#CiaoEnrico

«Era quasi impossibile litigare con l’uomo che si quotò due volte»

«Non perché fosse bonariamente accomodante ma perché, ben prima che questo termine fosse managerialmente di moda, la sua leadership empatica prevaleva su tutto», ricorda l’Innovation Communication Manager di Intesa San Paolo che lavorò con Gasperini in Inferentia

Pubblicato il 11 Nov 2015

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Il giorno dopo la prima quotazione, il 2 agosto del 2000, mi chiamò per invitarmi a raggiungerlo in Inferentia, dove sarei rimasto due anni come responsabile della comunicazione.

Ho vissuto con lui i tempi delle due grandi fusioni prima con DNM e poi con Fullsix, ed era già allora palese la sua capacità di aggregare persone intorno ai propri sogni ma poi metterle in grado tutti di realizzarli, di correre insieme e veramente non c’era mai nessuno che fosse lasciato indietro.

Era quasi impossibile litigare con Enrico, e non perché fosse bonariamente accomodante ma perché, ben prima che questo termine fosse managerialmente di moda, la sua leadership empatica prevaleva su tutto.

Nella sua seconda grande avventura Digital Magics, ci eravamo reincrociati lavorativamente e mi piaceva chiamarlo, “l’uomo che si quotò due volte”, termine che per me riecheggiava epiche di eroi e di hidalgo dinoccolati e un po’ solitari, così come vedevo Enrico.

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