Quasi duecento startup e un centinaio di investitori tra business angel e venture capitalist. A giudicare dai numeri, l’Expo delle Startup, la fiera delle imprese innovative inserita all’interno di Cross Creativity, la kermesse patrocinata dalla Regione Lombardia su innovazione, cultura e creatività, si chiude con un bilancio positivo. “Abbiamo avuto circa 20 mila accessi unici giornalieri, numerosi riscontri sui social e il 25% di nuove aziende provenienti dall’estero: ce n’era anche una di Singapore, sono stati pochissimi i Paesi che in questi giorni non si sono collegati al nostro sito”, dice Giuseppe Ciuni, il co-organizzatore della manifestazione.
La particolarità dell’Expo Startup è stata proprio la sovrapposizione tra evento fisico e sito. Gli investitori, anziché individuare dal vivo le imprese più promettenti, se le sono andate a cercare sul wall del portale di Expo delle Startup e solo dopo le hanno contattate di persona. “I business angel e i venture capitalist presenti sceglievano le startup sul sito e poi andavano a colpo sicuro. Avevano una lista, andavano a trovarle e poi depennavano volta per volta i nomi”, spiega Ciuni.
Riscontri positivi anche da molte delle startup presenti, sebbene non siano mancate le note critiche. “La prima mattinata è stata molto interessante perché abbiamo preso contatti mirati con investitori e persone interessate al nostro progetto”, dice Francesca Filippini del team di Wedding Pad, un album di matrimonio smart, per tablet e smartphone, in cui si possono caricare foto, video e musiche personalizzabili e condividerle con amici e parenti.
“Interagire con tante altre startup è vantaggioso: conosci altre idee, entri in contatto con altre aziende per possibili collaborazioni, vedi se ci sono altre imprese che hanno avuto problemi simili ai tuoi e capisci come li hanno risolti”, afferma Simone Barbolini, co-founder di Spiiki, un portale di couponing in cui le aziende possono pubblicare gratis le proprie offerte e gestirle autonomamente riguardo a sconti, stili e modalità di pagamento (che avvengono in loco e non online come su Groupon e altri gruppi d’acquisto).
“Per noi che pubblichiamo applicazioni è stato molto utile. C’erano una cinquantina di startup che facevano app e quindi erano potenziali clienti da andare a conoscere. E allo stesso tempo abbiamo preso contatti con finanziatori e investitori”, dice Federico Soncini Sessa, co-founder e ceo di Makeitapp, casa editrice di app in modalità collaborativa che offre una piattaforma social per trovare online il team di sviluppo di un’applicazione e che si occupa di diffondere e promuovere il prodotto in cambio di una compartecipazione agli introiti. Ma insieme agli elogi arrivano anche i riscontri negativi.
“Noi volevamo far capire il nostro business model, il potenziale di scalabilità della nostra startup. Eppure non abbiamo visto abbastanza investitori”, ammettono dal team di una startup che preferisce non essere identificata. “Non c’erano spazi adeguati in cui convogliare angel e investitori e presentare in pochi minuti il nostro progetto. Sembrava una normalissima fiera, più adatta a chi ha un prodotto da vendere direttamente al consumatore che a imprese con un business b2b”.