Sono passati 11 anni da quando High-Tech Gründerfonds vide la luce a Bonn, in Germania, e nell’ultimo anno questo fondo di venture capital a capitale misto pubblico-privato è stato il più attivo d’Europa, con 76 investimenti effettuati. Un successo che parte da un’intuizione del governo tedesco che nel 2005 fece all in sull’innovazione hi-tech e puntò 272 milioni di euro per creare il vc.
L’azione del Ministero Federale dell’economia e la tecnologia (Bmwi) fu aiutata dal coinvolgimento dell’Università di Berlino e del gruppo bancario KfW, di proprietà dello Stato che dal 2005 a oggi ha versato nelle case dell’High-Tech Gründerfonds circa 500 milioni di euro.
Nell’ottobre 2011 fu lanciato il secondo fondo di venture capital, il gemello Gründerfonds II, che attirò capitali da 17 delle imprese private e pubbliche più note e in salute della Germania, fra cui Braun, Bosch, Daimler, Deutsche Post, Deutsche Telekom, Tengelmann oltre ad, ancora, il Bmwi e KfW. Nel marzo 2012 entrò con due milioni e mezzo di euro anche Evonik, uno dei colossi mondiali del chimico.
Così a oggi High-Tech Gründerfonds può contare su un capitale di 576 milioni di euro, divisi fra i 273,5 milioni di euro di Gründerfonds I e i 302,5 milioni di Gründerfonds II. Che cosa hanno fatto i tedeschi con tutti questi soldi? Hanno deciso di intervenire nel settore delle startup, principalmente in fase early stage.
Generalmente il fondo finanzia fino a mezzo milione di euro nella fase seed per arrivare a 2 milioni nei successivi round. Un meccanismo di cui hanno beneficiato in questi anni più di 400 startup hi tech e che è stato oliato da 940 round di finanziamenti, per un capitale raccolto di un miliardo di euro. Numeri da capogiro da spendere sui mercati della robotica, della clean technology, così come della chimica e della farmaceutica.
Entrare in High-Tech Gründerfonds è semplice: basta avere un’idea con una forte innovatività, un business plan solido e un team esperto. Poi le startup potranno beneficiare del sistema del vc: 881 esperti, 18 scout, più di 1000 angel e un network di oltre 800 startup. Esempi di successo sono le 60 startup uscite dal fondo. Fra queste spiccano Trademod, la piattaforma di marketing per mobile ideatrice delle app Bon Voyage o Squini-Up; 6Wunderkinder, da cui è nata la app Wunderlist, per gestire le nostre agende; Bab.la un portale multilingue con dizionari e giochi per imparare lingue straniere, Industrial Solar, startup del settore delle energie rinnovabili; e anche una startup italiana, Wise srl. Questa startup biomedicale è fra le pioniere a livello internazionale della produzione di elettrodi per la neurostimolazione ed è nata a Milano nel 2011 dall’unione di quattro soci scientifici e Agitel Spa come socio finanziario.
Nel novembre del 2013 la startup ha chiuso il secondo round di finanziamento da un milione di euro, coperti in parte da High-Tech Gründerfonds nella sua prima sortita italiana di finanziamento. Una storia di successo però, che non ha avuto ancora seguito.