uniti con 5 anni di anticipo rispetto al previsto anche a causa dell’impatto della pandemia da Covid-19. Ma da tempo appaiono evidenti le enormi potenzialità del Paese asiatico, così come le molteplici opportunità che può offrire al resto del mondo. Le mastodontiche dimensioni del suo mercato, con quasi 1,4 miliardi di abitanti, la rapida crescita del ceto medio e la forte domanda di beni stranieri sono elementi ben noti a chi si occupa di export.

L’Italia ha fatto le sue mosse: l’export di prodotti italiani nel Paese asiatico ammonta a 12 miliardi e 887 milioni di euro nel 2020, appena lo 0,6% in meno rispetto al 2019. Eppure restiamo al 24° posto tra i Paesi fornitori, contro, per esempio, il 7° posto della Germania.

“Non ci possiamo più permettere di ignorare l’unico mercato che cresce e che chiede prodotti di qualità, con una forte propensione ad acquistare prodotti di importazione, sia nei settori di largo consumo, sia in quelli di nicchia e dei beni strumentali” dice Stefano De Paoli, direttore dell’ufficio italiano di Invest Hong Kong, il dipartimento del governo di Hong Kong preposto all’assistenza alle aziende straniere nella regione autonoma cinese.

Il ruolo di Hong Kong e InvestHK

La missione dell’ufficio italiano di InvestHK è accompagnare gratuitamente le nostre piccole e medie imprese (pmi) e le startup verso la Cina.

Perché proprio a Hong Kong? È agevolmente collegata a metropoli come Shenzhen, Guangzhou (Canton) e le altre 8 città della Greater Bay Area. Allo stesso tempo è una città più vicina agli occidentali in termini di cultura, lingua, stile di vita, abitudini commerciali, disponibilità di servizi finanziari. Le merci entrano ed escono in tempi record, senza restrizioni e licenze, così come i pagamenti. Per non parlare del regime fiscale: chiede solo l’8,25% di imposte sui primi 2 milioni di dollari di Hong Kong di profitti di impresa e il 16,5% sulla parte rimanente, un tetto massimo del 15% sui redditi delle persone fisiche, niente IVA e nessuna delle decine di imposte con cui siamo ormai abituati a convivere.

Stabilire una presenza fisica a Hong Kong oggi è particolarmente facile e relativamente poco costoso. Ci sono decine di spazi in co-working a partire da poche centinaia di euro al mese. Il governo locale offre incentivi economici alle aziende, ovviamente anche straniere purché presenti con una stabile organizzazione locale, a sostegno delle esportazioni, delle attività di R&S e di una lunga serie di altre attività economiche.

HKInvest e il fintech: le opportunità per startup e pmi

Cina continentale e Hong Kong sono campioni nel fintech, la tecnologia applicata alla finanza.

La Cina continentale è prima al mondo per adozione consumer del fintech e ha davanti a sé enormi potenzialità di espansione: nel Sudest asiatico oltre 7 adulti su 10 (in tutto 400 milioni di individui) sono ancora “unbanked” o “underbanked”, cioè non hanno adeguato accesso ai servizi finanziari.

In questo scenario, Hong Kong spicca quale ecosistema particolarmente attivo, con oltre 600 società fintech (il 66% nel mercato B2B) e l’86% delle banche tradizionali che hanno adottato soluzioni fintech. Nel 2019 sono stati raccolti 376 milioni di dollari per le startup del settore. Il 46% di queste realtà ha ormai almeno 3 anni di vita e il 41% delle società fintech sono scaleup (fonte: InvestHK).

Le startup e le pmi del segmento fintech provenienti da ogni parte del mondo, quindi anche dall’Italia, possono trovare ospitalità presso l’HK Science&Technology Park (Home | HKSTP) e il Cyberport (Hong Kong Cyberport Management Company Limited – Home).

Sono parchi tecnologici nati per incentivare l’insediamento delle giovani realtà innovative con ogni mezzo, inclusi contributi economici e team. Anche una micro-impresa, con un progetto innovativo e un buon potenziale di sviluppo nei mercati internazionali, può contare sull’assistenza quotidiana e gratuita da parte di esperti nella ricerca di partner tecnologici e commerciali e di investitori. Può avere accesso a finanziamenti pubblici e privati, ottenere stagisti, supporto accademico e tutto ciò che è necessario per raggiungere gli obiettivi programmati.

Per quanto riguarda il livello di finanziamenti è possibile consultare gratuitamente il portale unico lanciato da StartmeupHK (Government Funding Scheme & Support – StartupmeHK startmeup.hk)) e rendersi conto dell’interesse generale verso l’innovazione digitale sia degli investitori privati che del Governo stesso. StartmeupHK, in calendario quest’anno dal 24 al 28 maggio, è anche un evento globale che dal 2013 si occupa di promuovere Hong Kong come destinazione privilegiata per startup leader nell’imprenditorialità e nell’innovazione.

L’evento centrale per il settore fintech a Hong Kong, e forse per l’intero continente asiatico, resta la Fintech Week, che quest’anno si svolgerà dal 2 al 6 novembre.

Nel frattempo, per il 14 e 15 aprile 2021, è previsto un workshop organizzato dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano in collaborazione con InvestHK che vedrà coinvolte banche, assicurazioni, startup, associazioni, enti regolatori italiani e locali. I vari player discuteranno sull’ecosistema della regione e sulle reciproche opportunità e prospettive di partnership tra Italia e Hong Kong.

InvestHK e il retail

La Cina è anche, ormai da anni, la terra promessa (e realizzata) dell’e-commerce: un’opportunità unica per vendere qualsiasi tipo di merce a centinaia di milioni di individui appartenenti alla classe media cinese, che rappresenta ormai la metà di quella mondiale.

La crisi causata dalla pandemia da Covid19 non ha fatto che accelerare le tendenze esistenti verso un modello di vendita al dettaglio multicanale. Fare e-commerce in Cina richiede velocità, agilità, nuovi contenuti in lingua cinese da produrre con assiduità e continuità, prodotti innovativi, collegamenti con Key Opinion Leader (KOL), logistica eccellente e una notevole quantità di risorse economiche per sostenere questi processi.

Nell’ambito più ristretto dei prodotti al consumo (abbigliamento, tessuti, accessori di moda, cosmetici, arredamento), legati storicamente al “made in Italy”, Hong Kong rimane una location di rilevanza strategica. Non solo per i suoi trascorsi (nel 2018 hanno visitato HK quasi 60 milioni di turisti che hanno generato un giro d’affari di oltre 62 miliardi di dollari) ma soprattutto per la sua funzione unica di “traghettatrice” verso la Cina. Per molti operatori nel settore moda, Hong Kong resta la vetrina alla quale guardare per interpretare i futuri trend in Cina.

Proprio per aiutare le aziende italiane a compiere questo passo, improntando una strategia efficace anche sulla base delle storie di altre imprese che hanno avuto successo, Invest Hong Kong mette a disposizione il suo personale qualificato a Milano e nella regione asiatica. Il dipartimento offre gratuitamente assistenza e “insider information” attraverso un team specializzato per l’analisi di progetti relativi a moda, abbigliamento, accessori, cosmetica, casalinghi, arredamento. La squadra di consulenti può essere contattata a questo link: italy@investhk.com.hk

L’Italia, Hong Kong e le nuove tecnologie: un esempio

Un esempio che può essere di ispirazione agli italiani intenzionati a fare impresa innovativa a Hong Kong è NiRoTech, società co-fondata da un imprenditore bellunese, Roberto Leone con sede a Hong Kong e siti produttivi in Cina e Vietnam. NiRoTech accompagna le aziende che vogliono cogliere il vantaggio di produrre in Asia, ma con una qualità e una mentalità “su misura” tutte italiane. Robot, Artificial Intelligence, Internet of Things e Cloud sono gli elementi che fanno della nuova linea OWL (in inglese, gufo) un esempio di industria 4.0. Alla cerimonia inaugurale del primo stabilimento di smart production dell’isola, il 26 febbraio scorso, c’era anche il Console Generale italiano a Hong Kong Clemente Contestabile. La conferma che le imprese italiane portatrici di innovazione possono operare in modo proficuo in questo territorio asiatico foriero di opportunità.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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