Gli occhiali “smart” Made in Italy iniziano la raccolta fondi online. Mercoledì 6 luglio parte la campagna di equity crowdfunding su Tip Ventures per GlassUp, società modenese che da circa tre anni sta lavorando ad occhiali a realtà aumentata che puntano ad essere l’alternativa italiana ai Google Glass.
►GlassUp, come funziona l’alternativa italiana ai Google Glass
Dopo l’esperienza nella Silicon Valley per ampliare il proprio network in occasione del Technology Venture Launch Programs, la startup modenese ha deciso di dedicarsi all’equity crowdfunding, innovativa modalità di raccolta fondi sulla Rete normata in Italia tre anni fa (siamo stati i primi in Europa). Consiste in un appello rivolto al pubblico di Internet per finanziare progetti offrendo come controparte la sottoscrizione online di quote partecipative del capitale. Al 15 giugno 2016 il capitale complessivamente raccolto tramite equity crowdfunding ammontava a 5,6 milioni di euro, ancora poco rispetto alle potenzialità del mercato. Quarantotto le campagne di raccolta, di cui 19 chiuse con successo, con un target medio di raccolta pari a 316.903 euro.
Tra le varie piattaforme, GlassUp ha scelto Tip Ventures, la prima in Europa autorizzata a raccogliere capitali di rischio in linea con la direttiva europea MiFID, eseguita direttamente online dal portale. La raccolta sarà aperta a tutti, a partire da 1.000 euro.
GlassUp è uno smartglass pensato per riprodurre i contenuti provenienti da device mobili (smartphone e tablet IOS e Android) utilizzando la tecnologia bluetooth. Grazie a soluzioni tecniche ispirate all’olografia, è possibile far apparire tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno sulla lente destra dello smartglass. Le aste diventano quindi una superficie touch per interagire con i dispositivi senza estrarli dalle tasche.
Un prodotto made in Italy, con una grande attenzione non solo alla tecnologia ma anche al design. A
differenza degli altri visori tecnologici, l’estetica di GlassUp richiama quella di un normale occhiale di tendenza. L’obiettivo di questa campagna di crowdfunding è lanciare sul mercato un prodotto altamente tecnologico ma pensato per tutti anche dal punto di vista economico, mantenendo un prezzo di lancio accessibile.
L’azienda composta da Francesco Giartosio, Ceo e Gianluigi Tregnaghi, Cto, aveva già ottenuto grandi risultati con la campagna di fundraising avviata su Indiegogo, raccogliendo oltre 128.000 dollari. La cifra raccolta non fu sufficiente per mantenere le promesse fatte ai sostenitori della campagna, ma i fondatori hanno perseguito i loro obiettivi. I sostenitori riceveranno le loro ricompense (e potranno anche scegliere di convertire il loro credito in azioni della società), anche se in ritardo, grazie ai fondi raccolti e lo sviluppo tecnologico portato avanti in questi anni.
►Google contro i Glass Made in Italy: Cambiate nome al prodotto
Ora, con il supporto di Tip Ventures, GlassUp punta non solo ad ottenere 250.000 euro in una campagna di Equity Crowdfunding, ma ad aumentare i propri soci. Gli investitori infatti diventeranno titolari di una quota della società, fino ad un massimo del 9% del capitale sociale.
Prendendo parte alla campagna, si avrà la possibilità di contribuire al completamento del prototipo GlassUp, il cui lancio è già fissato per ottobre 2016 presso la fiera di settore Wearable Tech Show di Santa Clara. I nuovi soci vedranno da vicino il potenziamento di tecnologie innovative e l’ampliamento delle certificazioni per le applicazioni derivanti dalla prima versione dedicata agli utilizzatori finali. Tra le implementazioni più significative già attivate, l’utilizzo in medicina come smartglass per chirurghi o come strumento ottimizzato per ipovedenti.
“Grazie alle opportunità aperte dall’equity crowdfunding, oltre a sostenere i costi per la produzione degli smartglass – dichiara Francesco Giartosio, Ceo di GlassUp – Ci siamo resi conto di poter sviluppare e brevettare moltissime soluzioni e idee, legate sia alla tecnologia che all’utilizzo del device”.
►Smart glass: saranno per tutti o solo per le aziende?
Dopo un periodo in cui erano considerati “the next big thing”, l’anno scorso i Google Glass hanno subito un brusco calo di attenzione e di seguito quando Google ha deciso di sospendere la vendita dei suoi occhiali hi-tech e trasferito il progetto dal laboratorio di ricerca Google X, che ci lavorava da prima del debutto ufficiale nel 2012. Sembravano morti, invece sono resuscitati, almeno nelle parole del presidente esecutivo Eric Schmidt, che ha annunciato a marzo 2015 l’intenzione di andare avanti sul dispositivo wearable.
Lo stop ai Google Glass è stato letto dagli osservatori come risposta alle difficoltà incontrate dal device, poco apprezzato per il design, criticato da più parti come minaccia alla privacy e abbandonato da molti dei primi entusiasti che lo avevano adottato.
Anche in Italia startup e aziende si sono trovate a un bivio: consumatori o aziende? Glass Up sembra per il momento avere scelto i consumatori. Vedremo se i finanziatori, attraverso l’equity, gli daranno ragione.