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Finanziamenti startup: finanza classica vs finanza agevolata



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La prima fonte deve sempre essere il capitale proprio. Ma non basta. La finanza classica ha qualche svantaggio (in caso di fallimento, ad esempio). Per le startup è più interessante quella agevolata, che può contare su diversi programmi europei non sempre ben conosciuti

Pubblicato il 21 giu 2024



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Finanziamenti startup, un tema sempre caldo perché in Italia sono ancora inferiori che in altri Paesi e perché rappresentano una delle principali ossessioni per ogni founder.

Uno dei primi problemi che una startup innovativa incontra lungo la strada verso la crescita è quello di reperire danaro, necessario per sviluppare il prodotto o il servizio innovativo e tutto ciò che serve per arrivare sul mercato.

Finanziamenti startup: la prima fonte è il capitale proprio

È importante essere consapevoli che la primissima fonte di finanziamento è e deve essere il capitale proprio. Ciò è necessario sia per avere credibilità e sia perché il capitale proprio non produce interessi e, quindi, nell’ottica del contenimento dell’indebitamento, è certamente una cosa buona.

Ma è noto che il capitale proprio dopo un po’ non basti, sono necessari ulteriori fondi.

Finanziamenti startup, pro e contro del credito bancario

In molti cercano sostegno nella cosiddetta finanza classica, ovvero quella proveniente dagli istituti di credito. Ma la finanza classica ha i suoi pro ed i suoi contro. Tra i contro più importanti va segnalato che offrire una garanzia reale rende più difficoltoso applicare la procedura del fallimento facile – cosiddetto fail fast – prevista dalla policy normativa sulle startup.

Finanza agevolata, occhio alla programmazione europea

È bene guardare, pertanto, alla finanza dedicata, che arriva da call specifiche, indette da grandi Corporate, incubatori, fondazioni, gruppi industriali, oppure da bandi europei, nazionali e regionali, ovvero la cosiddetta finanza agevolata, fonte necessaria e primaria per generare nuova economia e nuovi mercati.

Di grande interesse è la programmazione europea 2021-2027, che ha fissato specifiche priorità di investimento, nei settori in cui l’UE crede di poter dare il massimo, ed ha individuato – come si legge nel documento della Commissione Europea – alcune “iniziative strategiche per consentire di uscire più forti dalla crisi e trasformare l’unione europea in una economia intelligente sostenibile ed inclusiva, caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale”.

Ciò premesso, le startup e le PMI innovative possono, quindi, essere supportate e finanziate sia da fondi europei, ovvero a gestone diretta – ove quindi la Commissione Europea direttamente gestisce il programma di finanziamento, il relativo bando, stabilisce i criteri di selezione e si occupa della erogazione del finanziamento stesso – sia da fondi a gestione indiretta – ove quindi la gestione del bando e dell’erogazione del finanziamento è demandato a livello nazionale e regionale attraverso l’accordo di partenariato con la Commissione Europea e si sostanzia nei cosiddettiPiani Operativi Nazionali (PON) e Piano Operativi Regionali (POR).

Un’opportunità europea: il programma EIC Accelerator

Programmi come EIC ACCELERATOR, ad esempio, sono poco conosciuti ma consentono alle imprese innovative di reperire capitali abbastanza importanti (2/2,5 milioni a finanziamento), in modo del tutto autonomo, che sono di vitale importanza.

EIC Accelerator è un programma di finanziamento europeo nell’ambito di Horizon Europe, che offre supporto alle startup e alle PMI che hanno un prodotto, un servizio o un modello di business innovativo, rivoluzionario,deep tech, che potrebbe creare nuovi mercati o sconvolgere quelli esistenti in Europa e nel mondo, e che sono alla ricerca di finanziamenti consistenti per portare il business da TRL 4 a TRL 8/9, ma i rischi connessi sono troppo elevati perché i soli investitori privati ​​possano investire.

Come ottenere un finanziamento da EIC Accelerator

Il processo di candidatura si compone di 3 passaggi:

  1. La sottomissione della short proposal, ovvero un documento che riassumere la proposta di business e rispondere a una serie di domande sull’innovazione, sul mercato potenziale e sul team; un pitch-deck e un video motivazionale di accompagnamento della proposta.
  2. La Commissione europea risponde entro 4 settimane. Se la domanda soddisfa i criteri di base per il finanziamento dell’EIC Accelerator, otterrà il “GO” e la startup potrà preparare e sottomettere nei 12 mesi successivi la full proposal e inviarla nei periodi di cut-off. Le prossime date di cut-offsaranno il 3 ottobre 2024, con colloqui 13-17 gennaio 2025.
  3. Se la candidatura soddisfa tutti i criteri, si avvia la fase finale del processo di selezione che termina con il finanziamento fino a 2,5 milioni.

Le candidature che soddisfano tutti i criteri nella fase di valutazione a distanza e sono valutate positivamente dalla giuria dell’EIC ma non idonee per il finanziamento, riceveranno comunque un “Seal of Excellence” per aiutarle a ottenere finanziamenti da altre fonti.

In conclusione, quindi, è oggi possibile dire che siano davvero molte le iniziative di finanziamento per le startup e per le PMI innovative, sia a mezzo di finanza classica sia a mezzo di finanza agevolata e dedicata. È necessario in questo panorama abbastanza complesso sapersi orientare, sapere cosa e dove andare a cercare, consapevoli dei pro e contro di ogni scelta.

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