Italia: non pervenuta. Nel report “The Global Startup Ecosystem Ranking 2015” stilato da Compass, un’agenzia americana che si occupa di fare analisi sulle startup del mondo, non c’è traccia di nessun elemento legato all’ecosistema italiano. Il documento è una graduatoria dei 20 ecosistemi migliori del pianeta in cui fare impresa innovativa.
Per Milano, che è senza dubbio la città di riferimento per le startup in Italia, e Roma, solo una menzione. Sono nel gruppo delle “Runner-ups” in Europa, ovvero delle città emergenti, in compagnia di molte altre capitali dell’innovazione: Barcellona, Bruxelles, Copenhagen, Dublino, Helsinki, Istanbul, Madrid, Oslo, Stoccolma, Tallinn e Varsavia. Poca cosa in confronto alle sei città europee che invece rientrano nelle top 20: Londra (6° posto), Berlino (9°), Parigi (11°), Mosca (13°) e Amsterdam (19°).
In cima alla classifica, realizzata attraverso questionari sottoposti a 11 mila startup, interviste con oltre 200 imprenditori da 25 Paesi del mondo e informazioni raccolte da fonte autorevoli (Deloitte, CrunchBase…), c’è naturalmente la Silicon Valley, seguita da altre due città americane: New York e Los Angeles.
Dalla quarta alla ventesima posizione si piazzano nell’ordine: Boston, Tel Aviv, Londra, Chicago, Seattle, Berlino, Singapore, Parigi, San Paolo, Mosca, Austin, Bangalore, Sydney, Toronto, Vancouver, Amsterdam e Montreal.
Sette posizioni per gli Stati Uniti, tre per il Canada e una a testa per Israele, Regno Unito, Germania, Francia, Singapore, Brasile, Russia, India, Australia e Olanda. Ci sono quasi tutte le grandi potenze del mondo. L’unica magra consolazione, a prima vita è che nella lista delle magnifiche venti non ci sono metropoli cinesi, giapponesi o coreane. Ma poi, andando avanti nella lettura, si scopre che Seul, Taiwan, Pechino, Shenzen, Shanghai e Tokyo non sono state proprio analizzate.
Dal report emergono anche altri dati interessanti. Per esempio, i valori delle exit nelle 20 città considerate sono in crescita: +78% all’anno tra il 2012 e il 2014. E il maggior tasso di crescita annua media si registra proprio in Europa (in cui viene incluso anche Israele): +314%.
Un altro dato rilevante è la globalizzazione degli investimenti. Stando al report, il 37% dei round di investimento nei 20 maggiori ecosistemi nel 2013 e nel 2014 avevano almeno un investitore proveniente da un’altra area.
Terza informazione a cui guardare con attenzione: nei 20 ecosistemi più importanti, i venture capitalist hanno aumentato considerevolmente il volume di investimenti (+95% tra 2013 e 2014) e la città in cui si è assistito al maggior incremento è proprio un’europea, Berlino, che nel 2014 ha ricevuto nello stesso periodo un ingresso di capitali di rischio 12 volte superiore a quelli ricevuti nell’anno precedente.
CLICCA QUI PER CONSULTARE IL REPORT IN VERSIONE INTEGRALE