L'ADDIO

Food delivery: perché Foodora è in vendita (anche) in Italia e a chi venderà

La startup tedesca di consegna cibo a domicilio chiuderà in Australia il 20 agosto e lascerà Francia, Olanda e dal nostro Paese dopo aver cercato acquirenti. “L’Italia è un mercato difficile” dice il co-fondatore Emanuel Pallua. Ma Delivery Hero, che detiene il marchio, non è in buone condizioni finanziarie…

Pubblicato il 03 Ago 2018

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Addio ai rider di Foodora. La società di food delivery sospenderà le attività in Australia il 20 agosto e successivamente uscirà anche da Italia, Francia e Olanda, dove è alla ricerca di un nuovo acquirente. Motivazione: puntare su mercati in maggiore crescita che garantiscono migliori condizioni di sviluppo, come quello tedesco.

CHE COSA FA FOODORA

È una startup tedesca, fondata a Monaco di Baviera nel 2014, che consegna cibo a domicilio entro circa 30 minuti dall’ordine. Ad aprile 2015 è stata supportata finanziariamente dal venture capital di Rocket Internet e a settembre di quello stesso anno è stata acquisita da Delivery Hero, che ne detiene il marchio.  Delivery Hero è stata co-fondata nel 2011 dallo svedese Niklas Östberg ed è considerata una delle poche startup miliardarie europee. Fino a questo momento Foodora era attiva in Australia, in Canada e in diversi paesi europei tra i quali l’Italia a Milano e Torino. In tutto erano 10 i Paesi in cui metteva in collegamento ristoranti di qualità con chi ha bisogno di una consegna di cibo a casa.

PERCHÉ FOODORA CHIUDE IN AUSTRALIA

Dal 20 agosto non si vedranno più riders di Foodora in giro per l’Australia. Una mossa a sorpresa? In realtà gli osservatori se l’aspettavano. Il mercato australiano è ricco di competitor: Uber Eats, Menulog e Deliveroo avevano già ampiamente scavalcato Foodora. Andrew Ledovskikh, analista di IBISWorld, afferma in questo articolo di news.com.au che ora “è sotto minaccia il futuro funzionamento dell’intero settore” e che Foodora “non sarà l’ultima a fallire”.  Più che altro, aggiunge, “è una sorpresa il fatto che sia avvenuto tutto così velocemente, ci aspettavamo un altro anno di perdite prima della chiusura”.

PERCHÉ FOODORA È IN VENDITA IN ITALIA

“La strategia di Delivery Hero è quella di operare in modo economicamente efficiente, con focus su crescita e posizione di leadership in tutti i mercati in cui opera. In Italia questo obiettivo è ora difficile da raggiungere con investimenti ragionevoli” ha dichiarato Emanuel Pallua, co-fondatore di Foodora. “Per quanto riguarda l’Italia – ha aggiunto Pallua – siamo consapevoli dei risultati raggiunti finora per cui stiamo valutando possibili acquirenti. Questo annuncio non ha conseguenze sul servizio e sulle modalità con cui operiamo. La nostra piattaforma, il servizio dei ristoranti e i riders sono operativi come sempre. La nostra principale priorità è assicurare un futuro di successo anche con una nuova proprietà”.

Solo poco tempo fa Foodora aveva minacciato di abbandonare l’Italia a causa del decreto Dignità, che conteneva una parte relativa al contratto di lavoro dei rider. Già nel 2016 era scoppiato il caso: a ottobre una cinquantina di lavoratori erano scesi in piazza a Torino per protestare contro le condizioni di lavoro imposte dalla società. La protesta si era poi allargata su vari fronti. I lavoratori contestavano, tra l’altro, il passaggio da una retribuzione oraria di 5,40 euro ad una retribuzione a cottimo (2,70 euro per consegna). Da qui la successiva decisione del governo Conte e del ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio di tutelare maggiormente la categoria. Poi la marcia indietro: eliminata dal decreto Dignità la parte relativa al contratto dei rider, il vicepremier aveva optato per un tavolo con i gruppi del settore con l’obiettivo di arrivare a un contratto nazionale del comparto. Per tutta risposta il managing director di Foodora in Italia, Gianluca Cocco, assicurava: “Stiamo continuando a investire in Italia, un Paese che ha grandi potenzialità. Non c’è assolutamente alcun interesse a lasciare il Paese, anzi vogliamo diventare leader del settore”. Parole che evidentemente  non si sono rivelate veritiere. Foodora lascerà l’Italia, vendendo il marchio. La questione politica, dunque, non c’entra.

FOODORA A CACCIA DI ACQUIRENTI

In Italia le consegne continueranno, ma Foodora è in vendita. Chi la comprerà? Difficile dirlo. Intanto bisognerà vedere esattamente che cosa sarà venduto. Secondo il Corriere della Sera, la vendita potrebbe riguardare la base clienti e i contratti con i ristoranti, non il marchio e neanche la base rider. I primi nomi che vengono fatti sono quelli dei principali competitor, Deliveroo e Glovo. Ma non c’è nulla di confermato. Per i Paesi Bassi invece c’è già un potenziale acquirente: il portavoce di Takeaway.com, Joris Wilton, ha detto che la sua azienda “prenderà certamente in considerazione” l’acquisto di Foodora in Olanda.

DELIVERY HERO IN DECLINO

Alla base dell’addio di Foodora ci sono le cattive condizioni di salute di Delivery Hero, causate anche dall’affollamento di competitor in un mercato che ancora non garantisce adeguati margini di ricavi. Molti analisti ritengono da tempo probabile la strada del consolidamento. Proprio oggi la società Delivery Hero ha annunciato che non riuscirà a raggiungere il break even a livello mensile entro il 2018 e quello annuale nel 2019. Il gruppo tedesco ha inoltre deciso di investire 80 milioni di euro (93 milioni di dollari) per stimolare la crescita. Il titolo ha perso fino all’8% alla Borsa di Francoforte.

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