Si è presentato al Ces di Las Vegas con tanto di spilla a sostegno della french tech, Emmanuel Macron, Ministro dell’Economia francese. Una presenza importante, a dimostrazione che il governo d’Oltralpe crede nell’innovazione ed è pronto a sostenere chi in patria vuole creare una nuova impresa.
“La parola entrepreneur è una parola francese“ ha detto Macron, secondo quanto riferito da LaStampa.it. E proprio dalla parte degli imprenditori si sta schierando il governo francese. In due modi: creando il marchio French Tech per startup e aziende tecnologiche, e facilitando la nascita di nuove imprese. Fare impresa a Parigi, infatti, è molto più facile e veloce rispetto a molti altri Paesi europei, compreso il decantato Regno Unito, considerato culla delle startup.
Stando ai dati di Ubifrance, infatti, per creare un’azienda in Francia servono 4 giorni e mezzo, sei giorni nel Regno Unito, 15 in Germania.
Dati, questi, che confermano l’ultimo Monitor presentato da Startup Europe Partnership, la piattaforma istituita dalla Commissione europea, con l’obiettivo di aiutare le startup a superare la fase di lancio e ad affermarsi nei mercati di riferimento, attraverso un collegamento diretto con l’ecosistema imprenditoriale paneuropeo.
Secondo quanto emerge dal report, in Francia le startup trovano la vie en raise – parafrasando la celebre canzone – per scalare i loro business e superare la fase early stage. È uno tra i Paesi europei con il più avanzato ecosistema di scaleup nell’Information & Communication Technology: più di 200 startup sono riuscite a superare la fase di avvio e sono pronte per una crescita dimensionale nel panorama internazionale.
L’ultimo studio presentato durante il SEP Matching Event, ospitato a Parigi da LeWeb, lo scorso 11 dicembre, è focalizzato sul panorama francese delle startup e scaleup. Sono state analizzate oltre 50 exit e circa 250 nuove imprese del settore ICT che hanno generato ricavi significativi o che hanno ricevuto finanziamenti rilevanti, al di sopra di 500 mila dollari di capitale post seed negli ultimi tre anni.
Circa il 66% delle società individuate ha ottenuto da 500 mila a 5 milioni di dollari, il 24% tra 5 e 20 milioni di dollari, il 6% tra i 20 e i 50 milioni di dollari, e soltanto il 4% ha raccolto più di 50 milioni di dollari. In totale, si parla di 2,1 miliardi di dollari negli ultimi tre anni provenienti da venture capital. Altri 500 milioni di dollari sono stati ottenuti dal mercato azionario (tramite Offerta pubblica iniziale, IPO)
Tra le scaleup più promettenti della Francia ci sono Vente Privée, Spartoo, Teads, Qosmos, Sarenza, BlaBlaCar e Deezer. Anche in questo Monitor, così come in quello italiano, vince il modello duale, ovvero società di origini francesi che per crescere scelgono gli Stati Uniti. Ad esempio, Sketchfab, Infinit, Doctrackr e Dashlane mantengono i loro centri di sviluppo in Francia, ma hanno almeno la metà del loro team di gestione negli Usa. Novapost, Synthesio, Criteo e Sequans si sono trasferiti negli Stati Uniti dopo aver scalato il loro business in patria.
Exit, tendenze e acquisizioni
Il SEP Monitor prende in esame 55 exit dal 2011 a oggi, evidenziando la crescita significativa da 4 del 2011 a 25 del 2014. Nel 2012 e 2013 la media era di 10 exit l’anno. Il 35 per cento (19) di startup francesi sono state acquisite da connazionali, mentre il 36 per cento (20) da società statunitensi.
Dieci acquisizioni sono state fatte in Europa e sei in altre parti del mondo. Tra le più significative si ricorda PriceMinister (acquisita da Rakuten per 350 milioni di dollari nel 2010), Exalead (da Dassault Systemes per 160 milioni di dollari nel 2010), Aldebaran (da SoftBank per 100 milioni di dollari nel 2012), Neolane (da Adobe per 600 milioni di dollari nel 2013), CrossKnowledge (da John Wiley & Sons per 175 milioni di dollari nel 2014), La Fourchette (da TripAdvisor per 140 milioni di dollari nel 2014) e A Little Market (da Etsy per 100 milioni di dollari nel 2014).
Scarseggiano, invece, le quotazioni in Borsa nel settore ICT francese: nel 2006 c’è stata quella di Seloger, poi AwoX, Viadeo, Visiativ e Anevia.
La mappatura del SEP evidenzia anche i settori chiave in Francia per lo sviluppo di imprese: ai primi posti ci sono software ed e-commerce (rispettivamente il 24 per cento e il 14 per cento di tutte le startup in esame), seguiti da mobile e pubblicità (8 per cento). In coda, hardware e digital media che sono rappresentati per il 7 e 4 per cento.
La Francia gioca la sua partita sul piano delle scaleup con il Regno Unito, lasciando indietro gli altri Paesi Ue. “Confrontando i risultati preliminari degli ecosistemi ICT del Regno Unito, della Francia, dell’Italia e della Spagna – dice Alberto Onetti, coordinatore di SEP -, i primi due Paesi sono quelli più avanzati per le scaleup ICT. Se guardiamo ai numeri di scaleup ICT, il Regno Unito e la Francia hanno rispettivamente quattro volte e due volte e mezzo più di quelle di Spagna e Italia. Ma se guardiamo al capitale disponibile per le aziende ICT che cercano di scalare il loro business, il Regno Unito non ha concorrenza. Rispetto alla Francia, negli ultimi tre anni, le scaleup britanniche hanno ottenuto il doppio del capitale di rischio e otto volte del finanziamento sul mercato azionario (IPO). Il SEP Monitor che ci accingiamo a pubblicare, il prossimo febbraio a Berlino, delineerà un quadro più completo delle scaleup europee”.