Un aggettivo mi viene in mente quando penso a Enrico Gasperini (mica oggi che se n’è andato, ma da quando lo conosco): buono. Enrico era un uomo buono, che si faceva carico delle difficoltà degli altri e provava a trovare le soluzioni. L’ho visto dare un lavoro a colleghi lasciati a piedi dalla crisi, trasformare in fedeli collaboratori persone che l’avevano criticato e contrastato, scoprire i lati positivi in vicende che sembravano create apposta per rendergli la vita più difficile. Certo, era anche un innovatore vero, un visionario innamorato, un imprenditore geniale. Ma io gli volevo bene perché era buono. Ho il rimpianto di non avere lavorato al suo fianco, come lui avrebbe voluto.
*Claudio Giua, direttore sviluppo e innovazione del Gruppo Espresso