In Italia 2 milioni e mezzo di famiglie si avvalgono dell’aiuto di un collaboratore domestico: in tutto sul territorio nazionale c’è un milione e mezzo di lavoratori domestici, ma il 60% di coloro che lavorano nel campo dei servizi alla persona non sono dichiarati. Secondo i dati di Confcommercio-Format, insomma, il mercato nero delle pulizie in Italia è fiorente. “È il nostro primo competitor” dice Alberto Cartasegna, country manager di Helpling, piattaforma per la ricerca e la prenotazione online di addetti alle pulizie nata in Germania e presente da un anno anche in Italia. E proprio sull’Italia la startup del pulito ha deciso di puntare per combattere il nero e l’illegalità.
“Quello italiano è considerato un mercato attraente per diverse ragioni” spiega il manager della startup che ha raccolto oltre 56,5 milioni di euro da nomi come Lakestar, Kite Ventures, Mangrove Capital Partners, Lukasz Gadowski e Rocket Internet.
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Innanzitutto, la cura per la casa, per la famiglia e l’attenzione al pulito sono radicati negli italiani come in nessun altro Paese in Europa, questi i fattori che contribuiscono a fare del mercato italiano delle pulizie un terreno fertile per chi, come Helpling, propone una soluzione ad una richiesta che si fa sempre più consistente.
In Italia, inoltre, chi ha bisogno di un addetto alle pulizie si trova di fronte una serie di soluzioni poco efficaci: dal voucher dell’Inps utilizzabile solo per prestazioni non superiori ai 7mila euro, all’assunzione con contratto di categoria che comporta costi e aspetti burocratici onerosi, fino alla scelta estrema ed eticamente scorretta di retribuire il collaboratore in nero. Helpling, che si avvale di partner con partita IVA, è di fatto l’unica alternativa legale che ha dimostrato in un solo anno di attività di aver pulito oltre 20mila appartamenti e di essere scelta da diverse centinaia di collaboratori come piattaforma per cercare e gestire i clienti.
“Uno dei punti chiave del modello di business di Helpling è quello di riuscire a stabilire un rapporto fiduciario cliente/addetto, per farlo abbiamo messo in atto alcuni importanti cambiamenti come la modifica delle commissioni, l’aumento dei prezzi e la localizzazione del team”, continua Cartasegna.
Ecco perrché Helpling Italia ha abbassato le commissioni dal 20% al 15% per i partner che lavorano in maniera ricorrente con i clienti trovati tramite Helpling.it ed incrementato i prezzi di 1 euro l’ora, così da garantire compensi più attraenti per i partner. Considerando i notevoli vantaggi che Helpling garantisce ai propri clienti – copertura assicurativa di oltre 5 milioni di euro, servizio clienti 7 giorni su 7, facilità di prenotazione e pagamento sicuro – i prezzi sono competitivi rispetto ad alternative legali ed assicurate e non distanti dai prezzi dettati dal mercato nero.
In questi giorni, poi, la startup sta anche spostando il team (prima solo parzialmente locale) da Berlino a Milano. La squadra di Helpling in Italia è composta da circa una quindicina di giovani italiani under 30. “La scelta di portare tutti i reparti chiave in Italia ci permette di avere una maggiore coordinazione a tutti i livelli, facilita i processi decisionali, contribuisce a creare un clima di collaborazione e soprattutto ci consente di incontrare più frequentemente di persona i partner” spiega il country manager italiano.
Tutte queste attività sono volte proprio alla creazione di una community contro l’illegalità del settore e a combattere il mercato nero delle pulizie: “Per incentivare il già esistente passaparola generato dai clienti soddisfatti, abbiamo attivato un sistema di premio che prevede uno sconto ogni volta che un cliente porta un amico ad utilizzare Helpling. Continueremo in questa direzione, fermamente convinti che l’esempio dei nostri clienti si possa diffondere a tutti quelli che ancora oggi scelgono l’illegalità” conclude Cartasegna.