Dal campo di calcetto di un paesino della Brianza fino a San Francisco, a fianco di investitori che hanno già creduto in progetti come Facebook e Spotify. Sembra quasi una favola la storia dei due fondatori di Holidoit, la piattaforma digitale di vacanze fai da te. “Il nome è un gioco di parole tra holiday e do it. In pratica, cosa fare quando si è in vacanza- spiega ad Economyup Marcello Pelucchi, founder di Holidoit assieme a Luca Silva – Io e Luca ci conosciamo da quando avevamo sei anni e tiravamo i primi calci al pallone nel Paina calcio. Poi ci siamo ritrovati entrambi a studiare a Londra. L’idea ci è venuta ad agosto 2020, in piena pandemia. Mentre eravamo in vacanza ci siamo resi conto di quanto fosse difficile trovare cose da fare al di fuori del solito circuito turistico”. E così l’idea maturata sotto l’ombrellone è diventata realtà appena un anno dopo, nonostante i ripetuti lockdown.
Che cos’è Holidoit
“A luglio 2021 siamo partiti con il nostro marketplace, che offre varie tipologie di esperienze per tutte le stagioni, dalle passeggiate a cavallo alle gite in barca o in motoslitta” spiega Pelucchi. “Più che sui turisti, noi ci concentriamo sulla gente del posto e sui viaggi di prossimità: il nostro target è per esempio il milanese che non ha interesse a visitare il Duomo, che ha già visto mille volte, ma è piuttosto interessato ad una degustazione di vini nelle Langhe o ad una gita in barca in Liguria. Esperienze che si possono consumare in giornata o in un weekend e che richiedono solo un paio di ore di viaggio in auto.”
I round di investimento e il fondo USA
In pochi mesi la startup cresce velocemente e a febbraio 2022 arriva il primo round da 400 mila euro. Tra in finanziatori ci sono partner di società di consulenza come Bcg, McKinsey e Bain, e Giorgio Tinacci, fondatore di Casavo, la scaleup proptech dove Pelucchi ha fatto una delle sue prime esperienze di lavoro.
“Nel frattempo, ci siamo strutturati meglio. Abbiamo creato un piccolo ma solido team con due ingegneri e una persona che si occupa di business development e partnership con le strutture. Ci siamo concentrati anche sulla parte tecnologica: fino a mese mezzo fa usavamo solo una parte di tecnologie proprietarie, oggi il 100% di tutto ciò che usiamo è stato sviluppato dai nostri ingegnerii, compresi i gestionali. Crediamo che questa scelta farà la differenza, soprattutto a lungo termine”.
La vera svolta per i due venticinquenni brianzoli arriva a luglio 2023, con un round seed da oltre 1 milione di euro e l’ingresso nel programma Genesis di Goodwater Capital, il fondo di VC creato dagli investitori statunitensi Chi-Ha Chien e Eric Kim, investitori in Facebook, Spotify e TikTok.
“Siamo entrati al programma da soli, senza intermediari: ad oggi siamo l’unica startup italiana a farne parte. Il programma offre accesso ad un network con le Big tech di San Francisco come Stripe o Google, e prevede investimenti di Serie A. Noi in questa fase siamo in pre-Serie A, che è propedeutica a quella di Serie A, un grande traguardo che permette di aprire round da 10, 20, 50 milioni di dollari”.
Il futuro di Holidoit tra sviluppo tecnologico e internazionalizzazione
Sul futuro di Holidoit, il giovane founder ha idee chiare: “Dopo il round non ci saranno grossi stravolgimenti. Non faremo grandi assunzioni ma continueremo ad investire sulla parte tech e di sviluppo del prodotto, perché crediamo che a lungo termine questo ci possa portare ad una crescita sostenibile. Il nostro obiettivo ora è rendere tutta la macchina più efficiente prima di scalarla”.
Secondo Pelucchi, concentrarsi sullo sviluppo tecnologico può fare la differenza. “Nel settore c’è ancora molta arretratezza e un basso contenuto tecnologico. In generale sono stati fatti pochissimi investimenti, nonostante il turismo in Italia sia un settore trainante. Il mercato è enorme ma, dal mio punto di vista, ancora non ci sono player italiani a livello di Airbnb o Booking”.
In particolare, vede enormi potenzialità nel segmento delle esperienze, che è quello presidiato da Holodoit: “si tratta di un settore del tutto inesplorato: non c’è posto in Italia che non offra qualcosa che i turisti, ma anche gli italiani, non siano disposti a scoprire. Noi ci stiamo concentrando proprio sulla gente del posto, che ad oggi è spesso ignorata dall’offerta turistica. I viaggi di prossimità sono una grossa fetta di mercato: la nostra piattaforma ad oggi conta conta più di 40mila accessi in soli due anni. Questo non vuol dire però che sia pensata solo per gli italiani: in futuro vorremmo internazionalizzarci e diventare punto di riferimento in Europa nel settore travel experience”.