La tappa italiana
della “Global Social Venture Competion”, un premio internazionale ideato dall’Università di Berkeley e organizzato a Milano da Intesa Sanpaolo, ha emesso il suo verdetto. Il contest dedicato alle giovani imprese, in grado di sviluppare idee imprenditoriali con forte rilevanza sociale e impatto ambientale, ha avuto i suoi due vincitori. Saranno Foodwa, un sistema innovativo di essiccazione del cibo, e Horus Technology, startup che ha realizzato un dispositivo indossabile pensato per supportare le persone affette da disabilità visive, i progetti che rappresenteranno l’Italia nella finale mondiale della GSVC in California.
All’arena meeting, tenutasi a Milano il 25 febbraio, hanno partecipato 7 startup già selezionate a partire da 85 progetti d’impresa. Lo scopo è stato anche quello di favorire l’incontro tra le aziende e una platea di potenziali investitori, che tramite una giuria di esperti ha valutato i progetti seguendo i criteri di impatto sociale e potenzialità di business dell’idea. Oltre alla proclamazione dei due vincitori sono stati assegnati premi speciali legati all’area di operatività, che garantiranno alle startup periodi di incubazione in diversi acceleratori della Lombardia.
Ecco i progetti arrivati in finale.
Eggplant: si pone l’obiettivo ambizioso di risolvere due grandi problemi ambientali, lo smaltimento delle acque reflue e l’inquinamento prodotto dalle materie plastiche a base di idrocarburi. Proprio grazie al riutilizzo delle acque di scarico, come materia prima, sarà possibile realizzare prodotti biodegradabili ad alte prestazioni a
ttraverso un processo di rifiuti a impatto zero.
GS4C: basata sul concetto di economia circolare, secondo cui il materiale riciclato torna nella catena di valore della produzione, GS4C punta a commercializzare e supportare soluzioni sostenibili e riciclabili per l’industria dei materiali compositi.
Horus Technology: si tratta di una startup focalizzata sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche a supporto delle persone affette da disabilità visive. Horus è un dispositivo indossabile applicabile a qualsiasi paio di occhiali, si comporta come un vero e proprio assistente personale riuscendo a percepire ciò che sta di fronte al soggetto e comunicandolo tempestivamente. Per funzionare non ha bisogno di una connessione senza fili, né di nessun altro dispositivo ad esso associato, e il sistema di visione stereoscopica di cui è dotato permette al dispositivo di descrivere all’utente qualsiasi scena. Al momento Horus è capace di leggere testi, riconoscere oggetti, rilevare segnali stradali, rilevare le strisce pedonali, riconoscere i volti e descrivere i tratti somatici di una persona.
Kukua: pensata per chi ha bisogno di fruire di un insegnamento di tipo naturale, Kukua è un’applicazione, basata sul sistema operativo android, dedicata alle donne che vivono in comunità a basso reddito. L’obiettivo primario è quello di portare all’interno di queste comunità uno strumento di apprendimento rapido ed efficace di letteratura e matematica di base.
Le Cicogne: I genitori chiamano, i babysitter rispondono. Le Cicogne è un’app che mette in contatto domanda e offerta nel settore dei servizi per l’infanzia. Chiunque sia alla ricerca di una/un babysitter può farlo attraverso una piattaforma che garantisce la giusta affidabilità nella selezione delle figure professionali, anche attraverso un meccanismo di feedback inviato dagli utenti. Inoltre si prefigge l’obiettivo di assicurare ai giovani tra i 18 e i 28 anni una crescita professionale unita all’indipendenza economica.
Mogu: L’obiettivo principale di Mogu è quello di sostituire la plastica di origine fossile con bio-polimeri naturali, affrontando in maniera concreta il problema dell’inquinamento causato dai rifiuti di plastica negli oceani e sulla Terra. Un progetto che nasce da una sinergia italo-olandese tra le aziende Mycoplast
(Italia), società responsabile dell’industrializzazione e della produzione di polimeri, e Mycoteral (Olanda) attiva nella sezione Research&Development. Mogu punta a sviluppare un mercato in Europa basato sulla produzione di bio-polimeri realizzati con residui agricoli e funghi (micelio).
Solwa: Da questa startup è nato un progetto denominato Foodwa, un sistema innovativo in grado di essiccare il cibo. È dotato di un software specifico per la calibrazione e il mantenimento della temperatura interna, oltre ad un sistema di ventilazione che garantisce il processo di disidratazione del cibo. Per mezzo della sua scalabilità Foodwa si adatta alle esigenze sia domestiche che industriali, ma la principale caratteristica sta nel fatto di essere un meccanismo completamente autonomo e alimentato con la sola radiazione solare.