E quattro! In meno di due mesi. Un’altra startup italiana del food ha fatto exit: Pizzabo.it, comprata da Rocket Internet, gruppo di ecommerce basato a Berlino, all’interno di una mega operazione che ha visto l’ingresso in Delivery Hero (30% per 586 milioni di dollari) e l’acquisizione di 9 food startups (7 in Asia e 2 in Europa). La missione di Rocket Internet è diventare il leader mondiale fuori dagli Stati Uniti e dalla Cina.
È ormai evidente che il cambiamento delle abitudini di acquisto determinato dalla diffusione delle tecnologia digitali sta portando gran movimento a tavola, anche in Italia. A dicembre il colosso indiano Zomato ha comprato Cibando, l’app cerca-ristoranti, per 6 milioni di dollari. E questa settimana Tripadvisor ha fatto sapere che per il lancio di The Fork.it s’è pappata addirittura due startup tricolori: Restopolis, che aiuta a trovare il ristorante giusto, e MyTable.it, che fa un lavoro simile.
► Ecco la storia di Restopolis
Il mercato quindi si sta consolidando, anche in vista di Expo: il gioco si fa duro ed è il momento delle multinazionali digitali. Un’opportunità e una minaccia per le nuove imprese tricolori.
Non è dato sapere a quale cifra sia stata acquistata PizzaBo, ma sicuramente la società creata da Christian Sarcuni, lucano di Matera, dopo la laurea in Scienze di Internet a Bologna nel 2009, quando aveva 25 anni, mettendo insieme qualche decina di pizzerie che ricevano uno scatolotto per trasmettere gli ordini. PizzaBo ha mantenuto il nome ma è cresciuta andando in altre città. Adesso fa un salto nell’iperspazio: entra in una nuova divisione di Rocket Internet dedicata al food, chiamata Global Online Takeaway Group e presente in 39 paesi. La visione è dichiarata: Food & Groceries is the Next Big Frontier in eCommerce.
Nello stesso anno di PizzaBo, 2009, ma a Torino nasce Mytable sulla base di un’intuizione: portare nei ristoranti il concetto della prenotazione in tempo reale, come si faceva già per gli aerei o gli alberghi. Il progetto è di Matteo Carluccio, 41 anni oggi, che lo sviluppa con l’amico Riccardo Reinerio. Cominciano con un obiettivo minimo: 40 ristoranti. Lo raggiungono, lo superano e nel 2011 diventano partner di Groupon. Adesso l’ingresso nella galassia TripAdvisior. Ma sempre all’insegna della forchetta.